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CETA, verso la ratifica del trattato tra UE e Canada

Redazione

Se il TTIP è sempre più sofferente, soprattutto ora che alla Casa Bianca si sta insediando il presidente dell’“America first”, sembra invece in dirittura d’arrivo l’altro fronte commerciale aperto dall’UE oltreoceano. Alla firma del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), il trattato in corso tra Unione Europea e Canada dal 2009, manca infatti solo un ultimo passaggio.

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Ma mentre per sgretolare il TTIP ci sono voluti i movimenti ambientalisti, l’opposizione di Francia e Germania e, infine, come tutto lascia presupporre, la propensione al protezionismo di Donald Trump, a rischiare di far saltare il CETA è bastato il ‘piccolo’ scoglio delle autonomie regionali. La regione belga della Vallonia ha infatti tenuto in scacco il governo nazionale impedendo la ratifica del trattato. Poi però ha fatto dietrofront e ora l’accordo è stato siglato dalle parti e manca solo la ratifica formale dei 28 stati membri della UE.

UE, la difficile strada degli accordi internazionali

MANIFESTAZIONE

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Ma come è potuto succedere che una piccola regione di 3,6 milioni di abitanti, meno dell’1% della popolazione dell’UE e circa 1/3 della popolazione nazionale, abbia potuto ostacolare la decisione di 28 governi nazionali? Semplice: il parlamento vallone è un organo legislativo federale con potere di veto sui trattati internazionali. Ma vediamo cos’è il CETA e perché i valloni lo hanno osteggiato.

TTIP e CETA, differenze e punti in comune

Nonostante ruotino attorno agli stessi grandi temi – scambio merci, occupazione, sviluppo economico – il TTIP e il CETA si differenziano sotto alcuni aspetti. In primo luogo, le trattative con Ottawa sono state pubblicate e rese disponibili già dal 2015 mentre per conoscere i termini contrattuali in corso con gli USA c’è voluta la crepa aperta da Greenpeace con i Ttip-leaks. Inoltre, il CETA offre maggiori garanzie in tema di sicurezza, in quanto non mette in discussione le normative e i veti UE sull’importazione, ad esempio, di OGM e di alimenti trattati con ormoni.

L’amicizia economica fra Canada ed Europa

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I dati del 2015 riferiscono che l’EU è il secondo partner commerciale più importante per il Canada dopo gli USA (9,5% dell’export), mentre come destinazione delle merci in partenza dall’Europa, il Canada si piazza al 12° posto. Il valore bilaterale complessivo degli scambi di merci e servizi è stato di più di 90 miliardi di euro, mentre, nel 2014, gli investimenti hanno movimentato 272,2 miliardi di euro dall’EU verso Canada e 166 miliardi di euro dal Canada verso l’EU.

Cosa prevede il CETA

Il CETA si inserisce come ultimo tassello di una la lunga e amichevole storia di cooperazione fra le due aree, basata su accordi risalenti al 1976 e implementati nel corso degli anni da rettifiche bilaterali atte a migliorare le condizioni di reciproca penetrazione economica. Questi i punti fondamentali del nuovo accordo:

Abolizione dei dazi doganali

Il CETA permetterebbe di eliminare in tempi molto brevi (entro 7 anni) il 99% delle barriere doganali. Con l’abolizione dei dazi, secondo quanto sostiene la Commissione UE, gli esportatori europei risparmierebbero attorno ai 500 milioni di euro all’anno. Il negoziato è particolarmente promettente per i prodotti agricoli trasformati, uno dei principali interessi per l’export del nostro continente.

Protezione dei prodotti tradizionali

parmigiano reggiano

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I prodotti UE di indicazione geografica beneficerebbero con il CETA di una tutela supplementare, a vantaggio degli agricoltori e delle piccole aziende che operano nel settore della produzione alimentare. In termini concreti, prodotti come il Grana Padano, il Roquefort francese, le olive Kalamatas della Grecia o l’Aceto balsamico di Modena sarebbero protetti sul mercato canadese grazie alla possibilità, negata fino ad ora, di indicarne la regione di provenienza.

Accesso agli appalti pubblici

Le imprese potrebbero accedere agli appalti pubblici emessi dal governo canadese a tutti i livelli, includendo per la prima volta anche le amministrazioni provinciali, responsabili di una parte consistente della spesa pubblica del Canada. Le imprese europee avrebbero un accesso preferenziale in quanto il Canada non ha mai stipulato alcun accordo del genere oltre confine. Il CETA dovrebbe infine anche agevolare il trasferimento di personale oltreoceano.

Rispetto della normativa UE

Secondo quanto contenuto nel testo dell’accordo, il CETA “non inciderà sulle normative dell’UE in campo alimentare e ambientale. I produttori canadesi potranno esportare e vendere i loro prodotti nell’UE solo se essi rispettano pienamente la pertinente normativa europea, senza alcuna eccezione”. Nessuna interferenza dunque sulle restrizioni UE in materia di OGM o di carni bovine contenenti ormoni, argomento trascurato invece dal TTIP e sul quale avevano fatto leva i movimenti contrari al trattato USA-EU.

Perché allora la Vallonia ha fatto resistenza?

vallonia

Vincolato dal no dei valloni, il Belgio era l’unico dei 28 paesi UE a non aver dato ancora il via libera ad un accordo che fino al giorno prima della scadenza era dato per certo. L’opposizione vallona, di cui la Commissione Europea era a conoscenza da tempo, si basava sul timore che il CETA potesse ridurre la sovranità dei singoli stati europei e la capacità delle autorità locali di difendere i propri interessi. Dopo ore di rassicurazioni da parte del governo centrale belga, la Vallonia ha infine ceduto e si è dichiarata pronta a dare il suo beneplacito.

Rimane però l’imbarazzo della Comissione UE nei confronti del primo ministro canadese Justin Trudeau. E rimane anche una riflessione sul fatto che dei piccoli governi regionali come la Vallonia abbiano il potere legislativo di mandare a monte un accordo sul quale il resto dell’UE è favorevole. Tema interessante anche per l’Italia, alla vigilia di un referendum costituzionale che potrebbe cambiare l’assetto delle autonomie regionali. E voi cosa ne pensate?

Seguiremo gli sviluppi della vicenda CETA e nel frattempo segnalo alcuni articoli sul “gemello diverso” TTIP apparsi recentemente sul Giornale del Cibo: Chi sarà l’ultimo ad arrendersi?Ttip-leaks: Svelate le trattative USA-UEIl fronte della protesta avanza contro le lobbyTTIP: quale impatto sulla salute e sull’economia?

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