Dove mangiare a Vieste: 6 indirizzi da non perdere

Roberto Caravaggi
3 minuti

     

    Vieste è una delle mete turistiche più ambite della Puglia e dell’intero Sud Italia. Definita “la perla del Gargano”, è una cittadina in cui si concentrano natura, storia e tradizione. Il rapporto diretto col mare Adriatico ne fa luogo storico di pescatori e marinai, ma nell’immediato entroterra c’è tutta una parte rurale, compresa nel Parco Nazionale del Gargano, dal cuore contadino. La fusione di queste due diverse culture si ritrova riflessa nelle specialità della cucina locale. Se orecchiette alle cime di rapa, purea di fave e cicoria e caciocavallo alla piastra sono espressione del legame con la terra, i tanti piatti a base di pesce portano in tavola il sapore del mare. Ma non va certo trascurata la tradizione fornaia: dai taralli alla tipica focaccia pugliese, fino al panzerotto e alla specialità regina del cibo da strada, la “paposcia”. Un’offerta ricca e varia, che vi porteremo a scoprire con questo assaggio di posti dove mangiare a Vieste.

    Andrew Mayovskyy/shutterstock.com

    Vieste, un viaggio tra sapori e tradizioni

    Il suo borgo issato su un promontorio a strapiombo sul mare è tutto un suggestivo infittirsi di vicoletti che si aprono tra bianche casette e botteghe storiche, su cui troneggia il castello. Scendendo verso il litorale, invece, si trovano il porto e i trabucchi, da un lato, e dall’altro la lunga spiaggia sabbiosa dominata dall’imponente monolite calcareo noto come “Pizzomunno”. Nell’immediato entroterra c’è poi tutta una parte rurale, compresa nel Parco Nazionale del Gargano, dove si estendono coltivazioni di ulivo da cui si ricava una delle più pregiate varietà d’olio extravergine d’oliva, il Dauno DOP

    Questo è solo il biglietto da visita con cui Vieste si presenta agli occhi. Girando per strade, piazze e vicoli si capisce perché questa cittadina sia la meta ideale per ogni buongustaio degno di questo nome. Non si contano i forni dove poter trovare focacce e taralli fatti a mano, come tradizione insegna, mentre i negozi di specialità alimentari e i banchetti dei mercanti espongono caciocavalli, treccioni di mozzarella, olive in salamoia, pomodori secchi, vasetti di verdure in conserva e formati di pasta di ogni genere. A completare l’opera di ingolosimento ci pensano infine le vetrine di pasticcerie, gelaterie e locali che sfornano a ogni ora panzerotti, brioches e la mitica “paposcia”. Se vi è già venuta l’acquolina, ecco alcuni suggerimenti per portar via qualche “souvenir gastronomico” che vi racconterà di Vieste e dei suoi sapori.

    Trattoria Il Paniere (Via Tordisco, 4)

    La prima tappa di questo percorso alla scoperta dei sapori viestani ci porta nell’area ottocentesca della città, proprio di fronte al palazzo municipale. Qui si trova la Trattoria Il Paniere, un’attività a conduzione familiare nata nel 2007 e cresciuta negli anni senza mai tradire l’ispirazione di base, ovvero offrire una cucina territoriale di qualità. Cosa che si riflette in un menù che spazia tra piatti con protagonisti i prodotti agricoli dell’entroterra e altri fedeli, invece, alla tradizione marinara. Spiccano le orecchiette alle cime di rapa e i troccoli ai frutti di mare, due formati di pasta tipici fatti rigorosamente a mano. Così come i cavatelli, proposti con un condimento che combina ottimamente ceci, cozze e verdure. Per quanto riguarda i secondi “di terra”, troviamo la grigliata di carne da allevamenti locali e il caciocavallo in terrina, scaldato al forno per renderlo fondente e completato da un’altra eccellenza autoctona: i funghi cardoncelli

    Copyright Osteria Il Paniere

    Per la proposta d’ispirazione marittima, invece, da segnalare la pepata di cozze del Gargano e la zuppetta di polipetti locali, arricchita da un delizioso sugo di pomodoro, cipolla, olive nere e accompagnata da crostoni di pane. Altro classico da non perdere, la purea di fave con cicoria lessata e condita con olio EVO a crudo. La particolare attenzione ai prodotti del territorio si ritrova anche nella proposta di vini, tra cui il Bombino Bianco e il Nero di Troia IGP, e nelle birre artigianali di Birranova, realtà pugliese premiata nel 2021 da Slow Brewing per la sua scura al grano arso.

