carne in scatola

È vero che la carne in scatola fa male?

Angela Caporale
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    Tutti i prodotti in scatola, dai legumi alla carne, vengono acquistati e scelti per ragioni di praticità. Si conservano a lungo e sono comodi da utilizzare per un pranzo o una cena da preparare velocemente; in molti, però, sollevano dubbi sulla salubrità di questi prodotti. Abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista, di fare chiarezza e, dopo esserci occupati dei legumi in scatola, risponderemo alla domanda: la carne in scatola fa male alla salute oppure no?

    Carne in scatola: cosa c’è dentro?

    Partiamo da una lettura degli ingredienti che, solitamente, si trovano in questi prodotti. Quando facciamo riferimento genericamente alla carne in scatola, nella maggior parte dei casi si tratta di carne di bovino, corrispondente a diversi tagli che vengono puliti da residui vari (ossa, cartilagini, tendini e pezzi grassi), lessati, salati e immersi in gelatina.

    La carne viene poi pressata nei contenitori di confezionamento che vengono sterilizzati in autoclave per almeno 75 minuti. “Alla carne così confezionata – spiega l’intervistata – vengono poi aggiunti il glutammato, un esaltatore di sapidità, e vari conservanti, tra cui il nitrito di sodio, che serve a impedire lo sviluppo di batteri, principalmente il botulino.”

    La gelatina è ricavata dal brodo di carne, a cui vengono aggiunti marsala, per aromatizzare, un gelificante, per conferire consistenza, e un addensante, per dare omogeneità.

    La carne in scatola fa male? Il parere della nutrizionista

    Sono in molti a chiedersi se la carne in scatola faccia male oppure no. “In estrema sintesi – risponde la dottoressa Evangelisti – possiamo dire che non fa bene alla salute, ma vediamo anche perché.”

    Conservanti, additivi e altri ingredienti dannosi

    In primo luogo, come tutti gli alimenti in scatola, anche la carne contiene conservanti e additivi che non non dovremmo assumere, poiché si tratta di sostanze chimiche non indicate per il salute. “Il nitrato di sodio, in particolare, è tossico per l’organismo e per l’ambiente.”

    Inoltre, nemmeno le scatole di contenimento sono al 100% sicure per la salute, perché spesso contengono materiali che possono essere rilasciati nel cibo, in questo caso la carne. “Come per tutti gli alimenti, è quindi doveroso consumare il corrispondente fresco o al limite surgelato.”

    È impossibile verificare la qualità della carne?

    contenitori latta

    Africa Studio/shutterstock.com

    Questione ancor più spinosa è quella della qualità dell’alimento. Secondo le normative vigenti, deve essere preparato con carne privata di grasso, tendini e cartilagini, al fine di ottenere un prodotto per così dire puro. “C’è da dire, però, che questo non sempre si verifica, o comunque non possiamo averne la certezza quando acquistiamo carne in scatola.”

    Spesso, infatti, può trattarsi di carne di bassa qualità, tagli che ci portano a ingerire una considerevole quantità di grassi, o addirittura di scarti di tagli destinati al consumo fresco: da essi, infatti, vengono sempre eliminati nervi, pezzi di grasso o di tendini e cartilagini, che a volte vengono sminuzzati e impacchettati, sebbene dovrebbero essere necessariamente gettati.”

    Come sottolinea la dottoressa Evangelisti, inoltre, “la cosa peggiore è che non possiamo assolutamente rendercene conto, dato che la carne in scatola, come abbiamo visto, viene spezzettata, pressata e compattata all’interno dei contenitori.”

    Bovino al 100%, ma solo sulla carta

    “Un altro problema che ci tengo a sottolineare dal punto di vista della salute – aggiunge l’intervistata – è quello della tipologia di carne utilizzata.” In genere, infatti, viene inscatolata carne di origine bovina, ma anche questo può non sempre essere vero. “È possibile che sia in realtà un mix di diversi tipi di carne, il che può aumentare ancora una volta la percentuale di grassi presenti, ma costituisce anche un problema pratico per il consumatore che intende mangiare un certo tipo di carne, magari per una maggiore digeribilità, e invece ne consuma tipi diversi.”

    Gelatina poco trasparente

    Infine, anche la gelatina solleva molti dubbi: spesso, infatti, come la carne, può contenere additivi di cui non conosciamo la percentuale. “Senza contare che a volte, come agente gelificante, viene usata la pectina”, che non è adatta alla conservazione della carne.

    carne in scatola fa male

    BCFC/shutterstock.com

    Come tutelarsi? Leggere l’etichetta

    Il consiglio della dottoressa Evangelisti è chiaro: meglio evitare di consumare carne in scatola. Tuttavia, quando ci troviamo a consumarla, è preferibile scegliere quella che riporta le etichette migliori, ovvero che rendano esplicita:

    • la percentuale di carne,
    • la tipologia,
    • l’origine, “meglio optare sempre per carne di allevamento italiano”.

    Sicuramente, la carne dovrebbe rappresentare la percentuale più consistente degli ingredienti, una precisazione importante, perché, spiega la nutrizionista “spesso si trovano prodotti in giro che ne contengono solo il 30%”. Inoltre, deve assolutamente essere cotta, per essere sicura: bisogna “ricordarsi che che se l’etichetta non riporta esplicitamente il termine cotto, è meglio non acquistarla!”. Attenzione naturalmente anche a tutti gli altri “ingredienti” presenti, come per esempio il fruttosio (da evitare), e il sale, che in genere è molto abbondante. “Il consiglio è anche quello di eliminare la gelatina al momento del consumo, che certamente rappresenta la parte più problematica del prodotto.”

     

    Da consumatori di carne in scatola, avevate mai osservato questi dettagli su ingredienti e preparazione?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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