5 Posti in cui mangiare a Torino (parte seconda)
Come promesso la settimana scorsa, eccoci con la seconda parte dedicata ai ristoranti di Torino che più ci hanno colpito. Probabilmente sarebbe necessaria una terza e quarta parte ma intanto usufruite della top 10 del Giornale del Cibo.
Dove mangiare a Torino: 5 ristoranti da provare (atto II)
Camilla’s Kitchen
A due passi dalla splendida piazza Vittorio Veneto vive da pochi mesi un ristorante elegante che riesce a mantenere la giusta informalità per non risultare ingessato. Il bel bancone, la cucina a vista e le de salette e disposizione lo rendono piacevole e accogliente.
Ai fornelli quel Riccardo Ferrero che è stato già chef del ristorante del Cambio dal 2006 al 2012, e che da bravo piemontese, propone un menu con i classici vitello tonnato, agnolotti ai tre arrosti, finanziera, filetto di fassona ma anche piatti freschi e diversi provenienti dalle altre regioni d’Italia. Merluzzo con le puntarelle, pil pil e olive taggiasche o i paccheri di Gragnano, triglie e fagioli. Chiudete in bellezza ordinando il budino con chinotto candito di Savona igp.
Gallina Scannata
La Gallina scannata è frutto del sodalizio tra Scannabue (la storica trattoria di San Salvario che ci è piaciuta e di cui abbiamo parlato già nella prima puntata dei ristoranti torinesi) e il maestro pescivendolo del mercato di Porta Palazzo, Beppe Gallina. Il risultato è divertimento e qualità assicurati con la freschezza del pesce su cui si basa la proposta della cucina.
Scegliete tra il bancone in legno azzurro dove provare le gustose tapas, il polpo scottato su crema di mais, i gamberi, il bocadillo burro e acciughe, ostriche, rigorosamente con calice in abbinamento, o la seduta più comoda tra i tavolini all’esterno. Qui potrete provare la trota cotta nel fieno, il calamaro ripieno di scamorza affumicata e il bacalao. D’estate poi, è ancor più piacevole.
Il Bastimento
Se volete pranzare alla tavola di una famiglia pugliese dirigetevi al Bastimento. Un viaggio enogastronomico declinato attraverso le migliori ricette colme di identità salentina. Al comando Gigi Megliole che, con il giovane Fabrizio e la sua squadra, riesce a caratterizzarsi nella folta offerta ristorativa torinese.
Pranzo o cena, assaporate i crudi del giorno, gli spaghetti con cime di rapa e cozze, la squisita parmigiana di pesce, gli scialatielli ai ricci di mare, il succulento polpo alla barese, la sogliola panata con mollica di pane o il calamaro ripieno dei suoi tentacoli e cima di rapa su salsa al pomodoro e rosmarino. Il vostro appetito si è svegliato improvvisamente, lo so è normale. Sorelle del Bastimento, la Cambusa e la Cabane con cui sbizarrirvi.
Spaccio Alimentare
Nel cuore di Torino, a San Salvario, questo bistrot d’ispirazione parigina è il luogo pensato e realizzato da cinque giovani amici a cui va riconosciuto di aver creato un locale interessante e con un’identità chiara e attraente. La cucina è quella della tradizione regionale fatta di rivisitazioni e basata sulle migliori materie prime selezionate, presenti in un menu decisamente ampio (così come la carta dei vini).
La paste tirate a mano, i meravigliosi agnolotti del plin ma anche il baccalà mantecato servito con soffice di patate, la cruditè di gamberi viola, ricciola, tonno e pescato del periodo, il filetto alla Rossini, l’ossobuco. Assolutamente da assaggiare la straordinaria selezione di formaggi e salumi con cui spaziare tra i profumi e i sapori più genuini d’Italia.
Contesto Alimentare
Proprio spassoso questo piccolo ristorante, o meglio trattoria urbana. Un locale minimale che vi piacerà, la cui bontà dei piatti deriva dalla mani della chef Francesca Sgandurra. Cucina piemontese tutt’altro che scontata e lontana dalla monotonia dei soliti classici, specialmente per gli abituè delle mangiate cittadine, pensata per esaltare la meritevole selezione fatta a monte sui prodotti scelti.
Ecco quindi che per iniziare compare Barcelone-To: barbera chinata ghiacciata con baccalà scottato, maionese della casa e culatello. Un’entrata in scena degna di nota. E poi lingua con salsa rossa, verde e gialla e ravioli di lingua brasati, lasagne di farina di segale con lumache e besciamella, coniglio al limone con verdure saltate, baccalà mantecato con broccolo romano saltato. Interessante la carta dei vini con etichette poco conosciute, piccoli produttori e diversi champagne.
Quali altri ristoranti di Torino avete da consigliarci?