Eco-etichette: ecco il packaging che semplifica la raccolta differenziata

Mariangela Ciavarella
3

     

    Negli ultimi anni il packaging alimentare è stato al centro di significative novità e innovazioni in materia di etichettatura. Dalle tabelle nutrizionali alle indicazioni relative a composizione, durabilità, provenienza e marchi di denominazione, i contenuti informativi presenti sulle confezioni del cibo sono sempre più numerosi e, nell’ottica di un consumo consapevole, saper leggere le etichette è diventato ancora più importante.

    Il ruolo del packaging in quanto veicolo di informazioni utili per il consumatore, infatti, si è rivelato cruciale e di recente ha accresciuto il suo valore anche sul fronte della sensibilizzazione in materia di raccolta differenziata. Dallo scorso gennaio, infatti, è proprio l’imballaggio a riportare tutto ciò che bisogna sapere per il suo smaltimento grazie alle nuove norme sull’etichettatura ambientale. Già ribattezzata “eco-etichetta”, questa soluzione va a regolamentare il tipo di indicazioni che devono essere obbligatoriamente presenti sulle confezioni

    Una risoluzione che promette di incrementare le attività di recupero degli involucri smaltiti. Secondo i dati diffusi dal Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, nel 2023 l’Italia arriverà a riciclare il 75% degli imballaggi immessi sul mercato e, con le nuove etichette, è possibile immaginare che nei prossimi anni questa percentuale possa aumentare ancora.  

    Ma in cosa consiste l’etichettatura ambientale degli imballaggi e che tipo di contenuti contiene? Scopriamolo insieme.

    Etichettatura ambientale degli imballaggi: cosa dice la norma?

    HollyHarry/shutterstock.com

    La nuova formula di etichettatura ambientale degli imballaggi è diventata obbligatoria lo scorso 1 gennaio, con l’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 116 del 3 settembre 2020. La norma introduce, dopo diversi rinvii, l’impiego dell’etichetta ecologica sull’involucro che contiene il prodotto. Come specificato in Gazzetta Ufficiale, l’obiettivo principale delle recenti  indicazioni di smaltimento è quello di incentivare e promuovere il recupero delle materie prime, la raccolta differenziata e l’uso di materiali riciclati. 

    Questo set di informazioni a carattere ambientale, in realtà, è presente già da qualche anno sugli involucri di molti prodotti, ma prima della nuova normativa si trattava di una pratica su base volontaria introdotta nel 1997 dalla Commissione europea attraverso il sistema di codifica dei materiali impiegati per la produzione degli imballaggi. 

    Il vero cambio di passo, dunque, è arrivato solo a novembre 2022 con il via libera al Decreto legislativo n.116, corredato dal decreto n. 360 del 28 settembre 2022, che ne ha esplicitato le linee guida tecniche

    Da gennaio 2023, dunque, non è più possibile immettere sul mercato packaging privo di eco-etichetta, fanno eccezione solo gli imballaggi che erano già in circolazione prima dell’entrata in vigore della norma: questi ultimi potranno restare in commercio solo fino a esaurimento scorte. 

    Le aziende produttrici di soluzioni per il confezionamento, dunque, sono al lavoro già da diversi mesi su un nuovo step produttivo. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste.

    Eco-etichette: quali gli obblighi per i produttori di packaging?

    Come abbiamo anticipato, per l’industria del packaging la normativa prevede nuovi obblighi informativi. Nello specifico, le etichette ecologiche di nuova generazione devono riportare:

    • il tipo di imballaggio: può essere esplicitato in forma scritta o attraverso una rappresentazione grafica;
    • l’identificazione del materiale impiegato: questa informazione prevede l’uso di un codice alfanumerico specifico, come previsto dalla Decisione 129/1997/CE della Commissione europea. Per semplificarne la lettura i produttori possono integrare il codice con un’icona;
    • la famiglia di appartenenza del materiale e le modalità per smaltirlo correttamente.
    etichette prodotti alimentari

    Stokkete/shutterstock.com

    Per agevolare la lettura delle nuove eco-label il sistema di etichettatura prevede anche la possibilità di utilizzare un codice cromatico ad hoc: il blu, ad esempio è associato agli imballaggi in carta, il giallo a quelli in plastica, mentre il verde alle bottiglie e ai contenitori in vetro. Marrone, azzurro e grigio, infine, si riferiscono rispettivamente ai rifiuti organici, ai metalli e all’indifferenziato. 

    La normativa introduce inoltre l’opportunità di affidare le informazioni ambientali anche a eventuali canali digitali: in quest’ottica sono molto efficaci strumenti come App, QR Code e siti web, che possono sostituire in parte o integralmente la dicitura riportata sull’involucro, purché siano comunque esplicitate le istruzioni per reperire i dettagli di smaltimento avvalendosi delle soluzioni online.

    Se il packaging è destinato al consumatori finali, è possibile integrare le informazioni ambientali con indicazioni aggiuntive relative, ad esempio, alla tipologia di imballaggio, specificando se si tratta di un flacone, di una vaschetta, o di una bottiglia. In molti casi le nuove etichette riportano anche suggerimenti per migliorare la qualità della raccolta differenziata: per alcuni contenitori potrebbe essere necessario un risciacquo prima dello smaltimento; in altri casi, invece, viene suggerito di schiacciare la confezione o di rimuovere l’etichetta. 

     

    Spesso, poi, involucri e imballaggi sono composti da materiali multipli: in questo caso il sistema di etichettatura prevede l’obbligo di distinguere le parti che non possono essere separate manualmente da quelle che, invece, consentono questo passaggio. Per ogni componente, poi, devono essere esplicitati il codice del materiale di cui si compone e le istruzioni per lo smaltimento.

    Se, infine, l’imballaggio è destinato al settore commerciale o industriale, non sarà necessario apporre sull’etichetta le modalità di raccolta, ma il produttore dovrà comunque riportare il codice alfanumerico che identifica il materiale di cui l’involucro è composto.

    Grazie alle nuove norme di etichettatura ambientale, il packaging si prepara a diventare un importante strumento di informazione e sensibilizzazione rispetto alla raccolta differenziata e alle sue modalità di conferimento, un passo avanti sulla strada di un consumo più sostenibile. 

    Voi cosa ne pensate? Trovate utili le etichette ecologiche?


    Immagine in evidenza di: Kaspars Grinvalds/shutterstock.com

    Ha anima e origini pugliesi, ma da diversi anni vive a Bologna, dove lavora come giornalista televisiva. Si occupa di imprese e consumi e cura un format dedicato al mondo dell’agroalimentare. Per il Giornale del Cibo scrive di attualità e food innovation. Il suo piatto preferito è tutto ciò che ha il profumo e il sapore di casa. Nella sua cucina non manca mai il formaggio, ingrediente magico in grado di legare ed esaltare i sapori.

    Lascia un commento