5 cose da sapere se invitate a Cena un Ferrarese
Per i ferraresi è Frara, per i Bolognesi è nel Veneto, per gli appassionati di arte e letteratura è la città di Ludovico Ariosto. Per i buongustai è la città dell’Emilia Romagna che più si contraddistingue per le risate che ingrassano a tavola davanti a un bel piatto di cappellacci con la zucca. Già, perché a’n tgnusen brisa i turtlin, a magnen sol di caplazz e caplit. Ecco allora 5 cose da sapere se invitate a cena un ferrarese, e preparatevi a un godereccio pranzo da osteria.
Invitare a cena un Ferrarese: 5 cose da sapere
1. In principio era l’aglio di Voghiera
Se prima di invitare a cena un salentino dovete considerare che il Salento è una regione a se stante dalla Puglia, così anche per il ferrarese ricordate che Frara è Frara, una città atipica dal resto dell’Emilia Romagna, unica e sui generis, come il suo aglio. Il re della cucina ferrarese, il principio di ogni pietanza che da esso viene plasmata: l’aglio di Voghiera. Il ferrarese si dà la carica al mattino e la buonanotte la sera inalando il profumo dell’aglio di Voghiera, gusto dolce e saporito. Respiratene a tavola anche voi il profumo intenso se non volete che vi dia del barbagian, che fuffina!
2. Tortellini a chi? Qui si mangiano solo caplazz e caplitt
Ciao bell, è ora di cena! Un’altra cosa sulla quale i ferraresi sono estremamente rigorosi è la differenza abissale tra i tortellini (che sicuramente non mancheranno a cena con un bolognese) e i cappellacci e i cappelletti. Sono diversi i tipi di pasta ripiena in Emilia Romagna, e anche cappellacci e cappelletti si distinguono: piccoli anelli di sfoglia all’uovo ripieni di un impasto ad arte di carni, formaggio grana e aromi, più grandi i primi, più piccoli i secondi. Il top sono caplazz con la zucca e caplitt in brod per impigozzars a tavola, in caso contrario, vi darà del magnaturtlin, cioè bolognese.
3. La salama da sugo l’è cume la salvia di puvritt, cioè ovunque
Il ferrarese in qualsiasi situazione a tavola non rinuncerà mai e poi mai alla “salama da sugo”, un impasto di carne suina macinata con vino rosso, sale, pepe nero, noce moscata, cannella e chiodi di garofano e ingredienti segreti che ogni artigiano aggiunge a piacimento. È la bandiera gastronomica di Ferrara, un bel piatto di sostanza, ma i ferraresi sono molto generosi a tavola e non vedono di buon occhio i risparmiosi. Maial, sa tiè ranzag! Magn la salama oc ad vall! (come sei tirchio, mangia la salama, tontolone!). Persino Mascagni, Ungaretti, Bacchelli e lo stesso D’Annunzio ne erano innamorati, dunque la salama da sugo va provato con la ciupeta, il pane tipico ferrarese. Non avanzi nulla in tavola, altrimenti ciapa sù e porta a cà.
4. Preferite il pesce? Sotto con l’anguilla
Con orgoglio il ferrarese vi dirà che si può cucinare in 16 modi diversi, marinata, a zuppa, sulla graticola e allo spiedo. La zona di Comacchio è proprio la patria dell’anguilla e non si mangia solo a Natale come da tradizione, ma è un rito gastronomico quasi quotidiano. Ha un sapore molto intenso e per alcuni foresti può essere impattante, ma anche qui bisogna assaggiare, carèza beli, che aspettate? La capunara è la parte migliore, una vera bubana!
5. Sem cumpàgn, a cena con un ferrarese regna l’allegria
I modi di fare dei ferraresi sono molto genuini, di compagnia, non fraintendete la sua schiettezza dialettale e il suo prendervi in giro. Vi farà effetto sentirvi chiamare ripetutamente maial, ma è un loro modo per rallegrare la tavolata e fare due risa, per stare insieme spensierati e mangiare e bere fino a raggiungere la zorza con un Fortana o un Sauvignon. Anche perché a pagar e murir a s’è sempar in temp. Tra i susseguirsi di piatti impegnativi e particolari, le barzellette e i suoi modi di dire, a cena con un ferrarese il divertimento è garantito.
S’em sapì, sem? ovviamente in modo affettuoso.