Il più chiaro esempio delle specialità che vengono servite nella zona di Berna. Tanto in campagna quanto in città, nelle fattorie come nella cucina del governo a Palazzo federale, nelle piccole osterie di paese o nell’elegante albergo di città e, soprattutto, nelle numerose e graziose Gasthäuser (trattorie) dell’Emmental, la si trova tutto l’anno. L’ingrediente principale
Quello che normalmente viene definito gulyas in ungheria, è una minestra! Questa ricetta è a base di manzo ma si possono utilizzare altri tipi di carne e parti.
Quello che in Ungheria chiamano semplicemente gulyas o, bogracs glulyas, è la ricetta tradizionale realizzata nel paiolo, sul fuoco di legna. è un piatto unico che si mangia fra amici o in compagnia e si cucina all’aperto. Quando gli ungheresi dicono Sabato facciamo il gulyas…. non programmano solo un pranzo ma anche un momento di
Voglio con questa ricetta proporvi qualcosa di Pasquale, e penso che non esista nulla più dell’uovo per evocarla, Ricordo con tenerezza,quanta gioia, ci dava a noi bambini, (più di mezzo secolo fa),trovare sulla tavolata imbandita,come segna posto,il nostro cocorreddu , raramente lo si mangiava il giorno di Pasqua, lo si teneva per il giorno di
Questa è la ricetta originale di uno dei dolci carnevalizi più complessi che conosco, a me è riuscita poche volte, accettate la sfida!!!Nei prossimi giorni posterò una ricetta semplificata
Quando si sciolgono le parti grasse interne del maiale , le sugne, restano delle parti solide,ancora commestibili , se il processo di liquefazione del grasso è stata svolta come si deve. In certe zone d’Italia vengono commercializzati schiacciati col nome di “ciccioli”e vengono consumati come stuzzichini. In Sardegna con questo prodotto si preparano delle buonissime
Non è la ricetta per la quale è richiesta l’IGP, ma è un’eleborazione di mia mamma, romagnola doc! Vi posso assicurare che è buonissima e molto digeribile, non è nemmeno paragonabile a quella che vendono nelle tante baracchine che riempiono la Romagna! Parola di Romagnola! Immagine in evidenza di: Seba Tataru/shutterstock.com
Le Pardulas, chiamate anche Casadinas, sono un dolce sardo che viene preparato durante le festività pasquali. Buone e semplici da preparare, vediamo quali sono i passaggi per realizzare questi deliziosi dolci di ricotta. Photo crediis: Isa Carta
Oggi voglio rendere omaggio ai cari fratelli d’isola e (ognuno la sua) amici Siciliani, con tanti di loro, condivido l’iscrizione a circoli e società ricreative, popolo che ho sempre stimato, e tra cui mi onoro di avere tanti fraterni amici.La mia conoscenza della Sicilia, era sino a qualche mese fa, solo letteraria o nozionistica, grazie
Mia nonna, originaria della città ducale, le preparava lei stessa. Come aspetto sono simili alle piadine romagnole, ma essendo sfogliate sono meno compatte, se le spezzate tendono a sfladarsi (sono appunto sfogliate……). Ottime calde farcite di salumi o erbette strascinate. Per gli ingredienti, dico che le dosi non rispecchiano le persone.
Di questo dolce tipico della Sardegna esistono parecchie versioni, che variano da paese a paese: potete trovarlo con altri nomi, forme o ingredienti. È un dolce semplice e povero, fatto di pasta di pane, arricchita con zucchero e grassi, aromi vegetali, frutta secca. Senza voler essere blasfemo, probabilmente è un avo del blasonato panettone: le
Quante ore liete e in allegria, della nostra esistenza, sono create e favorite dal cibo condiviso. Cosa c’è di più bello di una numerosa famiglia, seduta a tavola intenti a nutrirsi e che nel frattempo ridono e scherzano tra di loro. Oppure quello che succede in famiglia -quelle veramente numerose non ci sono quasi più-
La natura è stata generosa con Cuglieri: nel suo territorio, il più vasto della provincia di Oristano, vi è un raro concentrato di quanto di meglio possa offrire la Sardegna: montagne, fitti boschi, fiumi e sorgenti, spiagge, imponenti scogliere, e i segni della storia che vanno dai nuraghi alle città scomparse, ai castelli, a splendide
Il casatiello è un’antica e tradizionale ciambella che si mangia a Napoli il giorno di Pasqua, e protagonista della gita di Pasquetta fuori porta, contraddistinto da un certo numero di uova crude messe sulla pasta e trattenute da due striscioline di pasta incrociate, l’impasto invece è identico a quello del tortano. Il suo nome deriva
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