racconti sul cibo

Un Wurstel per l’Aldilà [Racconto]

Adriana Angelieri

Dalla metamorfosi di Kafka a Moby Dick. La letteratura ha sempre raccontato e trasmesso i valori sociali e culturali del cibo attraverso le sue opere. Per valorizzare e testimoniare questo legame, abbiamo voluto rilegare, in senso metaforico, una serie di racconti legati al cibo, frutto della mano e dell’animo creativo di talentuosi scrittori.

I raccontini saranno pubblicati su Il Giornale del Cibo ogni mercoledì, non perdeteli!

 

Un Wurstel per l’Aldilà

Di Enrico Macioci

Nel momento in cui Camilla si portò alle labbra il primo pezzetto di wurstel, l’odio verso mia moglie crebbe. Lei, i suoi colleghi e il suo dannato concerto. Non si scarica una bimba di tre anni per un concerto. Così adesso mi trovavo faccia a faccia col mio incubo peggiore, che Camilla morisse soffocata davanti a me. Per reagire all’angoscia anch’io mi portai alle labbra un pezzetto di wurstel. Wudy, confezione da tre pezzi. Saporiti e soprattutto morbidi. Camilla sorrise, contenta di cenare sola con papà. Masticò e si portò alle labbra un secondo pezzetto. Anch’io. Poi un terzo. Anch’io. Cominciavo a rilassarmi quando accadde. Sentii un oggetto piccolo ma cattivo incastrarsi al centro della gola, toccando sia a destra che a sinistra. Tossii, rovesciando in avanti la testa e sbavando.

Camilla mi osservò curiosa. Afferrai il bicchiere pieno d’acqua. Parecchia si rovesciò sulla tovaglia. Non riuscii a direzionare il resto in gola per via degli spasmi. Ci vedevo a malapena traverso un sipario scuro, ma ebbi modo di notare la curiosità di Camilla mutarsi in inquietudine. Rimase con la forchettina azzurra a mezz’aria, perplessa. Mi chiamò e le risposi con gemiti soffocati. L’aria, ferma nella gola, non m’arrivava più ai polmoni. Il pezzo di Wudy mi stava uccidendo (ma non erano morbidi?). Avevo vissuto per trentasette anni con la prospettiva di finire strozzato da un frammento di wurstel davanti agli occhi esterrefatti (adesso sì) della mia unica figlia. E tutto per colpa di mia moglie, della sua passione per i concerti… e per qualche collega intenditore di musica classica. Quassù un po’ di notizie arrivano, eh già.

Non vedo granché, sia chiaro, in questa strana materia lattea. Credo che sulla Terra mi abbiano seppellito o inserito in un fornetto ma qui sono libero. Potrei affermare di muovermi se il verbo muoversi non risultasse troppo vago e troppo concreto. Abito uno spazio che suppongo infinito ma non ne occupo alcuno. Mi sembra di non pesare un grammo e mi domando a cosa diamine sia servito il cibo mandato giù nei miei trentasette anni di vita, fino all’ultimo fatale boccone. Fino al Wudy. So che Camilla cresce abbastanza bene nonostante il trauma – mia moglie mi ritrovò alle tre di notte col volto paonazzo, gli occhi di fuori e una schiuma gialla alla bocca, riverso per terra sul fianco, mentre Camilla strillava ancora, prigioniera della cinghia con cui l’avevo assicurata al seggiolone. E so che mia moglie ha un altro. Presto ufficializzeranno.

Da quassù indovino gocce di futuro. Scommetto che lui era con lei al concerto ma non ho le prove. Indovino gocce di passato. Da quassù – sempre ch’io mi trovi in un qualche su – scorgo rapidi lampi, annuso intuizioni, aromi. Passato, presente e futuro sono echi lontani che rimbalzano da orizzonti d’oro. E’ riposante. Eccetto lo spettacolo che mio malgrado offrii a Camilla, sono felice. Felice e in attesa di scoprire la prossima tappa perché so anche questo: l’attuale è solo una stazione intermedia.

autoreEnrico Macioci è nato a L’Aquila nel 1975. Ha pubblicato la raccolta di racconti Terremoto con Terre di Mezzo nel 2010, e il romanzo La dissoluzione familiare con Indiana nel 2012; ha inoltre pubblicato racconti e pezzi critici presso riviste cartacee e on web quali Vertigine, Il fuoco e Flanerì, e presso siti quali Nazione indiana, Il primo amore, Vibrisse e Archivio Bolano. Il suo ultimo romanzo BREVE STORIA DEL TALENTO è stato pubblicato da MONDADORI.

 

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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