dove mangiare a Parigi

I migliori locali dove mangiare a Parigi, arrondissement per arrondissement

Giulia Ubaldi
5 minuti

     

    Scrivere una guida su dove mangiare a Parigi, una città così grande e piena di locali, comprenderete bene, non è stata un’impresa facile! Ho cercato di ascoltare i consigli di amici e colleghi parigini appassionati di gastronomia, ma senza tralasciare le ricerche e le ispirazioni durante le mie camminate per le vie, anche perché ormai da tre anni Parigi è il luogo in cui vivo. Eh sì, sono una dei tanti italiani diventati parigini d’adozione! Non sarà quindi, per sua natura, un lavoro esaustivo ma troverete una serie di indirizzi autentici (ben ottanta!) su cui potrete andare sul sicuro, da posti più economici e con un ottimo rapporto qualità prezzo, agli stellati francesi che hanno scritto la storia dell’alta cucina, quelli che vale la pena provare almeno una volta nella vita. Il tutto diviso per arrondissement, che sono il modo migliore per avere un’idea di come è strutturata Parigi. Infatti, prima di svelarvi la mia selezione, vediamo com’è divisa la città e qualche aspetto generale della ristorazione parigina, per meglio comprendere la nostra selezione. 

    Arrondissement, bistrot e brasserie: nei luoghi di Parigi 

    Se provate a guardare una mappa di Parigi su cui sono segnati gli arrondissements, cioè i distretti amministrativi dei vari quartieri, vi accorgerete che sono disposti a chiocciola. Si parte dal primo, che è il centro della città, e girandogli intorno a spirale in senso orario si completa tutta la forma dell’animale fino al ventesimo. Parigi è talmente grande (oltre 100 kmq con più di 2.000.000 di abitanti, che diventano 12 milioni di persone se si considera l’intera area metropolitana) che fin dall’antichità si decise di dividerla amministrativamente in tante circoscrizioni, corrispondenti più o meno ai vari quartieri. 

    Foto di Giulia Ubaldi

    Nel 1795 si procedette a dividere la città in 12 arrondissements, di cui 9 sulla Rive Droite (Riva Destra) della Senna e 3 sulla Rive Gauche (Riva Sinistra), una divisione che ancora oggi conta molto per i parigini. Ma fu soltanto intorno al 1860, sotto il regno di Napoleone III, che si attuò l’attuale divisione in 20 arrondissements, ognuno con un suo municipio, un suo consiglio e un suo sindaco. E tutti brulicano di ristoranti, sui quali prima di svelarvi la nostra selezione, è importante fare una precisazione sulla presunta differenza tra brasserie e bistrot: le prime nascono come luoghi dove si andava principalmente a bere birra, aperti soprattutto dagli alsaziani durante il periodo della filossera che colpì la produzione vitivinicola; i bistrot, invece, come vi avevamo già raccontato a proposito dei comptoir, si diffondono per bere vino rapidamente al bancone. Dunque entrambi si caratterizzano per essere luoghi dove si andava per bere, più che  per mangiare, cosa che prima si faceva solo nelle locande, cioè dove ci si fermava anche a dormire. Nel tempo, poi, sia brasserie che bistrot hanno iniziato a proporre anche cibo, diventando a tutti gli effetti dei ristoranti, con la differenza che le brasserie restano tendenzialmente aperte di continuo, mentre i bistrot solo a orario dei pasti. Inoltre, oggi è molto comune trovare la birra anche in quelli che erano dei bistrot, così come del vino in quelle che erano delle brasserie, diventando così pressoché impossibile distinguerli. 

    Possiamo ora procedere con la nostra selezione di ottanta indirizzi che abbiamo “assaggiato” per voi, divisi per arrondissement, ma ricordatevi: un buon ristorante in Francia si riconosce subito da un elemento, ovvero se appena vi sedete vi portano pane e burro!

