Questa zuppa è nata dall’esigenza di consumare immediatamente tutto quello che c’era in frigorifero, quando ha smesso di funzionare. Nonostante la miscellanea insolita di verdure ed ortaggi, vi assicuro che il risultato finale è stato sorprendente.
Ricetta preparata ieri sera a cena dal ragazzo finlandese ospite a casa mia per il gemellaggio con un liceo di Helsinki. Ho preso appunti mentre la preparava. Premetto che è stato utilizzato olio d’oliva.
è il classico brodetto di cozze cui è stata apportata una piccola variate, giusto per cambiare un po’, per dare colore al piatto e gustare un sapore leggermente diverso dal solito. Un’idea come un’altra per non preparare la solita impepata di cozze (anche perchè in casa non avevo pomodori freschi).
I tenerumi sono le foglie delle piante di zucchina. Se consumati lessati e conditi solo con olio e limone, sono una verdura squisita, leggera e rinfrescante. Se invece dopo averli lessati, li ripassate in padella con aglio ed un po’ di salsa di pomodoro e poi ci condite la pasta sono una vera delizia da
Tipica ricetta valdostana nata a Valpelline, villaggio a pochi chilometri a Nord di Aosta. Ci sono due modi per prepararla. Il primo col cavolo verza lessato, il secondo col cavolo verza stufato (o brasato come dicono i valdostani). Le ho provate entrambi e, a mio avviso, c’è pochissima differenza.
Una straordinaria zuppa provata a cena nella serata più fredda della mia permanenza ad Aosta. Per riproporre la ricetta originale bisogna trovare il pane nero di Verrayes, ma un qualsiasi pane nero andrà bene.
E’ un ottimo piatto, tipico della campagna senese, forse un po’ troppo invernale, data la presenza del cavolo nero ma è talmente buono anche senza il cavolo, che lo si può mangiare in ogni stagione.
Sabato sera. Un tempo da lupi. Mia moglie ed io, influenzati entrambi (seconda ondata), spalmati sul divano, con la coperta addosso nonostante i termosifoni accesi a guardare la TV. Figli grandi per i fatti loro nonostante il tempo (beata gioventù!), figli piccoli in cucina a divorare toast. Anche se stavo male non ho pensato neppure
Tinuzza era mia madre. Parlando dei piatti della schiscetta, ho rievocato la panzanella che lei preparava quando da piccoli ci portava al mare. Questa è la sua variante.
Una minestra semplice e leggera, ma d’effetto nella presentazione e anche molto profumata. Si può realizzare in due versioni con la noce moscata o con la scorza d’arancia. La ricetta prevede il brodo vegetale, ma forse nella versione alla noce moscata va bene anche un brodo di carne o di pollo leggeri.
Non uso nè il midollo di bue nè il burro: il primo perchè non mi piace ed il secondo perchè appesantisce, mentre amo percepire il profumo della noce moscata.
Quando ero piccolo non avevamo tante possibilità in famiglia, si mangiava il giusto senza ingrassare e senza buttare nulla: se rimaneva qualcosa si riutilizzava in altro modo.
Oltre che con i colori, mi piace giocare con le consistenze. Mi hanno regalato un sacchetto da 500 grammi di lenticchie rosse. Questa varietà di lenticchie non è proprio della tradizione siciliana, ma io ho deciso lo stesso di cucinarle in zuppa secondo la nostra ricetta. Non son venute bene: non avevano lo stesso sapore
Compila il form e iscriviti ora alla newsletter de Il Giornale del Cibo. Riceverai ogni giovedì una selezione degli articoli, delle ricette e degli eventi più rilevanti della settimana sul mondo del food e dintorni.