Chi sceglie in modo sostenibile la propria dieta, spesso si chiede come poter far da sé alcuni ingredienti o alimenti di ciò che porta in tavola regolarmente, soprattutto perché alle volte alcuni di questi provengono dall’altro capo del mondo. Come per le umeboshi o la ginger beer, anche il miso è uno di questi
I cibi fermentati sono il nuovo must dell’anno: sono “vivi”, possono essere sperimentati in casa e, soprattutto, fanno bene all’organismo. Se i più comuni, come il kefir, il kombucha o i crauti sono molto conosciuti, quelli di nicchia, come le prugne umeboshi, il formaggio dell’uomo povero, il rejuvelac, i limoni confit e il tempeh,
I limoni confit o limoni fermentati provengono dalla cucina tradizionale mediorientale, come il formaggio dell’uomo povero, di cui vi avevo parlato qualche tempo fa. Sono una delle tante ricette di verdura e frutta lattofermentata, semplice e alla portata di tutti, tipiche di quella zona del mondo. Con pochissima spesa, relativamente poca difficoltà e
Nati per rispondere ad esigenze di conservazione e presenti in tutto il mondo, i cibi fermentati in Oriente sono considerati un vero e proprio rimedio naturale a sostegno dell’organismo. Non si tratta, però, di una modalità di trattamento dei cibi così distante dalla cultura gastronomica europea, cibi così trattati sono, per esempio, anche
Salite alla ribalta, nell’ultimo periodo, grazie soprattutto al loro utilizzo nell’alta cucina, le verdure fermentate hanno una storia molto lunga e sono state sempre apprezzate per i loro benefici dal punto di vista della salute. Il processo di fermentazione infatti produce microrganismi che aiutano a bilanciare la flora intestinale e migliorare di conseguenza il sistema immunitario. L’intestino, che
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