    Dove mangiare a Parigi: 80 indirizzi scelti da una parigina di adozione 

    1e Arrondissement

    Partiamo dall’inizio, o meglio, dal nostro locale preferito Au Petit Bar che si trova proprio qui nel 1e arrondissement, il cuore di Parigi. A pochi passi c’è Le Rubis di Rue du Marché Saint-Honoré, perfetto per una pausa pranzo, mentre se andiamo verso Les Halles, oggi grande centro commerciale in passato mercato della città, troviamo un’infinità di ristoranti nati per servire pasti agli operai che lavoravano qui fino a sera tardi o al mattino presto. Molti sono diventati delle trappole per turisti, mentre altri hanno conservato lo spirito di un tempo, anche restando aperti tutta la notte, come ad esempio Au Pied de Cochon, grandissima istituzione parigina che serve i grandi classici della cucina francese 7 giorni su 7 e 24 ore su 24

    Foto di Giulia Ubaldi

    Semplice e informale è L’Express Bar di Rue du Roule, vero bar di quartiere dove c’è sempre una bella atmosfera e si sta bene, che sia per un pasto rapido o anche solo per un bicchiere di vino. Di fianco in una casa della vecchia Parigi un altro indirizzo storico è Chez Denise, dove mettere piede solo se siete piuttosto affamati visto che i piatti sono sempre molto abbondanti (uno basta per due). 

    Concludiamo il nostro tour del 1e con il meraviglioso Le Petit Bouillon Pharamond, locale tipico della Normandia, con una splendida decorazione e uno sconvolgente rapporto qualità-prezzo. Ma attenzione perché non prende prenotazioni, quindi cercate di andare fuori dagli orari dei pasti in modo da non ritrovarvi troppo tempo in coda! 

    2e Arrondissement

    Siamo nel pieno centro modaiolo di Parigi, dove i negozi si susseguono uno dietro l’altro (imperdibile è il tempio delle spezie Épices Roellinger). Sempre qui si trova il più importante quartiere giapponese della città, dove intorno a rue Sainte-Anne brulicano e aprono di continuo ristoranti giapponesi: ce ne sono veramente un’infinità, per cui affidatevi al caso, tanto andrà sicuramente bene, visto che il livello generale è alto. Ma è anche la zona dei vari passages d’epoca, cioè delle gallerie coperte nate all’inizio del XIX secolo, di cui per gli appassionati di gastronomia è sicuramente da visitare le Passage des Panoramas, dove si trova l’elegante Caffè Stern: aperto dagli Alajmo, regala a Parigi una versione eccellente e raffinata della cucina italiana, di cui da provare è la loro pizza al vapore. Tutt’altro genere è Le Galibot, che prende il nome da come venivano chiamati i bambini che lavoravano nelle miniere del Nord e di Calais, come il padre della cuoca; questo, infatti, è l’unico posto in tutta Parigi che fa la vera cucina del nord, ovvero welsh, birra e carbonade (ma non vi sveliamo di che piatti si tratta nella speranza che andiate a provarlo). Verso Place Vendôme e l’Opéra Garnier, eccoci giunti al piccolo Le Petit Vendôme, dove in un’atmosfera piacevole, calorosa e d’altri tempi, servono piatti classici francesi del giorno, per lo più auvergnat, e panini al bancone (degno di nota è quello semplice con burro e prosciutto). Ma vi raccomando di prenotare perché è sempre pieno di gente!

    3e Arrondissement

    Qui gira tutto intorno al Marché des Enfants Rouges, mercato coperto dal 1629, il cui nome deriva dal colore della divisa dei bambini dell’Hospice des Enfants-Rouges, un orfanotrofio che si trovava nei dintorni. Oggi al suo interno c’è un vero e proprio paradiso gastronomico che merita assolutamente una visita, poiché dentro trovate tutte le cucine del mondo: dalle Antille al Libano, da bento giapponesi e cous cous a spaghetti alle vongole, non possono mancare ostriche e vino, così come frutta, fiori, piante e verdure. Ma il re di questo mercato è Chez Alain Miam Miam, che ha vinto il premio per il panino più buono di Parigi: pensavamo fosse un po’ sopravvalutato e invece se lo merita, perché è incredibilmente delizioso. E il successo è stato talmente grande che ha aperto un’altra sede appena fuori dal mercato.

