ribasso dei prezzi rapporto agromafie 2018

Le gare della ristorazione pubblica nel 6° Rapporto Agromafie

Giuliano Gallini
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Giuliano Gallini

     

    La scorsa settimana è stato pubblicato il 6° Rapporto Agromafie, redatto dalla Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” di COLDIRETTI, presieduto da Gian Carlo Caselli in collaborazione con Eurispes.

    A Palazzo Rospigliosi a Roma in centinaia hanno assistito all’evento di presentazione dei dati, alla presenza dei ministri Bonafede e Salvini, del Presidente della commissione antimafia Morra, del Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Ermini, del Presidente di COLDIRETTI Prandini, del procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho e di tanti altri.

    Il fatturato delle agromafie è in crescita e ha raggiunto i 24 milioni di Euro. Le attività criminali sono sempre più sofisticate e crescono “zone grigie”, ovvero ambiti nei quali si tenderebbe a escludere la presenza delle organizzazioni criminali ma che, invece, ne sono infettati: “la produzione, la trasformazione, il trasporto, la commercializzazione, la vendita al pubblico sono spesso manipolati da soggetti che, disponendo di grandi risorse economiche, accrescono la dimensione del loro patrimonio di provenienza illecita”. Inutile continuare: il rapporto è così denso di informazioni e tesi che se ne può solo raccomandare una lettura attenta che non potrà che appassionare.

    Mi preme qui sottolineare solo due aspetti che stanno molto a cuore a CIRFOOD e sui quali negli ultimi anni abbiamo sempre sviluppato analisi e proposte (e proteste!): le gare della ristorazione pubblica e il ribasso dei prezzi, ripresi nel 6° Rapporto Agromafie.

    Ribasso dei prezzi nell’analisi del 6° Rapporto Agromafie

    Sul livello dei prezzi dell’agroalimentare il rapporto si sofferma in particolare su quello dei prodotti agricoli, schiacciati al ribasso dalle aste della GDO, che hanno come conseguenza l’indiretta incentivazione del caporalato, la “contiguità tra agire criminale e regole di mercato” e l’ingresso sul mercato di aziende con “forti disponibilità finanziarie, ma di scarso appeal etico.”, hanno raccontato gli esperti. È chiaro come le doppie e triple aste al ribasso nel mercato agroalimentare assomiglino molto a quelle che le aziende serie soffrono nel mercato della ristorazione e che “causano mortificazioni ai diritti dei consumatori, dei produttori e dei lavoratori.”

    E infatti, a pagina 39 il Rapporto mette in chiaro come stanno le cose anche nel settore della ristorazione con un titolo al capitolo che le viene dedicato che dice già tutto: “Inganno legale nel piatto della ristorazione pubblica e privata”.

    agromafie 2018

    Dice il testo: “Le gare pubbliche di appalto per la ristorazione collettiva sono spesso ispirate al principio dell’offerta economicamente più vantaggiosa […] ma le tecnicalità formali spesso consentono aggiudicazioni al massimo ribasso con conseguente superamento o violazione della normativa vigente.”
    È proprio questo il punto fondamentale che CIRFOOD denuncia: si tratta di gare solo apparentemente alla qualità, ma che invece si rivelano mirate al massimo ribasso e che hanno come conseguenze, secondo il Rapporto:

    • Rafforzare la filiera produttiva di bassa qualità e non quella di eccellenza
    • Eccessiva tolleranza dello Stato in favore di produzioni alimentari di Paesi terzi
    • Penetrazione e diffusione nel sistema degli appalti di prodotti di scarsa qualità con ricadute sulla salute di molti cittadini-consumatori, con il conseguente aumento delle spese per il sistema sanitario nazionale
    • Concorrenza sleale di aziende che sfruttano la loro manodopera e che sono dotate di capitali non tracciabili.

    Il 6° Rapporto Agromafie elabora anche alcune proposte per superare questo stato di fatto, dai bandi a prezzo fisso, a un effettivo coordinamento dei vari enti coinvolti, dall’Anac ai Ministeri Ambiente, Interno e Salute, fino alla formazione delle stazioni appaltanti. A me piace soprattutto l’ultima proposta, ovvero “favorire uno spirito collaborativo tra Istituzioni e Aziende di ristorazione allo scopo di monitorare in modo costante questo sistema e migliorarlo nel merito”, perché spesso è proprio un clima, se non di sospetto, di diffidenza tra Istituzioni e Aziende (e in qualche caso Consumatori) a non consentire al settore di continuare a migliorarsi.

    Scrittore di romanzi, lettore appassionato ed esperto del mondo del cibo e della ristorazione. Crede profondamente nel valore della cultura. In cucina non può mancare un buon bicchiere di vino per tirarsi su quando sì sbaglia (cosa che, afferma, a lui succede spesso).

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