L’agricoltura sociale per dare valore al territorio: la storia di Lentamente

Angela Caporale
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    Integrare agricoltura e sociale, valorizzando le persone e il territorio: questo l’ambizioso obiettivo di Lentamente, cooperativa agricola attiva nel Sannio, in provincia di Benevento, e presto trasformata in un prezioso punto di riferimento per l’intera area. Un passo alla volta, come suggerisce il nome, il gruppo di giovani che ha dato vita alla cooperativa (e poi anche a un’associazione di volontariato e a un consorzio di cooperative) desidera rispondere ai bisogni di chi abita in questa zona utilizzando il lavoro nei campi e il cibo come strumento di integrazione e sviluppo. 

    Ne abbiamo parlato insieme a Donato De Marco, presidente della cooperativa Lentamente e direttore del comparto di Agricoltura Coesiva del Consorzio Sale della Terra.

    Il ritorno nella terra d’origine grazie all’agricoltura: ecco Lentamente

    La Cooperativa agricola Lentamente nasce da un gruppo di persone appassionate di agricoltura e originarie del Sannio beneventano, persone che hanno alle spalle percorsi formativi differenti, ma una comune storia di emigrazione dalla terra d’origine. Uno dopo l’altro, in ordine sparso, sono rientrati con l’idea di tornare letteralmente alla propria terra. “Dove una volta vedevano arretratezza” – dicono i soci di Lentamente – “oggi vediamo antichi saperi da preservare. La motivazione che ci ha spinti a tornare è quella di cercare nel nostro piccolo un’alternativa, un cambiamento di rotta, nuove soluzioni che abbiano un’ombra lunga sul futuro, che possano un giorno diventare buone pratiche diffuse.”

    Lentamente, dunque, si occupa in prima battuta di agricoltura secondo i principi della sostenibilità che declinano in concreto in ambito ambientale, economico e sociale. Per esempio, si investe nella ricerca di pratiche agricole alternative che riducano l’impatto sul territorio e si lavora in maniera tale che i frutti della terra siano valorizzati in modo da garantire una stabilità per i soci e i collaboratori della cooperativa. Lentamente coltiva la terra secondo i dettami dell’agricoltura biologica e, progressivamente, si è avvicinata al recupero dei grani antichi autoctoni, sempre nell’ottica di una relazione di rispetto reciproco con la terra.

    Lentamente Società Cooperativa Agricola/facebook.com

    Un ulteriore aspetto interessante riguarda la dimensione di agricoltura sociale realizzata da Lentamente. “Conosciamo benissimo i disagi del nostro territorio: sono tanti, diversificati tra loro e a volte sembra che il campo d’azione sia troppo ampio” ci racconta De Marco. “Tuttavia crediamo che l’agricoltura sia strumento di comunicazione, di connessione e di emancipazione.”

    Attraverso la partecipazione al Consorzio Sale della Terra, che si occupa di economia civile, agricoltura coesiva e attività sociali, e l’associazione Gramigna ODV, che lavora su progetti europei e nazionali destinati a giovani delle aree rurali, il gruppo di Lentamente ha potuto realizzare numerose attività e punta a diventare un vero e proprio hub formativo e di orientamento in campo agricolo.

    Agricoltura sociale per rispondere ai bisogni delle persone

    Uno degli obiettivi di Lentamente è l’inserimento sociale e lavorativo di soggetti svantaggiati: in particolare, in dieci anni ha realizzato progetti destinati a persone con disabilità, tossicodipendenti e provenienti da esperienze carcerarie. I soggetti vengono coinvolti in un percorso formativo e di avviamento professionale nelle attività agricole sia in quelle della cooperativa sia in quelle delle aziende della zona che, strutturalmente, lamentano personale.

    Si tratta non soltanto di percorsi che permettono alle persone protagoniste di costruire una strada diversa per il proprio futuro, ma anche di azioni concrete che restituiscono valore al territorio. Il Sannio beneventano è area di emigrazione, come le storie dei soci di Lentamente testimoniano, ma in questa maniera viene creato uno spazio per restare o tornare.

    Lentamente Società Cooperativa Agricola/facebook.com

    Una delle attività è la gestione di una fattoria sociale dove persone con disabilità, affiancate a tutor e agricoltori, gestiscono il loro orto e si occupano degli animali. “Da qui realizziamo dei prodotti che impieghiamo per un piccolo food truck pensato soprattutto per chi lavora e abita nella zona.” 

    Insieme a Fondazione per il Sud, invece, è realizzato un progetto di lotta al caporalato che permette di intercettare le vittime di sfruttamento lavorativo nel casertano per poterle spostare nelle aree interne della Campania dove c’è bisogno di manodopera e può essere assunta in maniera regolare. Il tutto dopo aver realizzato corsi di formazione specifica per le colture della zona come, per esempio, la potatura degli olivi o della vite.

    “Partiamo da questo tipo di percorsi” dice ancora De Marco “per portare nella nostra rete opportunità lavorative per persone fragili. L’agricoltura sociale è strumento e opportunità, non un’esperienza fine a se stessa, ma che permette ai protagonisti di costruire un proprio progetto di vita.” E proprio per gli sforzi per costruire inclusione sociale attraverso la terra e l’agricoltura, Lentamente è stata insignite dell’ILC Award del 2022, un premio dell’International Land Coalition, la più grande e ampia associazione che si occupa di diritto della terra, una vera e propria alleanza globale di società civile, organizzazioni di agricoltori e agenzie delle Nazioni Unite.

    Il sogno è continuare a lavorare secondo i valori della cooperativa, sempre coerenti con l’idea di Lentamente. “Pensiamo che sia un modo d’essere e di vivere coerente con l’agricoltura e l’ambiente” conclude il presidente, “ci serve tempo, lo sappiamo, ma siamo convinti che questa sia la strada giusta per noi tutti.”


    Immagine in evidenza di: Lentamente Società Cooperativa Agricola/facebook.com

    Angela, con passaporto friulano e cuore bolognese, vive a Udine e si occupa di giornalismo e comunicazione in ambito culturale e sociale. Ha pubblicato due libri e dal 2016 collabora con Il Giornale del Cibo, dove scrive di sostenibilità, sociale e food innovation. Il suo comfort food sono i tortelloni burro e salvia, per i quali ha imparato a fare la sfoglia, condividendoli ogni volta che ne sente il bisogno.

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