    4e Arrondissement

    Foto di Giulia Ubaldi

    Mi perdonerete per la preponderanza di indirizzi presenti in questo arrondissement ma, a mia difesa, è uno dei più vivi e frequentati di Parigi, dove si trovano l’Hotel de Ville (il comune), lo Chatelet e Notre Dame, oltre ad essere quello in cui abito io! Non ci dilunghiamo troppo sulle tappe che vi avevamo già consigliato sull’Île Saint Louis, che si riconfermano, ovvero: L’Escale, vero bistrot di quartiere; Les Fous de l’Île, ristorante che fa una cucina francese un po’ rivisitata; e lo stellato Le Sergent Recruteur

    Andiamo verso le Marais, cuore pulsante della città, pieno di giovani e di locali, dove appena attraversato il ponte Louis-Philippe che vi porta sulla Rive Droite incontrate Le Trumilou, un buon indirizzo a due passi dall’Hotel de Ville che fa cucina tradizionale ad un ottimo rapporto qualità-prezzo. Se lasciate l’Île dall’altro lato, cioè dal Pont de Sully, vi troverete in una via apparentemente senza interesse, Boulevard Morland, dove invece si trova l’Esprit de Famille, di nome e di fatto, un piccolo posto dove mangiare piatti semplici del giorno, a base di quanto acquistato al mercato. Una delle vie centrali del Marais è rue des Rosiers, dove si susseguono locali che preparano falafel e piatti kosher, visto che siamo nel quartiere ebraico; i parigini ritengono questi indirizzi troppo “turistici”, ma noi vi assicuriamo che vale la pena divorare un panino al King Falafel Palace

    Ci dirigiamo in direzione Bastiglia e sul cammino abbiamo ancora tre indirizzi da darvi: Café L’Arsenal per classici piatti dell’Auvergne, La Cerise sur la Pizza per una delle migliori pizze di Parigi e la storica brasserie Bofinger dove in un ambiente elegante d’altri tempi potete gustare la vera e indiscutibile choucroute, un piatto alsaziano a base di crauti e varie parti di maiale, oltre che altre specialità e vini dall’Alsazia. Infine, se vi dovesse venire una voglia improvvisa di boeuf bourguignon, potete mangiarne una fatta come si deve Au Bourguignon du Marais, oppure al Café des Musées, di fianco alla splendida Place des Vosges. 

    5e Arrondissement

    Sorbonne, Panthéon e Jardin des Plantes, siamo nel cuore del Quartiere Latino di Parigi, dove intorno a Boulevard Saint Germain vivono studenti e famiglie e brulicano un’infinità di locali. Iniziamo da uno dei nostri preferiti, Chez René, con locandine di mostre appese ovunque e una classica cucina francese sempre fatta come si deve, con una parte del menu fissa e un piatto che cambia ogni giorno della settimana. Proprio di fronte avete altre due più che valide alternative: la Tour d’Argent, ristorante storico con una stella Michelin da poco ristrutturato e rinnovato, dove amava andare Baudelaire, sia per l’alto livello della cucina che per una delle viste più belle di tutta la città. Dall’altro lato, invece, tutt’altro genere è Le Cardinal Saint Germain, un piccolo bistrot caldo e accogliente, che fa cucina casalinga ad un buon rapporto qualità prezzo (il cuoco per altro lavorava alla Tour d’Argent). In una via traversa omonima (rue de Pontoise) avete Le Petit Pontoise, altro ottimo indirizzo per gustare piatti ben fatti con un tocco innovativo (imperdibile è la loro torta di melanzane, carciofi e formaggio servita tra gli antipasti); dello stesso stile, ma ancora più rivisitato e un po’ più mediterraneo è la Maison de Cluny, anch’esso nella via omonima (rue de Cluny), dove provare la loro socca, simile alla farinata. 

