L’urbanizzazione non si arresta, le aree rurali continuano a perdere valore e la disponibilità di terra diminuisce. Come possiamo immaginare l’agricoltura del futuro?
Vi presentiamo due progetti, il primo portato avanti da ricercatori universitari e il secondo promosso da associazioni impegnate per lo sviluppo sostenibile, che attraverso percorsi differenti cercano di trovare soluzioni alla necessità di fornire cibo sano a popolazioni sempre più urbanizzate.
FLOAT – Floating Agricultural System
Il progetto FLOAT, che coinvolge l’Università di Milano-Bicocca e la startup londinese X-CORP, studia la possibilità di rendere coltivabili il mare e gli oceani.
Il sistema di coltivazione in fase di ricerca si basa su unità modulari in grado di galleggiare in mare e produrre vegetali senza consumo di terra agricola. Le serre prototipo utilizzano tecniche di coltivazione fuori suolo, come l’idroponia e l’acquaponia, e poggiano su strutture con passerelle per permettere la raccolta degli ortaggi.
Idrees Rasouli, designer inventore di FLOAT e fondatore della X-CROP – Urban Agricultural Technologies Corporation, spiega: Le unità saranno dotate di sistemi per la raccolta dell’acqua piovana e dell’energia solare per creare un habitat ideale per la crescita delle piante sul mare.
Paolo Galli, docente di ecologia e direttore del MaRHE Center, centro internazionale di ricerca e formazione dell’Università Milano-Bicocca, in un articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa, commenta: La terra è finita, la popolazione da sfamare aumenta e abbattere le ultime foreste del pianeta per fare spazio alle coltivazioni non è l’idea giusta. Per questo ci sembra interessante dare spazio a queste nuove frontiere dell’agricoltura. I test sono partiti ad ottobre e l’obiettivo è di avere già per Expo 2015 una piattaforma di produzione di vegetali alla Maldive, sede del centro di ricerca.
Eating City
Eating City è invece un programma che si propone di creare opportunità di incontri e scambi internazionali per sviluppare una idea di città in cui l’agricoltura urbana diventi sistema di sviluppo economico e sociale.
Si tratta di una piattaforma internazionale – come ha spiegato Andrea Pezzana, direttore SoSD Dietetica e Nutrizione Clinica Ospedale San Giovanni Bosco al Salone Internazionale del Gusto  – che da molti anni sta lavorando proprio sulla tematica critica di rendere disponibili anche agli abitanti delle grandi città un cibo che sia il più possibile locale, ma che soprattutto sia sano, piacevole e porti benessere a chi lo consuma.
Il progetto coinvolge nella discussione anche il mondo della ristorazione e del catering, per rivedere e ricostruire non solo gli aspetti agricoli ma anche tutto il resto della gestione degli alimenti nelle città del mondo.
Due progetti differenti nelle premesse e nelle strategie, ma che sottolineano univocamente l’importanza della terra per la nostra esistenza e il bisogno di garantire cibo sano a tutti.