Puntarelle alla bottarga
Questa, in effetti, non è una vera e propria ricetta, perchè è di una semplicità essenziale. Ve la propongo con grande entusiasmo, in quanto per me è stata una sorpresa casuale, ma davvero una stupenda sorpresa. Tenete conto che mi è capitato spesso di andare in crisi di astinenza da puntarelle, posto che per motivi a me del tutto ignoti, la catalogna (per chi non lo sapesse è questo, il nome della cicoria-non-cicoria dalla quale si...(non mi viene il termine), diciamo, estraggono le puntarelle, appunto, non era nota sino a poco tempo fa, qui in Sardegna. O meglio, lo era, ma solo come piatto romanesco, da mangiare, appunto, a Roma, e solo là. Quando finalmente i primi cespi di Catalogna hanno approdato sulle splendide rive di Ichnusa, così come aveva fatto la statua della Madonna di Bonaria diversi secoli orsono, mi sono scaraventato a comprarle. Un sacchetto di puntarelle pronte (ma si sentiva l'imperizia di chi le aveva preparate) me lo fecero pagare un cifra che è persino vergognoso citare. Tuttavia, rinunciando alla macchina per usare una vespetta di quinta o sesta mano, tagliando sul vestiario e rinunciando per lungo tempo al riscaldamento casalingo, continuai a comprarmele. La svolta venne qualche mese fa quando, dopo un'assenza di anni, andai a farmi un giro a Porta Portese che, malgrè moi, non è più quella di una volta, come tante, troppe cose della Roma di una quarantina, ancora, di anni fa. Però in una bancarella facevano bella mostra di sè degli attrezzini da cucina pensati per fare - indovinate un po'? - le puntarelle. Tornato a casa andai al mercato di San Benedetto (per parere unanime uno dei più belli d'Italia, soprattutto nella sua parte dedicata al pesce) mi comprai per poca moneta un grande mazzo di Catalogna e mi preparai per abbandonarmi al vizio! Ci misi un paio d'ore, anche perchè non sapevo ancora come usare l'attrezzino di cui vi parlavo, una specie di pipetta per l' erba, almeno per quanto mi riguarda. Ed in effetti, la mia personale depravazione si nutre proprio di un' erba, anche se non esattamente la stessa che voi potreste immaginare. Ci misi un paio d'ore, ma alla fine davanti ai miei occhi si stendeva una notevole distesa di puntarelle. Le feci doverosamente arricciare nell'acqua gelata e poi procedetti a condirle nella maniera tradizionale, con acciughe, olio ed aceto. Stavo per portarmele a tavola, sbavando come una lumaca, quando....
Ingredienti
- Puntarelle a volontà, già condite secondo tradizione, come descritto nella ricetta di Martino;- (?) ahah!, qui vi volevo! Ve lo dico dopo (questa l'ho rubata a Gerry Scotti...)
Istruzioni
- Contemporaneamente alle puntarelle, stavo preparando un poverissimo primo di spaghetti n°8 alla bottarga. Una cosetta francescana.
- Per quante uova di muggine avessi usato per condire la pasta, mi era avanzata circa mezza stecca di quella splendida bionda. Stavo per riporla in frigorifero, quando un'idea bislacca invase improvvisamente il mio cranio malato: presi il grattuggino, misi un po' di puntarelle in un piatto a parte e le cosparsi di polvere di bottarga.
- Oddio, ragazzi! Un accostamento paradisiaco... Per quanto buone avessi sempre trovato le puntarelle, in questa diversa versione il loro sapore si integrava a meraviglia col nuovo ingrediente, ed io, messamene in bocca una forchettata da Pantagruel, mi sentii trasportare nel Paradiso dei Gourmets.
- Poi volli provare il piatto usando pur sempre la bottarga di muggine, ma tagliata a fettine sottili. Stupendo anche così.
- Provatele così, le puntarelle. Ma attenzione: se esagerate le dosi, potreste non riuscire a sopportare il godimento troppo intenso...Ganfranco
- P.S.: Naturalmente, se per caso o perchè non avete il palato adatto, il piatto non dovesse piacervi, fate signorilmente finta di niente...Anche se mi tirate in testa le puntarelle e/o la bottarga, non mi lamenterò nemmeno un po' (^_^). Molto umilmente, raccoglierò tutto, perfino le briciole. E mi strafogherò, sino a farmele uscire dalle orecchie.