    Ma non solo cucina francese: in questa zona ci sono anche tantissimi ristoranti dal mondo come ad esempio l’Empire Céleste, degno di nota in quanto il più antico ristorante cinese di Parigi, che solo la domenica (e solo con una prenotazione in largo anticipo) prepara dei ravioli indimenticabili (ma anche il resto è buonissimo). Poi c’è il Bistrot La Grange, sempre nella via omonima (rue Lagrange), gestito da una famiglia algerina che venerdì e sabato prepara un buon cous cous, mentre il resto della settimana entrecote, escargots e hamburger ad un raro rapporto qualità prezzo. E sempre nel 5e arrondissement, di fianco all’Institut du Monde Arabe, non possiamo non citare quello che quest’anno ha vinto come miglior bistrot di Parigi, sia per l’ambiente che per la cucina tipicamente francese, soprattutto a base di carne: Au Moulin à Vent

    6e Arrondissement

    Continuiamo il nostro tour per il Quartiere Latino in quello che viene chiamato anche “arrondissement di Luxembourg” per la presenza degli splendidi giardini omonimi. Non possiamo che iniziare da Le Procope, in quanto il più antico ristorante di Parigi, oltre che uno dei più belli, dove si mangiano piatti della tradizione francese, ma meglio andare a pranzo per usufruire della formula più economica. A pochi passi, in un cortile interno, Roger La Grenouille, delizioso locale specializzato in rane, come si evince dal nome, ma che eccelle anche in altri piatti soprattutto a base di carne. Altra tappa da fare in zona è Le Polidor, aperto dal 1845, che ha uno dei migliori rapporti qualità prezzo della città, di cui vi avevamo già parlato a proposito della loro eccellente blanquette de veau, che viene servita tutti i weekend. Questo locale ha mantenuto intatto il fascino nel tempo, oltre che la sua autenticità, per cui possiamo trovare gente di tutti i tipi, da studenti e turisti ad habitué del quartiere. Ma ora facciamo una pausa dalla cucina francese e andiamo in Oriente, dove tra i tanti indirizzi validi, ce ne sono due in zona che meritano assolutamente una visita: il Blueberry Maki Bar di rue du Sabot per i suoi maki squisiti, innovativi e reinterpretati con nuovi ingredienti; e Orient Extreme Saint Germain di rue Palissy per l’alto livello della sua cucina giapponese tradizionale a base di crudi. 

    7e Arrondissement

    Per essere uno degli arrondissement più piccoli di Parigi non si può lamentare, visto che qui si trovano Tour Eiffel, Musée d’Orsay e Musée Rodin, ma anche un’infinità di epicerie, café e ristoranti, per cui fare una selezione è molto difficile. In primis vi segnaliamo uno dei nostri preferiti per ambiente e qualità della cucina, classica e stagionale: è Le Bistrot de Paris, dove amava andare sempre Serge Gainsbourg e dove al primo piano si trova ancora la biblioteca dello scrittore André Gide. Imperdibile è la loro mousse al cioccolato fatta in casa e servita direttamente al cucchiaio dalla scodella! Nelle vicinanze si trovano le due piccole sedi di Au Pied de Fouet, che oltre a servire piatti della tradizione su tovaglie a quadretti, citiamo soprattutto per l’usanza di tenere da parte in un mobile a vista i tovaglioli dei clienti habitué… Più familiare di così! Ma se preferite una cosa rapida e di passaggio, non perdetevi il miglior fish and chips di Parigi da Mersea, mentre se volete provare un ristorante stellato, forse il più amato del momento, c’è l’Arpege di Alain Passard, che con menu per lo più vegetali a base di verdure che arrivano dalla Bretagna, terra natale dello chef, ha ben 3 stelle. Altro locale che va per la maggiore oggi è il Café des Ministères, che propone una reinterpretazione creativa dei classici francesi, come le loro oeuf mayonnaise o il cavolo ripieno. Infine, ai piedi della torre, trovate la vera cucina del Sud Ouest, con cassoulet e confit de canard preparati a regola d’arte, in un ambiente piacevole e accogliente: è La Fontaine de Mars, nella deliziosa piazzetta omonima con la fontana al centro. 

