Le confezioni mini

Adriana Angelieri
C’è una buccia di banana sulla quale scivolano quasi tutti produttori di cibi confezionati rivelando la loro avidità: il prezzo esagerato delle confezioni mini, quelle, per intenderci destinate ai single. Un aumento veramente esagerato, non giustificato dalle aumentate spese di packaging e non bilanciato, dall’altra parte, da una simmetrica riduzione di prezzo per le confezioni maxi- familiari che invece vengono offerti con sconti modesti.

Perché questa cresta inopportuna? Per capire quanto sia esagerato l’aumento, confrontate i prezzi al chilo tra confezioni piccole, grandi e familiari. Basta una passeggiatina tra gli scaffali di un supermercato con gli occhi puntati sulla dicitura “prezzo al kg” per scoprire rincari che superano facilmente il 100% riuscendo a toccare il 130%. Più del doppio! E attenzione, non stiamo parlando di caviale Beluga, ma di pomodori pelati, parmigiano, mortadella, fagioli in scatola, tonno sott’olio, carne in scatola. Tutti prodotti super popolari, da sopravvivenza quotidiana. O forse i produttori pensano che i single siano tutti come le smandrappate scicchissime e ricche di Sex and the city, dimenticando che sono single anche le vedove con la minima, i separati ridotti alla quasi povertà e gli studenti fuori sede senza il becco di un quattrino?

di Martino Ragusa

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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