“Afrodita” di Isabel Allende: quando il Gusto abbraccia l’Eros
“Dopo aver fatto un paio di giri completi nel mondo degli afrodisiaci, scopro che l’unica cosa che davvero mi eccita è l’amore. E allora dedico queste divagazioni erotiche agli amanti che giocano e, perché no?, anche agli uomini spaventati e alle donne malinconiche […] Non posso separare l’erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno. Da qui nasce l’idea di questo libro, un viaggio senza carta geografica attraverso le regioni della memoria sensuale, là dove i confini tra l’amore e l’appetito a volte sono talmente labili da confondersi completamente.” – Isabel Allende
Un incipit, questo di “Afrodita” di Isabel Allende, che non lascia spazio a libere interpretazioni. Un inizio che già racconta il senso di questo libro, pubblicato in Italia nel 1997 da Feltrinelli. Una sorta di carta di intenti che rivela la natura di quest’opera che, per certi versi, appare indefinibile. Non è un romanzo, nè un’autobiografia, e di certo non potrebbe essere definito come un semplice libro di ricette, nonostante al suo interno ve ne siano elencate diverse e tutte particolarissime.
E’ più che altro la rappresentazione, in forma scritta, di come l’eros e il cibo vadano di pari passo. Di come l’amore e l’arte culinaria, intersecandosi, possano dare vita a piatti deliziosi capaci di solleticare non solo i nostri sensi, ma anche la nostra immaginazione.
E i cinque sensi sono proprio il mezzo attraverso il quale l’Allende, con grande delicatezza, riesce a descriverci il rapporto tra cibo ed erotismo. I sensi che, oltre alla loro funzione erogena, fungono anche da metro di giudizio di piatti e ricette.
E se la vista facilita l’approccio amoroso e culinario perché, come dice la scrittrice “ Il cibo, come l’erotismo, entra dagli occhi”, allora l’olfatto genera il desiderio.
L’udito, forse il migliore tra gli afrodisiaci, rivela la sua potenza anche nel mondo culinario: ascoltare la descrizione di un piatto è, infatti, uno stimolo per accendere l’immaginazione e gli altri sensi.
E infine tatto e gusto che, ovviamente, si avvalorano l’uno con l’altro, rappresentando il culmine estremo dell’erotismo gastronomico.
Queste le premesse, i punti di partenza, di un viaggio nel gusto, nelle tradizioni e nella vita, amorosa e non, dell’autrice e che termina“Afrodita” con una corposa raccolta di ricette. Una sorta di “ricettario magico”, nel quale l’ingrediente basilare è sempre uno: l’amore.
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