    Foto di Giulia Ubaldi

    8e Arrondissement

    Quartiere chic e d’affari, qui si trova il Parc Monceau, con il Musée Nissim de Camondo che vi consigliamo di visitare assolutamente. Altra tappa gastronomica obbligatoria è la Brasserie Lazare Paris, proprio all’interno della stazione, dove lo chef Eric Frechon propone i grandi classici della cucina francese preparati magistralmente (da provare il pollo con verdure e la sua salsiccia con puré, definita la migliore della città). Restiamo su alti livelli con Pierre Gagnaire, 3 stelle Michelin, che rappresenta veramente uno dei migliori volti dell’alta cucina francese. Torniamo con i piedi per terra e atterriamo da Chez Leon di Rue de l’Isly, un mix perfetto tra ambiente e cibo: piatti tradizionali francesi, comptoir e tavoli in formica e un’atmosfera accogliente e d’altri tempi, che non a caso ha ispirato anche Georges Simènon per i suoi romanzi con il Commissaire Maigret. Se invece siete stanchi della cucina francese, c’è uno dei migliori e più autentici giapponesi della città: Okamé. 

    9e Arrondissement

    Premier Photo/shutterstock.com

    Un tempo più residenziale, oggi il nono arrondissement ha preso una gran vita, tant’è che moltissimi sono i ristoranti e i locali che scelgono e vogliono aprire proprio qui. La prima esperienza che vi consigliamo di fare è davvero insolita: al 17 di rue Bleue c’è la Maison de la culture Arménienne, una vera e proprio casa (tant’è che non c’è alcuna insegna fuori), aperta nel 1954 da francesi di origini armena con lo scopo di creare un luogo per la loro comunità a Parigi. Oggi è tenuta da una coppia di armeni georgiani che preparano una deliziosa cucina casalinga: da provare sono i loro ravioli in tre versioni (pelmeni russi, vareniki ucraini e khinkali georgiani); poi sono ottimi i loro involtini in foglie di vite e il khachapuri

    Sempre in zona si trova un’istituzione parigina, ovvero il Bouillon Chartier, il bouillon per eccellenza, l’unico rimasto vero e proprio dopo la chiusura di Duval e prima dell’apertura dei Bouillon Pigalle e République. Aperto nel 1896 secolo da Frédéric e Camille Chartier, sempre in rue du Faubourg-Montmartre, serve classici della cucina francese ad un ritmo che dovrebbe essere studiato da chiunque (ogni cameriere porta almeno sei piatti alla volta, facendo centinaia di coperti al minuto) e a prezzi imbattibili, per un rapporto qualità prezzo unico in città. Ma attenzione perché la fila è assicurata, tranne se andate fuori orario, perché non si prenota. Per una cucina francese più ricercata, invece, in zona vi consigliamo Bon Georges, soprattutto per le oeuf mayonnaise

    10e Arrondissement

    Altro quartiere in crescita che ci piace molto e che si estende intorno a Place de la Republique e al Canal Saint-Martin, dove a due passi trovate la crêperie più buona di tutta Parigi, Lulu la nantaise ( fidatevi che lo diciamo dopo averne provate parecchie!). Addentrandoci nel quartiere troviamo Le Réveil du 10ème, davanti al mercato coperto Saint Martin, che vi consigliamo non tanto per la cucina, che è semplice, economica e da bistrot, quanto per la bella atmosfera che si respira e perché, non da meno, tra gli habitué viene spesso l’attore Louis Garrel. Continuando per rue Château d’Eau, incontriamo le passage Brady che con i suoi ristoranti di cucina indiana e negozi di spezie, vi farà fare un piccolo viaggio in India e poi Pizza Grill Istanbul che vista la difficoltà di cui vi avevamo già parlato di trovare cucina turca al di fuori del kebab, ci sembrava degno di nota per gli ottimi piatti turchi che propone. A pochi passi, invece, sembra di entrare in un film (infatti ne sono stati girati molti) alla Brasserie Floderer, tutta in stile belle époque, che propone piatti alsaziani come la choucroute (anche se resta indiscutibilmente migliore quella di Bofinger nel 4eme, ma il locale merita comunque una visita). Concludiamo il nostro tour del decimo con il piccolo Vivant 2, alta cucina e grandi vini da provare nell’esperienza al bancone. 

