Quello delle etichette alimentari nel nostro Paese è un terreno scivoloso. Tra prodotti “senza” e prodotti “con”, claim pubblicitari e campagne, come quella contro l’olio di palma capaci di modificare il mercato, nella domanda e nell’offerta, il consumatore esce confuso dal supermercato, ritrovandosi, forse a causa di troppe informazioni, disinformato. Questo tema è stato
Trasparenza e tutela dei consumatori, questi sono i principi cardine del nuovo decreto interministeriale, pubblicato il 27 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale, che introduce delle importanti novità a proposito delle etichette di pomodoro. Dopo aver reso obbligatoria l’indicazione dell’origine sulle confezioni di latte e derivati, la pasta e il riso, infatti, è il turno di sughi
“Fatto”. Così due giorni fa il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, ha esordito nel post pubblicato su Facebook per annunciare, riportando il comunicato ufficiale del sito del Mipaaf, l’introduzione, per una sperimentazione iniziale di due anni, di nuove etichette per pasta e riso che dovranno obbligatoriamente riportare l’origine dei cereali. Si
Siamo sicuri di sapere da dove arriva il latte che beviamo a colazione o il formaggio che compriamo al supermercato? Sulle confezioni compare solo lo stabilimento in cui viene confezionato, ma nessuna traccia dell’origine, ma le cose, almeno da noi, sono cambiate. Per difendere il Made in Italy dei prodotti lattiero caseari, dal 19 aprile
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