Un boss in salotto di tasko

Giuliano Gallini

un tavolo apparecchiato per la cena

Anno 2013; regia di Luca Miniero; genre: commedia.

TRAMA: Cristina, un’aspirante bolzanina interpretata da Paola Cortellesi, vede sconvolta la sua vita quasi perfetta dall’arrivo del fratello Ciro (Rocco Papaleo). Il presunto boss camorrista è in attesa di essere processato ed indica come luogo per gli arresti domiciliari la casa della sorella che non vede da 15 anni. Si scoprirà così che Cristina, in realtà Carmela, oltre ad aver cambiato nome ha completamente rinnegato le proprie origini intraprendendo un ardua ascesa verso i “salotti buoni” della città. L’inaspettato ospite interromperà bruscamente la consolidata routine della famiglia Coso, dove il poco ambizioso marito Michele (Luca Argentero) e i due figli Vittorio e Fortuna sono impegnati nel difficile compito di non disattendere le altissime aspettative di una Cortellesi determinata a raggiungere un netto riscatto sociale.

SCENA: Reputo fondamentale la presenza del cibo all’interno di questa commedia perché accentua e sottolinea la maggior parte delle scene comiche dando loro colore e soprattutto aiutando lo spettatore a carpire quella che è la differenza di abitudini tra Nord e Sud. L’eccellenza contraddistingue ogni prodotto tipico che viene presentato, spesso in modo ironico e, per quanto non si tratti affatto di un film incentrato sulle arti culinarie, più di qualche volta ci lascia con l’acquolina in bocca. Dopo una lieve riflessione su quanto appena detto è meraviglioso poter constatare quanto il cibo nel nostro paese sia fonte di tradizione, cultura e popolarità! Difficile sarebbe immaginarsi la scena della preparazione della conserva da parte di Papaleo se non fosse così tanto radicata in noi la consapevolezza della tradizione Napoletana per la produzione di passate di pomodoro, come del resto sembrerebbe incomprensibile l’ovazione che esplode da parte della famiglia “Coso” alla visione di alcune delle più acclamate specialità campane se non fossimo a conoscenza della loro rinomata squisitezza. Impossibile poi non concludere l’arrivo del Boss in macchina di Cristina paragonando pizza e canederli dopo aver decantato pregi e difetti delle rispettive regioni d’origine. Tante altre sono le situazioni che quasi certamente non possono avere lo stesso “sapore” se vissute in un paese diverso dal nostro e nemmeno lo stesso “odore”…quello del caffè tostato esaltato dalla nostra amata ed insostituibile moka! Ecco quello che mi ha trasmesso questo film, un piccolo inno all’ Italia unica ed ineguagliabile per varietà e qualità dei suoi prodotti e delle sue usanze!

COMMENTO: Un simpatico spaccato di cultura popolare italiana che si rafforza di scena in scena condito da ricette e preparazioni di prodotti tipici ben riconducibili alle regioni d’appartenenza dei protagonisti.… Piccolissimo appunto sullo sketch del cestinamento delle bontà cucinate dal Boss perché buttar via una pastiera è un assassinio degno di un camorrista e non di una signora dell’alta borghesia!!!

Scrittore di romanzi, lettore appassionato ed esperto del mondo del cibo e della ristorazione. Crede profondamente nel valore della cultura. In cucina non può mancare un buon bicchiere di vino per tirarsi su quando sì sbaglia (cosa che, afferma, a lui succede spesso).

Lascia un commento