    11e Arrondissement

    Ex quartiere industriale e popolare, negli anni è forse uno di quelli che si è trasformato di più, diventando bobo e alla moda, con un’infinità di ristoranti e di locali sempre pieni, soprattutto intorno a rue Oberkampf. Prima tappa obbligatoria è all’Isola La Cantine Littéraire, dove il proprietario Guido Aloia accoglie gli ospiti come a casa nel suo bacaro veneziano, con cicchetti e spritz, ma anche con deliziosi piatti classici italiani e vini provenienti da tutta Italia. Spesso, come si intuisce dal nome, organizza anche serate letterarie e presentazioni di libri, ma in ogni caso qui starete sempre bene (tant’è che è diventato anche il luogo scelto da moltissimi attori famosi). Di fianco si trova Le Villaret, eccellente ristorante molto attento alla stagionalità, che propone piatti francesi, sempre leggermente reinterpretati e in abbinamento a ottimi vini. In zona c’è anche Tawlet, di cui vi avevamo parlato a proposito della cucina libanese di Kamal Mouzawak, mentre andando verso la Bastiglia, tra gli innumerevoli locali presenti, ci sono altre due tappe da fare: Chez Pradel, che in un ambiente piacevole e informale, fa le patatine fritte più buone di Parigi, tant’è che hanno un piano della cucina dedicato solo a loro (anche la cotoletta è ottima, così come tutti i fritti); e Il bacaro, di nome e di fatto, dove Eleonora Zuliani, di origini friulane, prepara una delle migliori versioni presenti in città della cucina italiana, con una certa influenza veneziana. 

    12e Arrondissement

    Foto di Giulia Ubaldi

    Nel dodicesimo arrondissement vale la pena andare prima di tutto al Marché d’Aligre, di cui vi avevamo già parlato a proposito dei migliori mercati gastronomici di Parigi. Dopo un aperitivo al Baron Rouge, vi diamo tre opzioni, una meglio dell’altra: la prima è il Restaurant Passerini, che è stato giustamente premiato come il migliore ristorante italiano nel mondo per una cucina nuova che unisce la pasta con alcuni sapori, ingredienti e gusti francesi, per un risultato squisito e impeccabile. E quando mi dicono “Ma non vado a Parigi per mangiare italiano”, io rispondo “E vi sbagliate di grosso!”. 

    Poi c’è Le Cotte Rôti, un locale molto accogliente con un ottimo servizio di sala giovane e attento, dove trovate i piatti della cucina francese rivisitati, preparati ad un alto livello, a soli 35 euro per un menu completo con antipasto, piatto e dessert (solo in settimana, il weekend si riposano). Infine, è vero che di ristoranti libanesi a Parigi ce ne sono tanti, ma pochi sono veramente buoni come BeyÏt Jedo in Avenue Daumesnil, dove potete arrivare percorrendo la meravigliosa Promenade Plantée. 

    13e Arrondissement

    Intorno ad Avenue d’Ivry si trova la più grande comunità cinese d’Europa, per cui in questa zona trovate un’infinità di negozi asiatici e ristoranti che propongono la cucina delle varie regioni della Cina. Ma in realtà non solo: la verità è che nel tempo questo arrondissement è diventato una sorta di banlieue dentro Parigi (basti osservare i grandi palazzoni che sono sorti) dove abitano francesi, portoghesi, vietnamiti, magrebini, e che ha ispirato anche il tema a cui il regista Jacques Audiard ha dedicato il film “Les Olympiades”, dal nome del quartiere e della fermata della metro. Da visitare qui è La Butte aux Cailles, zona giovane piena di studenti e di locali, dove spariscono i grandi palazzi e ritroviamo piccole casette di cui la maggior parte ricoperte di street art, che resta una delle maggiori attrazioni del 13e arrondissement. Tempio degli studenti è Chez Gladines Butte aux cailles, un’istituzione che ormai da anni prepara piatti baschi e del Sud Ovest della Francia ad ottimi prezzi, come la loro leggendaria scaloppina con salsa ai funghi. A pochi passi un altro indirizzo per provare la cucina basca: è l’Auberge Etchegorry, vero e proprio albergo che dal 1962 appartiene alla stessa famiglia e dove ancora oggi si può dormire, dopo aver gustato un pasto delizioso, in un posto che sembra un po’ fuori dal tempo e soprattutto fuori Parigi, in un ambiente estremamente caloroso e accogliente. E non a caso, Etchegorry in basco significa proprio “casa”.

