Ho conosciuto questo locale grazie ad un articolo uscito nei primi giorni del mese di agosto sul Corriere della Sera, dove era selezionato insieme ad altri 13 ristoranti scelti in base a determinati criteri.
Provai ad andare pochi giorni dopo aver letto l’articolo e devo dire che mi trovai subito bene. La cucina è toscana, la pasta viene preparata da loro così come i dolci e il pane fatto dai titolari stessi. Ho anche potuto degustare il lardo e la pancetta stagionata nelle loro cantine a volta.
Il locale è accogliente e i titolari sono cordiali e professionali.
Molto interessante è anche l’ambiente che circonda il ristorante, infatti è in mezzo al parco sud di Milano quindi in una zona tranquilla circondato da campi coltivati con granoturco e riso.
Parlando con i titolari ho scoperto che il ristorante è parte di un complesso residenziale nato intorno al 1800 come filanda e successivamente adibito ad ospedale militare nella prima guerra mondiale.
Il ristorante è composto da una veranda, dove ad agosto ho potuto mangiare, e da 3 sale comunicanti arredate in modo rustico. Le stanze hanno molti quadri, bottiglie d’annata e pendoli antichi. Inoltre sono appesi vari attrezzi da lavoro tutti in ferro battuto come vecchie chiavi, una pesa e ferri da stiro.
Entrando più nei dettagli racconto della cena del 16 ottobre 2008.
Eravamo una compagnia di 8 persone e ci hanno fatto accomodare in un tavolo “reale” in modo che tutti i commensali potevano vedersi in faccia.
Mentre leggiamo il menù ci portano le bruschette. Piacevole assaggio durante la scelta della cena.
Come antipasti ordiniamo un misto di affettati e ci portano tra gli altri salumi il lardo e la pancetta fatti da loro. Ottima è la loro stagionatura e finalmente ho potuto assaggiare un lardo poco pepato.
Di primo abbiamo preso 3 pappardelle con i funghi porcini, 2 pappardelle con ragù di cinghiale, 1 ravioli al branzino con zafferano e pinoli e 2 gnocchi funghi porcini freschi, gamberetti e asparagi. Deliziosi tutti i condimenti, avvalorati e resi importanti anche dal fatto che tutta la pasta è fatta in casa poche ore prima di essere servite.
Come secondi abbiamo ordinato del brasato d’asino per 3 persone, 2 fiorentine alla griglia, 1 tagliata con trevisana e grana e un branzino con funghi porcini pomodorini e patate.
La carne è morbidissima e per nulla grassa. Io ho mangiato la fiorentina che il titolare ha provveduto a tagliarci in pezzi più piccoli e prima di servircela in un vassoio con uno scaldino per tenerla in temperatura, l’ha passata su di una griglia davanti al nostro tavolo.
Infine come dessert abbiamo assaggiato un misto dei dolci preparati da loro. Ci hanno servito del tiramisù che anziché avere il mascarpone viene fatto con la crema chantilly risultando molto più leggera e delicata. Insieme ci hanno portato della torta di mele, una torta di castagne e una torta della nonna. Il tutto accompagnato da un bel calice di vino santo.
Come vini ne hanno una vasta scelta. Non li ho mai contati ma sono quasi certo che si aggirino intorno a circa 50 tipi tra qualità e case vinicole diverse. Noi abbiamo preso del rosso borghesa, ottimo vino fermo e corposo dell’oltrepò pavese.