Nel cuore della bassa modenese esiste un luogo di inclusione, di tradizione e di cucina. È la Lanterna di Diogene, molto più di una semplice osteria dove mangiare tortelloni, tagliatelle e tutte le delizie della cucina emiliana: qui infatti alcune persone con disabilità hanno trovato opportunità di crescita, lavoro e condivisione. L’eterogenea brigata della
Ricordo quando da piccola, uscita da scuola, capitava che mia madre mi portasse dal fornaio per scegliere la merenda. Io, con le mani appoggiate al bancone di vetro dietro cui si trovavano meraviglie, finivo sempre per essere attirata dalla cesta ricolma di piccole ciambelline ricoperte di zucchero e chiedevo di riempirmi un bel sacchetto.
Quando le giornate iniziano ad accorciarsi e si chiudono le finestre per impedire al freddo di rotolare dentro le case, quando magari fuori comincia a salire la nebbia e si tirano fuori coperte e maglioni pesanti, ecco, è durante quelle sere che si ha voglia di un comfort food che scaldi i cuori e
Bologna è una delle città del cuore di chiunque sia appassionato di buona compagnia. Negli ultimi anni, poi, la “Dotta” ha investito energie e risorse nel promuovere il turismo anche enogastronomico, trasformandosi sempre di più in una piccola capitale del food Made in Italy. Dentro e fuori dalle mura, l’offerta gastronomica è molto varia
La secolare disputa culinaria e linguistica tra Bologna e Modena ha radici storiche e si costruisce su questioni quasi impossibili da risolvere. L’esempio più eclatante è sicuramente quello dell’origine dei tortellini, che ciascuno dei due territorio attribuisce a sé. Ma quest’oggi vogliamo parlare di un’altra preparazione tradizionale che divide l’Emilia: quella delle tigelle, chiamate
A Modena c’è un locale che nasce da una storia di passione e resilienza: si chiama La Dama Rossa e, dal 2014 a oggi, ha saputo crescere coniugando la buona tradizione gastronomica emiliana al mondo del gluten free. Protagonisti di questa storia sono Raffaella D’Inverno e Simone Cardinali: trentaduenni di San Felice sul Panaro
Se l’Emilia-Romagna può essere considerata a pieno titolo patria del mangiar bene, Parma e la bassa parmense ne rappresentano un indiscusso fiore all’occhiello. Non a caso proprio Parma ha ottenuto, nel dicembre 2015, il riconoscimento Unesco di “Città Creativa per la gastronomia”. Ma è l’intero territorio parmense a essere una vera e propria miniera
Tra i suoi tanti soprannomi, Bologna è detta anche “la Grassa”, per via della sua tavola ricchissima di tradizioni, ricette e sapori. La buona cucina è di casa, insomma, tanto da essere stata perfino segnalata, negli ultimi anni, come una delle migliori al mondo. Tra i tantissimi prodotti della gastronomia bolognese, c’è n’è uno
Sono 3 i pensieri che attanagliano la mente di chi, per la prima volta, si accinge a visitare la capitale del Regno Unito: riuscirò a vedere il cambio della guardia a Buckingham Palace? Camden Town è così incredibile come dicono? Ma soprattutto: cosa mangiare a Londra? Per le prime due domande le risposte sono
Un cuscinetto di pasta dorata, fragrante e sfizioso: è lo gnocco fritto, che ben si accompagna ai sapori tipici della cucina emiliana. L’Emilia è, del resto, la sua patria, anche se poi ogni provincia lo interpreta e lo chiama a modo suo. Se nel piacentino è noto come chisolino, a Ferrara e provincia diventa
La cucina emiliana, si sa, ha una posizione estremamente permissiva in fatto di calorie, soprattutto durante le stagioni più fredde. Nella tradizione contadina, infatti, i mesi dell’autunno inoltrato e quelli invernali, nonostante i campi fossero ormai a riposo, non erano certo dedicati all’ozio, ma ad attività che comunque richiedevano tanto dispendio di energia, come la
Quando sono partita da Crotone, la mia città natale, alla volta di Bologna, ero quasi ventenne ed avevo poche certezze in testa, una di queste è che noi calabresi, con la nostra cucina pesante, non abbiamo rivali. Ogni volta che assaggiavo qualcosa di tipico, ripensavo a mia nonna, alla ‘nduja, alle roselle con la Sardella
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