Mensa scolastica: la posizione del Sindaco di Torino
“Crediamo nel valore formativo e sociale della mensa scolastica”. Un messaggio chiaro e deciso quello pubblicato da Chiara Appendino sul suo profilo Twitter il 14 ottobre scorso, giorno in cui il Comune di Torino ha presentato ricorso contro la sentenza cosiddetta del “panino a scuola”. La Cassazione dovrà dunque valutare ora la posizione del Comune dopo aver rifiutato, un mese fa, il reclamo del MIUR che chiedeva ai giudici di limitare la sentenza alle sole famiglie coinvolte nella battaglia legale.
L’incontro di luglio con la delegazione genitori
La posizione del Sindaco non è una sorpresa: già in luglio Appendino aveva incontrato una delegazione di genitori accompagnati dall’avvocato Vecchione, il legale delle 58 famiglie che in giugno hanno vinto in Appello la causa per il diritto al pasto da casa. Pur rispettando i risvolti giuridici della vicenda, il Sindaco aveva manifestato da subito il suo parere negativo sulla questione del “panino a scuola” adducendo rischi dal punto di vista educativo e igienico.
Appendino: la mensa va migliorata e resa accessibile a tutti
Ora, dalle pagine del suo sito istituzionale, Appendino ribadisce la posizione del Comune: “Lavoreremo per riuscire a rendere più accessibili le tariffe così come lavoreremo sulla qualità del servizio. Noi crediamo fortemente nel servizio educativo, pedagogico e sociale del servizio mensa. I pasti in mensa vengono preparati non solo all’interno di rigidi protocolli di igiene e di sicurezza sanitaria ma anche secondo regole nutrizionali ben precise, che tengono conto delle esigenze delle varie fasce d’età a cui vengono serviti i pasti.”
La protesta sui social
Le reazioni dei genitori non si sono fatte attendere e la protesta è cresciuta in questi giorni sui social. Molti commenti riguardano i costi: “Sono troppo alti, come se non bastasse a Torino dobbiamo anche pagare una bella tassa d’iscrizione al servizio!”; altri puntano il dito sulla qualità: “È necessario promuovere il km0 e i prodotti certificati biologici”. E dove il Sindaco dice “stiamo lavorando per capire come rendere più accessibile il costo del pasto”, il Comitato Caromensa Torino risponde: “dato che la mensa la ritenete fondamentale, basta ripartire buona parte dei costi su tutta la collettività cittadina”. Intanto c’è chi propone un “presidio sotto il comune con prole a seguito e baracchini”.
Le reazioni del M5S
La presa di posizione dell’Amministrazione ha infastidito anche molti elettori del Movimento5stelle che vedono nella decisione del Sindaco pentastellato un’incoerenza sul piano politico, resa evidente dalla mozione pro-schiscetta presentata qualche tempo fa dal consigliere M5S Lombardia Paola Macchi all’indirizzo della Giunta regionale. La mozione è riapparsa in questi giorni sui social come contraltare alle dichiarazioni di Chiara Appendino, ma il caso risale al 12 gennaio scorso quando a scatenare la discussione sulle mense era stata soprattutto la vicenda del Comune di Corsico, che aveva negato il servizio ai figli delle famiglie inadempienti. Ora sembra che la battaglia del M5S sia rivolta soprattutto a garantire la qualità e l’accessibilità del servizio, posizione che si avvicina a quella di Torino.
La voce dei genitori pro-mensa
Non mancano anche voci di sostegno al Sindaco, come quella di Silvia Carolina C.: “difendiamo la mensa e difendiamo tutto ciò che ci rende una società più equa in cui le differenze vengono combattute e non acuite. Tutti i bambini devono avere le stesse opportunità”. Le fa eco José P.: “Troverei diseducativo per mia figlia farla sedere a tavola con persone che mangiano ognuno quello che gli pare”. A questi commenti si affianca la petizione lanciata da MensAperta sulla piattaforma change.org, che dà voce ad un gruppo di genitori pro-mensa e che ha già raccolto più di mille firme.
La presa di posizione del Sindaco Appendino ha riacceso la discussione sulle mense. Le scuole e i Comuni, impreparati a gestire la novità del “panino libero”, chiedono al MIUR di fornire delle linee guida precise su come e dove far mangiare i bambini provvisti di pranzo domestico. Il Ministro dell’istruzione Giannini, intanto, ha fatto sapere che una riunione con il Ministro Lorenzin e con il presidente dell’Anci è già fissata in agenda per la prossima settimana.
Continueremo a seguire la vicenda sul Giornale del Cibo cercando di dar voce a scuole, genitori e istituzioni. Alcuni approfondimenti sono già disponibili: Mense: chi decide il menù?, Se i genitori non pagano la retta. Abbiamo inoltre già parlato del “panino libero” libero qui: Alcuni risvolti della sentenza di Torino, Panino da casa: Torino dice sì.
Inoltre, per fare un po’ di chiarezza e tirare le somme della questione, abbiamo analizzato gli effetti del panino da casa riportando in un’infografica i pro e contro. Clicca sull’immagine per vederla.