    14e Arrondissement

    È il quartiere di Montparnasse, della grande torre nera che i parigini non amano e dei cinema multisala che si susseguono nel grande Boulevard. In una traversa, rue Montparnasse, trovate la via delle crêpes, dove ci sono una crêperie dopo l’altra (anche se noi continuiamo a preferire quelle nel decimo), ma non è un caso, poiché sono state tutte aperte dai primi bretoni che arrivavano proprio qui in zona con il treno dalla Bretagna. Gli indirizzi che vi consigliamo intorno alla stazione sono invece questi tre: un ottimo bouchon lyonnais, L’Opportun, che fa la vera cucina autentica di Lione, come ad esempio la quenelle, di cui vi avevamo parlato a proposito delle salse; a pochi passi le varie sedi de La Cantine du Troquet, aperte dall’imprenditore Christian Etchebest, dove si mangiano classici francesi ben fatti. Concludiamo con una piccola chicca, un posticino simile a Au Petit Bar, tenuto da due ragazzi, con una signora in cucina: è Le Vaudesir, aperto da fine Ottocento, oggi frequentato soprattutto dagli habitué del quartiere, che propone un solo piatto diverso ogni giorno, con un comptoir degno di nota. 

    15e Arrondissement

    È l’arrondissement più grande che ci sia a Parigi, per cui è impossibile definirlo perché cambia moltissimo da una zona all’altra. Qui si trovano tanti indirizzi validi sparsi qua e là, di cui ve ne citiamo qualcuno, ma vi invitiamo ad andare po’ alla cieca e alla scoperta perché siamo certi che ne troverete di nuovi! 

    In primis c’è Je Thé… Me, un’ex épicerie che esiste dal 1885, inserita tra i monumenti storici della città, che ancora porta le antiche insegne dei prodotti in vendita: caffé, té, spezie, vini, champagne, etc. “Solo” da 40 anni è un ristorante sempre con lo stesso proprietario, che propone piatti classici molto curati in un ambiente intimo e d’altri tempi. A pochi passi con un menù a 29 euro anche la sera, c’è l’accogliente Le Murier, per una cucina francese semplice e di casa. Se avete un momento di nostalgia, deliziatevi al Ristorantino Shardana – cucina sarda, un angolo di Sardegna e uno dei migliori ristoranti italiani di Parigi. Per una cucina basca fatta come si deve, invece c’è Le Volant Basque, mentre in un ambiente più moderno con piatti francesi rivisitati, L’Antre Amis

    16e Arrondissement

    Quartiere chic e residenziale, vi consigliamo due posti in linea con la zona: il primo è l’Auberge St Jean de Luz, un posto un po’ fuori dal tempo, più caro di quello che sembra in apparenza, con una buona cucina francese di casa che cambia ogni giorno, mantenendo alcuni piatti fissi nel menù, come ad esempio la loro trippa. L’altro è Le Relais du Bois, per il Bois du Boulogne che si trova a due passi: fu aperto da una signora italiana nel 1944, Madame Giovanni, che inizialmente faceva cucina italiana; successivamente, nel 1973 il relais è passato nelle mani dell’attuale proprietario Lucien, che lo ha trasformato in un bistrot parigino, ma continuando a fare la cotoletta alla milanese in onore della sua fondatrice. 

