passiti di pantelleria

Alla scoperta dei passiti dell’isola di Pantelleria

Giovanni Angelucci
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    Quanto fa sognare Pantelleria: romantica e mozzafiato, unica nel suo genere, la “perla nera del Mediterraneo” ti fa viaggiare con la mente e innamorare. Chiunque decida di raggiungerla resterà incantato dalla bellezza di un luogo così straordinario e godrà dei suoi colori, profumi, sapori e soprattutto dei suoi famosi vini passiti che provengono dalle terre nere dei suoli vulcanici. Sono i vigneti ad alberello, patrimonio Unesco, che danno vita a questi tanto apprezzati vini in un contesto unico: il blu infinito del mare che bagna la costa aspra, le rocce che si destano sotto forma di giardini arabi, terrazzamenti e dammusi immersi nel verde dei cappereti. Oggi, tra cotanta bellezza, andremo a scoprire i migliori passiti di Pantelleria, gli stessi che hanno reso l’isola famosa in tutto il mondo!

    La vite e il vino, patrimonio dell’UNESCO

    I vigneti ad alberello, appunto. La pratica di Pantelleria fu iscritta nel 2014 come prima tradizione rurale al mondo ad essere riconosciuta quale Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La coltivazione della vite ad alberello, introdotta nell’isola dai Fenici e perfezionata nei secoli successivi dai locali, è una tipologia tradizionale di allevamento della vite, trasmessa di generazione in generazione all’interno delle famiglie pantesche, che prevede la coltivazione dei vitigni di Zibibbo in forma di piccoli alberelli nelle tipiche “conche”, al fine di poter carpire le scarse risorse idriche presenti nel terreno e riparare i vigneti dal clima sfavorevole. Storia e necessità di un tempo, pura poesia di oggi.

    vigneti pantelleria

    Un’isola unica con terroir specifico per i vini passiti

    La coltivazione della vite, oltre ad essere stata (ed essere ancora) elemento fondamentali per la vita sull’isola, è il simbolo di Pantelleria, dove le generazioni si sono susseguite conservando un’esperienza plurisecolare.

    “Bent el Riah”, la figlia del vento, così gli arabi chiamarono l’isola. Non è solo un’evocazione poetica, il vento è parte di lei e anche dei vini prodotti con la varietà principe dei vigneti panteschi, lo Zibibbo. Lungo tutta l’isola si possono osservare i terrazzamenti e i muretti a secco dove nel tempo hanno avuto dimora i vigneti di Pantelleria.

    Oggi la Denominazione d’Origine Controllata “Pantelleria” è riservata per alle seguenti tipologie: Moscato di Pantelleria, Passito di Pantelleria, Pantelleria-Moscato spumante, Pantelleria-Moscato dorato, Pantelleria-Moscato liquoroso, Pantelleria- Passito liquoroso, Pantelleria-Zibibbo dolce e Pantelleria-Bianco, anche Frizzante.

    Passiti di Pantelleria: il Pantelleria DOC Festival

    L’isola di Pantelleria attrae tantissimi turisti e la tradizione del passito è così radicata che il Consorzio Vini di Pantelleria DOC ha organizzato anche un festival dedicato, con un programma di eventi, degustazioni e percorsi di visita dedicati al vino, all’agricoltura pantesca, all’archeologia e alla scoperta della natura vulcanica dell’isola. Le iniziative che hanno raccontato il valore della viticoltura eroica, i vini Pantelleria DOC, la cucina pantesca e il patrimonio archeologico e naturalistico dell’isola giardino del Mediterraneo hanno riscosso grande successo. “Puntiamo sulla riconoscibilità del prodotto e sul valore strategico portato in dote da un territorio unico e straordinario come l’isola di Pantelleria”, afferma Benedetto Renda, Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini DOC. E proprio il festival è stato una ghiotta occasione per visitare e conoscere da vicino le migliori produzioni dell’isola.

