Agriturismo la torre taronna

Adriana Angelieri

Il santuario dedicato all’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo era la meta di pellegrinaggio più frequentata nel Gargano prima del culto per Padre Pio e quindi del più noto santuario di San Giovanni Rotondo.
Quando ci sono andato, dopo la visita al paese e al Santuario, ho raggiunto l’agriturismo dei fratelli Taronna, votati, per restare in tema, alla conservazione dell’ambiente garganico.
Oltre ai quaranta ettari coltivati dai quali provengono i prodotti serviti nel loro ristorante, i Taronna hanno impiantato un vivaio di piante forestali con noci, cerri, ciliegi, lecci e castagni che costituiscono una preziosa riserva per l’imboschimento. Hanno adottato lo stesso criterio con gli animali: oltre a quelli domestici che si possono incontrare normalmente in un’azienda agricola, allevano mufloni, daini e cinghiali. Sono anche tra i pochi impegnati a lottare contro l’estinzione della vacca podolica, una razza ormai giunta al lumicino perché quanto di più anticommerciale la natura abbia potuto concepire, ma capace di dare un latte dal quale si ottiene il più pregiato tra i caciocavalli del nostro meridione.
L’agriturismo è una vera oasi naturalistica dove trascorrere almeno un paio di giorni, vi sconsiglio una visita veloce per una sola cena o un pernottamento. Le nove camere sono linde e arredate in modo semplice con vecchi mobili di famiglia intonati all’ambiente rustico. Ci sono anche due appartamentini con il caminetto e un angolo cottura. Ma è meglio godersi la cucina familiare dei Taronna, con la pasta fresca fatta a mano dalla mamma di Matteo e i prodotti dell’orto e degli allevamenti. Il menu varia ogni giorno: orecchiette con zucchine e ricotta o al ragù di cinghiale, oppure con il ragù di podolica, tagliatelle con ceci e baccalà, ciccateli (orecchiette chiuse, che non si aprono a cappello) di farina di grano arso (il grano ricavato dalla spigolatura dopo l’incendio delle stoppie) con pomodoro e ricotta marzotica, coccoli (simili agli spaghetti alla chitarra) con ragù di gallo, favetta (purè di fave) con verdure selvatiche, pancotto, tutte le verdure disponibili. Di secondo agnello al forno, costate di podolica e il delizioso, raro caciocavallo podolico.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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