panino al formaggio

Panino al formaggio e latte al malto per Il giovane Holden

Giuliano Gallini
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    “Una colazione abbondantissima, per me – succo d’arancia, uova al prosciutto, pane tostato e caffè. Di solito bevo soltanto succo d’arancia. Mangio molto poco. Sul serio. Ecco perché sono magro come un chiodo. Avrei dovuto fare quella dieta nella quale si mangiano un sacco di amidi e altre porcherie del genere, per ingrassare e via dicendo, ma io non l’avevo mai fatta. Quando mangio fuori, di solito prendo soltanto un panino al formaggio e latte al malto. Non è un granché, ma nel latte al malto ci sono un sacco di vitamine. H.V. Caulfield. Holden Vitamina Caulfield.”

    Il giovane Holden: avventure e tormenti di un sedicenne a New York

    copertina del libro Il Giovane Holden

    Solo un panino al formaggio e latte al malto! Un pessimo cliente per i ristoranti, il giovane Holden! Forse in questo caso J.D. Salinger si è divertito a citare Mr Bloom, la creatura di James Joyce, che, entrato nel pub Davy Byrne’s, pur trovandosi di fronte un banco con sardine, paste di carne, maiale in salamoia, e trippe di ogni tipo, ordina un sandwich al formaggio per sette penny. Le avventure del giovane Holden a New York e quella di Leopold Bloom a Dublino sono incomparabili, ma trovata questa connessione in un sandwich al formaggio mi chiedo se ce ne siano altre. Potrebbe essere una buona idea per una caccia al tesoro letteraria.

    Salinger pubblicò il giovane Holden (The catcher in the rye) nel 1951 ed ebbe un grande successo. Un giorno ideale per i pescibanana, un racconto pubblicato sul The New Yorker nel 1948, era già stato molto apprezzato e c’era molta attesa per le prove di quel giovane autore. Dopo Il giovane Holden Salinger propose alcuni altri racconti, ma dal 1967 non pubblicò più nulla, pur continuando a scrivere; e progressivamente si isolò dalla società letteraria rifiutandosi di partecipare a incontri o di rilasciare interviste. Lottò tutta la vita contro chi – amici, mogli, figlie – tentava di rendere pubbliche alcune sue lettere e di costruirvi sopra la sua biografia. Voleva restare il più possibile nascosto al mondo, la notorietà lo spaventava. Morì alimentando con la riservatezza il suo mito nel 2010, a novantuno anni.

    Per chi è un libro come Il giovane Holden? Che cosa racconta? Ve lo dice lo stesso Holden Caulfield.

    “Non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella. Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso Natale, prima di ridurmi così a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia. Niente di più di quel che ho raccontato a D.B., con tutto che lui è mio fratello e quel che segue. Sta a Hollywood, lui. Non è poi tanto lontano da questo lurido buco, e viene a trovarmi praticamente a ogni fine settimana. Mi accompagnerà a casa in macchina quando ci andrò il mese prossimo, chi sa. Ha appena preso una Jaguar. Uno di quei gingilli inglesi che arrivano sui trecento all’ora. Gli è costata uno scherzetto come quattromila sacchi o giù di lì. E’ pieno di soldi, adesso. Mica come prima. Era soltanto uno scrittore in piena regola, quando stava a casa.”

    Scrittore di romanzi, lettore appassionato ed esperto del mondo del cibo e della ristorazione. Crede profondamente nel valore della cultura. In cucina non può mancare un buon bicchiere di vino per tirarsi su quando sì sbaglia (cosa che, afferma, a lui succede spesso).

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