Anno 2013; regia di Henry Alex Rubin; genre: drammatico.
TRAMA: Conosciamo diverse storie, segnate dalla solitudine e dalla tristezza, che arrivano ad intrecciarsi attraverso l’utilizzo dei social network: un ragazzino di 15 anni, una coppia in crisi, un investigatore privato, e un ragazzo che lavora in una chat line per adulti. I social network e le chat line diventano luoghi virtuali in cui la solitudine e il bisogno di essere ascoltati dei protagonisti vengono sfruttati per compiere azioni di cyberbullismo e di furto di codici bancari. Le situazioni diventano estreme e sfuggono di mano, fino ad arrivare a conclusioni drammatiche.
SCENA: Il cibo non ricopre un ruolo protagonista, ed è proprio questo aspetto che ho trovato interessante: nonostante la maggior parte delle scene si svolga in ambienti domestici, o scolastici, in luoghi cioè in cui il pasto potrebbe essere momento di incontro e di scambio, i rari momenti che si svolgono a tavola – che sia nella cucina di casa o nella mensa della scuola – vengono interrotti sempre dall’utilizzo di smartphone, e il dialogo non è più tra i presenti, ma al contrario avvengono nello stesso momento più conversazioni con persone non presenti fisicamente e non reali. Quello che da sempre è uno dei momenti di unione e di riunione, diventa un attimo sfuggente, vissuto in modo veloce e distratto, come se fosse una cornice qualsiasi di una vita che in realtà si sta costruendo virtualmente.
COMMENTO: Il film mi è piaciuto, ha diversi spunti di riflessione molto attuali, e penso che rispecchi molte realtà fin troppo diffuse e forse sottovalutate. Un po’ povero il finale, ma tutto sommato consigliato.