    17e Arrondissement

    Uno degli arrondissement che è più cambiato negli ultimi anni, in particolare Batignolles. Infatti, dall’essere una zona tranquilla e residenziale, hanno iniziato ad abitare qui giovani benestanti che hanno risvegliato il quartiere. Così hanno aperto vari locali, bar à vin e ristoranti, ma noi ve ne consigliamo due storici, aperti da tempo: uno è Les Gourmets des Ternes, sempre vivo e pieno di gente, dove il proprietario colleziona foto con gente famosa e dove la sogliola alla mugnaia e patatine fritte sono un’istituzione, così come ogni piatto del giorno; l’altro è Il etait une oie dans le Sud Ouest, tempio della cucina del sud ovest, dove provare confit o magret de canard e cassoulet. 

    18e Arrondissement

    irena iris szewczyk/shutterstock.com

    Eccoci giunti a Montmartre, il quartiere forse più iconico e simbolico di Parigi. Dopo aver passeggiato per le sue vie poetiche, data la vista su tutta la città e visitato il suo museo (il Musée de Montmartre, di cui vi avevamo parlato a proposito della festa della vendemmia), vi consigliamo due indirizzi intorno alla Basilica del Sacro Cuore così evitate di capitare in uno degli infiniti locali turistici presenti in zona! Partiamo dall’alto, dal ristorante stellato L’Arcane, uno dei migliori che ci sia in città, che si chiama così perché inizialmente facevano un menù segreto ogni volta a sorpresa (l’arcano). Se avete voglia di provare l’alta cucina francese vi consigliamo di andarci oggi prima che lo chef Laurent Magnin prenda la seconda stella, così potete approfittare del menù a pranzo a soli 65 euro. Se invece cercate un posto “alla buona” dove mangiare grandi classici come quiches, hamburger e patatine fritte o blanquette de veau, ai piedi della Basilica, in fondo ad una delle sue pittoresche scalinate, c’è L’Été en Pente Douce, ad un buon rapporto qualità-prezzo (soprattutto per la zona). 

    19e Arrondissement

    È qui il polmone verde di Parigi, ovvero il Buttes-Chaumont, che è il parco più grande di tutta la città. Ma questa zona è anche spesso meta degli appassionati di musica visto che qui ci sono la Cité de la musique e locali come La Gare/Le Gore, Rosa Bonheur, Le Zénith e Le Cabaret Sauvage. Ma se volessimo mangiare qualcosa? Fino a non troppi anni fa era più difficile trovare qualcosa in questa zona, ma oggi i locali di qualità stanno aumentando. Potete andare sul sicuro al Restaurant Quedubon, di nome e di fatto e Coup de Tête, un ristorantino di quartiere molto carino, intimo, con un ambiente di casa, dove lo chef colombiano prepara una cucina meticcia, semplice, ma sempre molto curata, con ottimi vini. 

    20e Arrondissement

    Concludiamo con il meraviglioso quartiere di Belleville, molto vivo e frequentato soprattutto da giovani, dove tra le vie piene di Street Art, troviamo il parco di Belleville, il Cimitero di Père-Lachaise, il mercato di Ménilmontant, la casa di Edith Piaf e a pochi passi il locale dove cantava, Aux Folies. Per quanto riguarda il cibo, oltre ad un’infinità di locali che fanno piatti da tutto il mondo, noi vi consigliamo Le Baratin, che fa una cucina francese rivisitata e di cui vi avevamo parlato a proposito del pot-au-feu in versione estiva. Se invece vi manca la pizza, Il Posto fa un’ottima versione napoletana in forno a legna. 

    Il nostro viaggio a Parigi è giunto al termine. Avete qualche locale del cuore da segnalarci e da aggiungere alla lista?


    Credits immagine in evidenza: Catarina Belova/shutterstock.com 

     

    Antropologa del cibo, è nata a Milano, dove vive e scrive per varie testate, tra cui La Cucina Italiana, Scatti di Gusto, Vanity Fair e le Guide Espresso. Il suo piatto preferito sono gli spaghetti alle vongole, perché per lei sono diventati un'idea platonica: "qualsiasi loro manifestazione nella realtà sarà sempre una pallida copia di quella nell'iperuranio". Nella sua cucina non mancano mai pistilli di zafferano, che prima coltivava!"

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