la soia fa male

La soia fa male? Alcune considerazioni sul ruolo dei fitoestrogeni

Elena Rizzo Nervo

In una società in cui cresce sempre più l’attenzione a ciò che si mangia, in termini di qualità e rischi per la salute e dove, ad esempio, i prodotti free form rappresentano il 18,4% dell’assortimento di supermercati e ipermercati, la soia sta vivendo in questi anni un grande successo, immancabile soprattutto nelle tavole di vegetariani e vegani, ma apprezzata anche dagli onnivori, che la sperimentano volentieri, anche solo per la curiosità di addentare un “burger impossibile”.
Questa tendenza non è giustificata solo da una scelta di moda alimentare, ma trova fondamento nelle proprietà della soia, alimento ricco di fitoestrogeni e altri nutrienti, e per questo considerata un ottimo sostituto delle proteine della carne, ma anche un alleato nella prevenzione tumorale, soprattutto in relazione al rischio di cancro al seno.
Tuttavia, molte sono le persone che si chiedono se la soia fa male, anche in riferimento ad alcuni studi condotti su questo alimento rispetto alla sua azione nei confronti della tiroide e di alcuni tumori.
Cerchiamo, allora, di rispondere a questa domanda prima andando a vedere qual è la composizione della soia e poi riportando alcuni pareri autorevoli in relazione al suo consumo, ovvero la Fondazione Umberto Veronesi e l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC).

Soia: proprietà e composizione

fagioli di soia

La soia è una leguminosa, come ceci e fagioli, originaria dell’Estremo Oriente e arrivata in Occidente importata dagli americani, dopo la seconda guerra mondiale.

Rispetto agli altri legumi, contiene un maggior quantità di proteine e grassi buoni e generalmente il suo consumo non comporta gonfiore addominale.

Tra i suoi componenti troviamo:

  • aminoacidi
  • lecitina
  • grassi polinsaturi
  • calcio
  • ferro
  • potassio
  • fosforo
  • magnesio
  • vitamine del gruppo B
  • vitamina A
  • vitamina C
  • fibre.

La soia è efficace nel ridurre il colesterolo LDL a favore di quello HDL, nell’abbassare i trigliceridi e nel migliorare la regolarità intestinale. Tuttavia, questo alimento è studiato soprattutto per le sue proprietà benefiche per la salute psico-fisica della donna.

Il ruolo dei fitoestrogeni

tiroide soia

La soia contiene fino a 100 diversi tipi di fitoestrogeni (tra cui i più importanti sono gli isoflavoni), sostanze vegetali con una struttura chimica simile agli estrogeni femminili. Per questo sono considerati molto utili dopo la menopausa, quando possono compensare la diminuzione degli ormoni femminili, riducendo il rischio di osteoporosi e malattie cardiovascolari e migliorando anche fastidiosi sintomi come vampate e sudorazione.

L’aspetto più importante riguardo alle proprietà della soia rimane, comunque, il ruolo che viene scientificamente riconosciuto ai fitoestrogeni nella prevenzione del tumore al seno. Come riportato sul sito dell’AIRC, infatti, “molti studi epidemiologici hanno dimostrato un’associazione tra consumo di alimenti ricchi in fitoestrogeni (per esempio la soia) e una diminuzione del rischio di tumore del seno”, soprattutto in base ai dati a disposizione sulla popolazione asiatica.

La soia fa male? 

A fronte di questi importanti effetti preventivi, molte persone si chiedono, tuttavia, se la soia faccia male in presenza di un tumore al seno già diagnosticato. È forse il tema più discusso attorno a questo alimento, insieme all’azione nei confronti di altri tipi di cancro, della tiroide e del fegato.
Approfondiamo questi aspetti.

Soia e tumore al seno

Generalmente ci si chiede se la soia fa male in relazione all’alimentazione per tumore al seno in seguito a una diagnosi già acclamata, ovvero, non in fase preventiva, ma in quella di follow-up. Già la dott.ssa Sarah Giuffrè ci aveva detto che la questione è ampiamente discussa e che ad oggi esistono dati che devono essere ulteriormente approfonditi.

tumori soia

Riguardo al consumo di soia da parte di donne con cancro al seno, è, infatti, diffuso il timore che i fitoestrogeni possano stimolare la proliferazione di cellule tumorali residue o ostacolare l’azione dei farmaci ormonali. Su questo tema la posizione dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ha espresso prudenza, dichiarando che “in realtà la ricerca è giunta a conclusioni differenti, anche se non ancora definitive: il consumo di soia e altri alimenti contenenti fitoestrogeni non è controindicato per nessuno, anche se in caso di una precedente diagnosi di tumore è meglio far riferimento al proprio oncologo per capire cosa portare a tavola”.

Da parte sua, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro in uno studio sulla sopravvivenza al tumore al seno, ha analizzato come la dieta, l’alimentazione, l’attività fisica e il peso influenzino il rischio e la sopravvivenza del cancro. Nella pubblicazione del 2014 relativa a questo studio si legge che ci sono indicazioni di legami tra una migliore sopravvivenza dopo il cancro al seno e:

    • un peso corporeo sano
    • essere fisicamente attivi
    • mangiare cibi contenenti fibre
    • mangiare cibi contenenti soia
    • una minore assunzione di grasso totale e, in particolare, di grassi saturi.