    Osteria degli Archi (Via Ripe, 2)

    Risalendo per i vicoli del borgo antico di Vieste, fino ai piedi della Rocca, si incontra l’Osteria degli Archi. Locale curato e accogliente, ricavato negli spazi di una vecchia falegnameria, conta su una proposta culinaria che combina creatività ed elementi della tradizione. A curarsene è Michele Vescera, chef dall’esperienza ventennale che non lascia nulla al caso. A partire dalla varietà dei pani d’accompagnamento, tutti fatti in casa, tra cui una versione con impasto di farina integrale e cereali e una al nero di seppia. Anche l’olio è un extravergine d’oliva di produzione propria di rara qualità. 

    Rosario Macera/Osteria Degli Archi

    Tra i primi piatti si spazia dalla semplicità delle orecchiette con pomodoro, cacioricotta e basilico fresco ai più ricercati gnocchi di patata viola con cozze, pomodorini e finitura di bottarga. Interessanti anche le orecchiette al grano arso con condimento cacio e pepe, completato da tartare di gamberi e uova di lompo, per un riuscito contrasto tra sapori decisi e delicate note di mare. 

    Mare protagonista a tutto campo per quanto riguarda i secondi: seppia alla griglia, polpo arrosto servito su purea di fave o su crema di zucca e lamelle di mandorle, a seconda della stagione, e zuppa di pesce dell’Adriatico. Gli amanti delle crudità, poi, possono trovare soddisfazione nella tartare di tonno ai profumi del Gargano o in un sushi rivisitato dall’estro dello chef. Validissima anche la proposta di vini, curata da Giovanna Granatiero, direttrice di sala e sommelier.

    Ristorante Vecchia Vieste (Via Mafrolla, 30 bis)

    Restiamo tra gli stretti vicoli del borgo per andare a conoscere il Ristorante Vecchia Vieste. Ricavato all’interno di un antico posto di guardia medievale, di cui conserva il fascino storico, da otto anni è “feudo” dello chef Michele Lanave. Forte di oltre venticinque anni di esperienza nella ristorazione, ha saputo dare alla proposta culinaria un’impronta legata soprattutto ai sapori di mare. A partire da primi piatti come i tagliolini al nero di seppia con granchio blu e pomodori datterini gialli e rossi, i tagliolini coi ricci di mare e i troccoli alle “castagnole”. Queste ultime, note anche come cicale greche nostrane, sono crostacei fino a qualche tempo fa annoverati tra i cosiddetti pesci poveri dell’Adriatico e ora, invece, considerati un prodotto di nicchia. Tra i primi spicca anche la trilogia di riso ai frutti di mare: tre diverse varietà di riso (carnaroli, venere e hermes) cotte separatamente e infine mantecate assieme in una sinfonia di colori e consistenze. Altri piatti forti della casa sono il tonno scottato in crosta di pistacchio e soprattutto il polpo locale, proposto sia su letto di patata violetta e spuma di mozzarella di bufala del Gargano, sia in una succulenta riduzione al Primitivo.

    Non mancano le proposte di terra: dalle irrinunciabili orecchiette cacioricotta e pomodoro o alle cime di rapa, al caciocavallo podolico alla brace, senza dimenticare il tagliere di formaggi del Parco del Gargano e le pietanze di carne, come il medaglione di suino con funghi porcini e tartufo.

    Vecchia Vieste

    Molto fornita anche la cantina, con oltre duecento etichette, di cui quasi la metà costituita da vini locali, illustrati da un sommelier di terzo livello, e birre, dove trovano spazio anche alcune produzioni artigianali.

