Taverna monnalisa

Redazione

Trovandomi a passare sulla strada che da S.Piero a Sieve porta a Borgo S.Lorenzo e, complice anche la giornata di mercoledì, che in Toscana per molte trattorie è giornata di riposo settimanale, data anche l’ora, ho deciso di provare questo locale che si trova in località La Torre.
Era tanto che non passavo da quelle parti, e ricordavo che in quei locali c’era un negozio di alimentari dove i dipendenti delle molte fabbriche del posto, all’ora di pranzo consumavano uno spuntino a base di panini imbottiti con squisiti salumi della più classica tradizione mugellana, innaffiati da ottimi vini.
Esternamente il locale non ha praticamente subito mutazioni, sempre la stessa verandina in legno con qualche tavolino, a nascondere una porticina assolutamente anonima.
Ma appena entrato, il discorso cambia, un caldo ambiente, dove il legno la fà da padrone, pochi tavolini, per un locale estremamente intimo, ma semplice ed invitante.
Segno marcante dell’arredamento è una bella mostra di bottiglie di birra,a solo guardarle si capisce che anche il più fine intenditore troverà pane per i suoi denti.
Infatti sono oltre 150 le etichette di birra presenti sulla carta.
Anche la lista dei vini, senza raggiungere il livello numerico delle birre, non è qualitativamente inferiore, ed assicura una scelta più che dignitosa.
La conduzione è assolutamente familiare,
il titolare signor Andrea Margheri, e la sua bella compagna, si alternano con simpatia ed affabilità tra i tavoli e la cucina.
Il menù è incentrato sulla cucina tipica toscana, direi mugellana, con qualche reinterpretazione di vecchie ricette.
Io, ho gustato degli eccellenti ravioli ripieni di soprassata e pecorino, che anche cotti lasciavano capire che il pur poverissimo insaccato, era preparato come Dio comanda, secondo la tipica tradizione norcina del Mugello.
Anche lo stinco di maiale arrosto, pur non rappresentando un volo pindarico di alta cucina, testimoniava l’eccellente qualità della carne e la perfetta cottura.
Le razioni sono veramente abbondanti, per cui, complice anche il mio diabete, non ho neppure aperto il capitolo dessert, ma avendo conosciuto la passione posta nel suo lavoro dal signor Margheri, non mi stupirei se anche questo fosse all’altezza del resto.
Per finire, capitolo prezzo, per primo, secondo, contorno ed acqua (sono astemio per motivi di salute), non si supera di molto la cifra occorrente per una pizza e bibita in una qualsiasi anonima pizzeria.

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