Anche la Fondazione Umberto Veronesi ha risposto in più occasioni alla questione, attraverso Elena Dogliotti, nutrizionista e divulgatrice scientifica. La dottoressa, in particolare, sottolinea l’importanza delle quantità: un consumo moderato di fitoestrogeni, ovvero inferiore a cento milligrammi al giorno, sembra proteggere dal rischio di recidive e non interferire con la terapia ormonale.
Tuttavia, la nutrizionista specifica che “in attesa che ulteriori studi chiariscano la relazione tra tumore al seno e fitoestrogeni, a titolo precauzionale le donne che hanno già avuto una diagnosi di tumore al seno dovrebbero consumare con molta moderazione i cibi che contengono questi ormoni vegetali”, scegliendo sempre una dieta varia e bilanciata.

Per altri tumori

Il ruolo della soia viene esaminato anche in rapporto ad altre forme di cancro, tuttavia in questo caso i dati sono ancora pochi e più incerti. In merito, l’AIRC dichiara infatti che non ci sono prove certe del legame tra consumo di fitoestrogeni con il cibo e aumento del rischio di tumori particolarmente sensibili agli ormoni (oltre quello al seno, anche endometrio e prostata).

In definitiva, in base “alla complessità dei fitoestrogeni, al numero molto elevato di molecole che appartengono a questa categoria e alle difficoltà di generare dati davvero confrontabili tra i diversi studi clinici, si può comprendere perché sia così complicato trarre conclusioni inequivocabili. Innanzitutto bisogna tener conto del fatto che gli effetti dei fitoestrogeni cambiano a seconda del periodo della vita nel quale li si assume: più protettivi contro il rischio di tumore al seno se assunti in adolescenza, più “neutri” se assunti in là negli anni. Ci sono poi tutte le variabili presenti negli studi clinici, in primo luogo quelle che riguardano la popolazione presa in esame”.

La soia fa male alla tiroide

tiroide soia

Rispetto alla tiroide la soia non fa male, o meglio, non ci sono evidenze che, in fase preventiva, comporti danni al suo funzionamento. I problemi sono legati, invece, a chi soffre già di ipotiroidismo, per cui il consumo di soia è sconsigliato in quanto potrebbe interferire con l’assorbimento di alcuni farmaci. Tuttavia questa possibilità è legata anche ad altri alimenti, come il latte o quelli che contengono molte fibre.

La soia fa male al fegato

Non sembrano esserci al momento evidenze scientifiche che dimostrino che il consumo di soia possa arrecare danni al fegato, come ci ha confermato anche la dott.ssa Federica Portuese – biologa nutrizionista – cui ci siamo rivolti per approfondire questo tema. Tuttavia, è bene precisare che quando parliamo di soia ci riferiamo al legume nella sua interezza oppure a prodotti derivati dalla fermentazione della soia, secondo processi naturali che fanno parte della tradizione orientale. Nulla possiamo dire invece riguardo ai prodotti industriali a base di proteine della soia (hamburger di soia, spezzatino di soia e simili): ciò che sappiamo è che in questa trasformazione si perdono i fitoestrogeni e quindi i benefici associati a questi polifenoli. In ogni caso, come per ogni cosa, è bene non farne un consumo eccessivo e fare riferimento al proprio medico per ogni consiglio.

Quanta e quale soia consumare?

Quindi, la soia fa male? In conclusione, possiamo affermare che la maggior parte degli studi disponibili su questo legume ha portato a risultati positivi, per cui un consumo moderato di soia può considerarsi benefico per la salute. Tuttavia, è importante non consumare più di 10 grammi di proteine di soia al giorno, ricordandosi di variare la dieta.

Soprattutto nel passaggio da un’alimentazione onnivora a una di tipo vegetariano o vegano, infatti, si tende a esagerare con la soia, mentre andrebbe alternata ad altri alimenti, ad esempio cambiando ogni mattina tra i diversi tipi di latte vegetaleInoltre, quando ci si chiede se la soia fa male, bisogna anche considerare che il 90% della produzione mondiale è OGM, per cui sarebbe meglio controllare di acquistare quella biologica.

Infine, molti dei prodotti derivati dalla soia più gettonati, primi tra tutti i sostituti della carne come burger e polpette, sono spesso realizzati con proteine di soia isolate e trasformate, anche con l’aggiunta di sostanze di scarsa qualità. Meglio, allora, scegliere cibi fermentati a base di soia, come miso e tempeh della tradizione orientale, i quali mantengono intatto il patrimonio nutrizionale del legume.

La soia non è l’unico alimento discusso. Recentemente, infatti, ci siamo chiesti se il burro fa male, anche alla luce del recente incremento della domanda nel nostro paese. Cosa ne pensate?

N.B. Le informazioni contenute nell’articolo sono di carattere generale e non sostituiscono mai il parere del proprio medico, a cui occorre fare riferimento per tutto ciò che riguarda la propria salute e alimentazione.

Giornalista pubblicista, Elena è nata a Bologna, dove vive e lavora. Per Il Giornale del Cibo si è sempre occupata di attualità, sana alimentazione e sostenibilità. Il suo piatto preferito é il Gâteau di Patate, "perché sa conquistare tutti, unendo gusto e semplicità". Per lei in cucina non può mancare una bottiglia di vino, "perché se c'è il vino c'è anche la buona compagnia".

Lascia un commento