    Pizzeria Notte e Dì (Viale XXIV Maggio, 26)

    Ci spostiamo lungo Viale XXIV Maggio, una delle strade principali di Vieste, dov’è tutto un susseguirsi bar, caffetterie, forni e botteghe storiche. Tra queste, si trova la Pizzeria Notte e Dì: in attività dal 1996, sforna pizze al taglio, panzerotti e soprattutto la “paposcia”. È questa la specialità che vi consigliamo di provare qui. Si tratta di un panfocaccia, dall’impasto simile a quello della pizza, la cui forma è però schiacciata e allungata, alla maniera di una ciabatta o babbuccia, che nel dialetto locale è chiamata appunto “paposcia”. Viene cotta in forno a legna ad alta temperatura, tagliata in due orizzontalmente e farcita a piacere. Tra le versioni proposte: la “classica”, con mozzarella, pomodorini e rucola, la “rustica” (mozzarella, pomodorini, caciocavallo e salame piccante) e quella con cime di rapa e alici. Per chi è più incline al dolce, c’è anche la versione alla Nutella. 

    Gelateria Maggiore (Via Santa Maria di Merino, 40)

    Per tutti gli amanti del buon gelato artigianale, l’appuntamento è nel cuore della parte moderna di Vieste, in via Santa Maria di Merino. È questa la sede di riferimento della Gelateria Maggiore, che conta altri tre punti vendita in città. Oltre 40 gusti di gelato, preparato fresco ogni giorno nel moderno laboratorio a vista, sono il biglietto da visita di questa attività nata nel 1981 dalla volontà e dalla passione di Pietro Maggiore.

    Gelateria Maggiore

    Non si lesina sulle materie prime, come nel caso del “pistacchione”, tempestato di granella di pistacchi per una vera esplosione di gusto. Notevoli anche il caramello salato, in cui è percepibile la punta di sapidità che crea un avvincente contrasto dolce-salato, e il neoarrivato “Vieste in Love”, con una base mascarpone avvolta da crema Ruby e completata dalla nota acidula delle fragoline di bosco. 

    Se i grandi classici, dalle creme ai gusti alla frutta, sono sempre presenti, non manca l’estro creativo che sa rendere omaggio al territorio, come nel caso del “tarallo divino”, gelato preparato con tarallo al vino bianco e mosto cotto d’uva. Qualità a tutto campo per questa gelateria segnalata anche nella guida 2022 del Gambero Rosso, con solo l’imbarazzo della scelta, facilitata almeno in parte dalla possibilità di scegliere fino a quattro gusti. 

    Pasticceria Monacis (Via Madonna della Libera, 7)

    Pasticceria Monacis

    Chiudiamo in dolcezza, con una tappa davvero irrinunciabile: la Pasticceria Monacis. Un locale di pochi metri quadrati, in gran parte occupato dal bancone-vetrina dov’è esposta parte della produzione. Appena oltre però si intravede il laboratorio, regno del maestro Nicola Monacis, che sforna e decora incessantemente autentici capolavori di pasticceria. Tra i suoi cavalli di battaglia, la rivisitazione di classici della tradizione pugliese come il pasticciotto, qui declinato in varie versioni, a partire da quello con farcia di crema e amarene, e le cartellate mandorle e miele. Oltre a torte personalizzabili per occasioni ed eventi, e al vasto assortimento di pasticceria mignon, nel periodo natalizio trovano spazio anche i panettoni. L’arte pasticcera del maestro Monacis trova però la sua massima espressione nei croissant, con una sfogliatura capace di rilasciare in bocca tutto il piacere di una carezza di burro. Da assaporare in purezza oppure generosamente farciti al momento con le creme freschissime o le confetture realizzate con prodotti del territorio.

    Il nostro itinerario di piacere su dove mangiare a Vieste è giunto al capolinea. Vi abbiamo fatto venir voglia di visitare “la perla del Gargano”? Da quale dei posti che vi abbiamo suggerito iniziereste il vostro viaggio? 

    Nato a Milano, vive da sempre a Locate di Triulzi, nella provincia sud del capoluogo lombardo. Oltre a collaborare con alcune testate giornalistiche locali è food blogger per storiedifood.com, dove racconta soprattutto di specialità e piccole realtà artigianali. Il suo piatto preferito è la piadina romagnola perché, nella sua semplicità, sa appagare come poche altre cose.

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