Cipolla di Tropea, le caratteristiche di un prodotto della terra unico nel suo genere

Michela Del Zoppo
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    Noi italiani la conosciamo come “La Regina Rossa”: no, non è il titolo di un romanzo bestseller ma quello di un ortaggio dolce e delizioso, la cipolla rossa di Tropea.
    Si tratta senza dubbio di uno dei prodotti entrati a far parte delle eccellenze del nostro Paese che sono stati premiati con il marchio IGP, come lo speck dell’Alto Adige, la mortadella di Bologna o il limoncello di Sorrento. Ma cosa la rende così speciale e quali sono le sue caratteristiche? Partiamo alla volta di Tropea, sul litorale calabrese, per conoscere una delle cipolle più famose al mondo!

    Le origini della cipolla rossa di Tropea, il frutto di una terra iconica

    Diciamo “Calabria” e pensiamo subito alla nduja e alle tantissime specialità del territorio – dalla liquirizia di Rossano, agli agrumi, al bergamotto. E lungo le scogliere di Tropea, tra le coste Tirreniche di Capo Vaticano e fino alle città di Vibo Valentia e Lamezia Terme, cresce un’altra delle specialità che ha fatto la storia gastronomica di questa regione

    Cristi Popescu/shutterstock.com

    Gli storici del cibo sono concordi nel dire che le cipolle rosse sarebbero arrivate in Italia circa 3000 anni fa grazie ai commerci di Greci e Fenici, come riporta lo storico e filosofo ellenico Strabone. Fondamentale per l’economia del luogo, durante il dominio borbonico del XVIII secolo veniva venduta in moltissimi paesi del Mediterraneo, ed era un prodotto molto apprezzato anche dai Paesi del Nord Europa. Dovremo attendere gli anni ‘30 del Novecento per i primi rilevamenti statistici sulla coltivazione della cipolla in Calabria, riportati nell’Enciclopedia agraria Reda. È poi nel periodo del secondo dopoguerra, a partire dagli anni del boom economico, che la cipolla rossa di Tropea conosce di nuovo una grandissima fama anche all’estero.

    Nel 2008 la cipolla Rossa di Tropea Calabria è entrata a far parte dell’elenco europeo delle “Denominazioni di Origine e Indicazioni Geografiche Protette” guadagnando il marchio IGP. Nello stesso anno è nato il Consorzio Tutela Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP che, con l’Assessorato Regionale all’Agricoltura, ha promosso numerose iniziative per contrastare la contraffazione e promuovere il prodotto in Italia e all’estero.

    La nascita del Consorzio e il suo ruolo nella conservazione del marchio IGP

    L’obiettivo principale del Consorzio, come si legge sul sito web dedicato, è di “mettere in evidenza le peculiarità riconosciute dal marchio IGP agli occhi dei consumatori più attenti alle produzioni agricole di qualità”.

    Grande attenzione è poi dedicata anche alla promozione del prodotto tramite campagne di comunicazione, molte delle quali incentrate sul mangiare sano e sull’educazione alimentare per rendere le persone – soprattutto quelle giovani – più consapevoli di ciò che mangiano.  

    Incentivare la consapevolezza di chi acquista il prodotto, infatti, è poi un altro degli obiettivi chiave: fare informazione raccontando tutte le fasi della filiera è un modo per far conoscere ancora meglio le peculiarità della cipolla rossa di Tropea.

    Dan Rentea/shutterstock.com

    A far parte del Consorzio sono tre categorie di soggetti, ognuno con un suo ruolo specifico:

    • i produttori, che selezionano il seme secondo i criteri del Disciplinare di Produzione. Una volta giunte a maturazione, le cipolle vengono raccolte e consegnate alla fase successiva della filiera;
    • i confezionatori, che operano nella stessa area dei produttori come vuole la normativa, sono figure estremamente importanti perché preparano il prodotto così come lo troveremo negli scaffali dei supermercati;
    • la terza figura è quella dei trasformatori, che si occupano di tutti quei processi di elaborazione come sottoli e sottaceti, che possono utilizzare il riferimento “Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP” solo sotto il diretto controllo del Consorzio per quanto riguarda l’origine del prodotto e la sua destinazione.