    Cantine Pellegrino

    cantine pellegrino

    Nell’area non lontana da Mursia, famosa per i siti archeologici e le testimonianze della straordinaria civiltà dei Sesi, si erge la storica Cantina Pellegrino fondata nel 1880, il maggiore produttore dell’isola. La contrada è Kuddie Rosse ed è possibile prenotare visite degustazioni come la “Passiti e Meditazione” pensata per l’evento: un’esperta in tecniche di meditazione che conduce i partecipanti a sperimentare il proprio corpo sorseggiando del buon passito. Da provare il Nes con i suoi sentori di albicocca e fico secco, e accenni di frutta candita e pesca sciroppata.

    Salvatore Murana

    salvatore murana

    Raggiungete Mueggen e incontrerete il poeta-contadino Salvatore Murana, vignaiolo da generazioni. Potrete scoprire i suoi vini che si esaltano con la cucina dell’orto che Salvatore e la figlia Chiara propongono con orgoglio nel ristorante L’isola nell’isola. Assolutamente da assaggiare l’elegante Khamma con il bouquet di miele, frutta secca e spezie dolci che lo contraddistingue.

    Vinisola

    shalai vinisola

    Kazzen, altra contrada con nome di origine araba, ospita la cantina Vinisola di Francesco Rizzo, manager di aziende multinazionali, che non ha resistito al richiamo della sua terra ed è tornato a Pantelleria per coltivare la propria passione per il vino. Oggi è l’unico produttore che oltre al bianco e al passito, con lo Zibibbo produce anche un ottimo spumante. Si chiama Shalai ed è prodotto da sole uve Zibibbo che gli conferiscono i ricordi del mare e del sole di Pantelleria con frutti mediterranei e agrumi spiccati.

    Cantina Basile

    cantina basile

    E poi c’è Bukkuram, altra storica contrada contadina dove scoprire i vini del vulcanico Fabrizio Basile e della moglie Simona, dove concedersi anche un percorso benessere attraverso i diversi fenomeni termali dell’isola: le acque calde, i fanghi sulfurei e la sauna naturale. La cantina è stata resa famosa dal suo Shamira, un passito con note di marmellata di arance amare, dattero, fico secco, noce, crosta di panettone, miele e castagne

    Marco De Bartoli

    bukkuram de bortoli

    Un nome, una garanzia. Forse il più conosciuto tra i passiti di Pantelleria. La cantina Marco De Bartoli, oggi guidata dal figlio Sebio e dalla sorella Gipi, ospitano nella loro antica casa pregna di storia e quattro grandi vini da assaggiare. Spicca il famoso Bukkuram Padre Della Vigna prodotto la prima volta nel 1984. Estremamente complesso ed elegante, affina almeno 30 mesi in barrique di rovere francese.

    A Bukkuram si trova anche Le due Palme, trattoria tipica dove provare i buoni piatti del territorio.

    Coste di Ghirlanda

    coste ghirlanda

    Ci si dirige verso piana della Ghirlanda, all’interno dell’isola, fino ad arrivare alla cantina Coste Ghirlanda per apprezzarne i vini e la cucina del bistrot L’Officina, progetto della vulcanica Giulia Pazienza che ha realizzato con il gusto e la ricercatezza che la contraddistinguono. In degustazione i suoi vini tra cui colpisce non un passito ma il Jardinu, un vino con uve Zibibbo in versione secca, aromatico dai profumi della macchia mediterranea, arguto, fine e gustoso. E a disposizione poco distante anche il Sikelia, un luxury retreat composto da 20 suite e ricavato da un antico dammuso. Meraviglioso.

    Donnafugata

    donnafugata

    Altro nome di fama mondiale, Donnafugata si trova a Khamma dove oltre alle normali visite in cantina è possibile viverne una speciale, quella in notturna al giardino pantesco del FAI che custodisce un secolare albero di arancio. Più che famoso è il suo Ben Ryé prodotto per la prima volta nel 1989; un passito indelebile una volta assaggiato, dove la freschezza bilancia la dolcezza e l’ampio profilo aromatico è composto di erbe, macchia mediterranea e miele.

     

    Paesaggi incontaminati, bellezze architettoniche, grandi vini e l’eccellenza dei suoi prodotti tipici fanno di Pantelleria il vero Giardino del Mediterraneo. Cosa aspettate a prenotare il vostro viaggio sensoriale?

    Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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