    Cipolla rossa di Tropea IGP: tutte le caratteristiche della “Regina Rossa”

    Siamo forse abituati a pensare che la cipolla rossa cresca soltanto nella zona di Tropea, ma non è così: questa prelibatezza dal colore e dal sapore unici è diffusa un po’ in tutta la Calabria. Tuttavia il terreno umido a base sabbiosa, il clima temperato della zona costiera del medio Tirreno, la temperatura media dell’area che si mantiene mite anche durante l’inverno e la vicinanza al mare sono le caratteristiche principali che rendono così peculiare questo prodotto, e fanno sì che, se coltivato in altre zone al di fuori di quelle previste dal disciplinare, perda le sue qualità organolettiche.

    Più dolce rispetto alle cipolle bianche o a quelle dorate, la cipolla di Tropea ha una forma tondeggiante e si distingue dal colore rosso vivo della sua tunica, mentre risulta bianca e carnosa all’interno.

    Ma perché la cipolla rossa è… rossa? Il colore è dato dalla presenza degli antociani, potenti antiossidanti che aiutano a neutralizzare i radicali liberi, contrastando l’invecchiamento. Sono contenuti in tutti i frutti e vegetali “violacei”, dalla melanzana ai frutti di bosco, fino all’uva rossa e ai ribes. 

    Le fasi di produzione 

    Il momento più importante nella coltivazione della cipolla rossa di Tropea è sicuramente la preparazione del terreno, che viene arato, fresato e sistemato per procedere poi all’impianto del seme. A questo punto si può procedere in tre modi: 

    • tramite la piantumazione dei bulbi, che avviene a fine agosto in modo da avere già la produzione in ottobre; 
    • con la semina diretta, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, per ottenere le prime cipolle durante il periodo natalizio; 
    • infine, il trapianto di piantine a radice nuda, che consiste nel preparare le piantine in semenzai all’aperto allestiti dagli stessi agricoltori nel periodo tra agosto e settembre. Il trapianto vero e proprio avviene poi nel periodo compreso tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre in modo da avere le cipolle fino al mese di marzo. Per essere pronte a questa terza tecnica, le piantine devono aver raggiunto un’altezza di almeno 15 cm e avere 4 o 5 foglioline.

    La raccolta si effettua rigorosamente a mano, e le cipolle destinate alla trasformazione vengono lasciate nel campo per almeno 8 giorni, in modo da favorire il processo di disidratazione. Per il consumo del prodotto fresco, invece, le cipolle vengono raccolte quando le code sono ancora di un verde intenso e i colli iniziano a colorarsi del tipico rosso della cipolla di Tropea.

    Come usare la Cipolla rossa di Tropea in cucina? 

    Fabrizio Guarisco/shutterstock.com

    La cipolla, lo sappiamo, vanta moltissime proprietà nutrizionali, ed è anche un prodotto che non può mancare nella nostra cucina per la sua versatilità. La cipolla rossa di Tropea, naturalmente, non fa eccezione: con il suo sapore dolce può arricchire ogni piatto! 

    Tradizione vuole che, per le nonne calabresi, fosse indispensabile in qualsiasi soffritto che si rispetti. Ma non solo: oltre a essere consumata cruda, era l’ingrediente di riferimento nei bolliti di carne (soprattutto vitello e pollo). Oggi è protagonista delle preparazioni più varie e accompagna moltissimi secondi piatti – come la tagliata di tonno al vapore – che i primi (avete mai provato ad abbinarla a dei bucatini alla zucca?).

    Queste sono solo alcune delle ricette che è possibile preparare con la cipolla rossa di Tropea, ma non vogliamo certo mettere limiti alla creatività in cucina: potete accompagnarla a carne e pesce, usarla per fare un’ottima confettura, e scegliere se cucinarla al forno, in padella, bollita, in crema o cruda in insalata. 

    Conoscevate tutte le caratteristiche della cipolla rossa di Tropea? Come la usereste in cucina? 


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    Copywriter e Social Media Manager, se la cava meglio con le parole che con mestoli e padelle. Abruzzese DOC, in cucina si divide tra la tradizione della sua regione e quella della Puglia garganica, che è un po' una seconda casa. Sulla sua tavola non possono mai mancare un buon bicchiere di Montepulciano e un liquore di genziana, perfetto dopo una scorpacciata di arrosticini!

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