Ristorante ribo

Adriana Angelieri

Mi piacerebbe molto farvi conoscere Bobo, a Termoli (CB), e la sua cucina. Bobo è affetto dalla sindrome di Peter Pan, di quella vera, non tanto per dire. Basta vederlo, sempre vestito di rosso, con la treccina alla barba e in testa una bandana con la faccia di Che Guevara. Bobo gioca in sala con i clienti e soprattutto con la moglie Rita con la quale ripropone il gioco di Don Camillo e Peppone, lui con l’altarino del Che in un angolo del locale, lei con quello del Duce nell’altro. Proprio come la Parrocchia e la Casa del Popolo.
E gioca anche in cucina, sperimentando accostamenti tra i sapori del mare e quelli della terra del Molise che lui conosce palmo a palmo. Fiori di zucca farciti di pescatrice e formaggio tenero, pomodori gratinati ripieni di polpa di scampi avvolti nel lardo, mazzancolle con salsa di peperoni arrosto, tagliatelle di semola grezza con fiori di zucca, pomodoro fresco, calamaretti e vongole. Sono solo alcuni esempi di invenzioni audaci e armoniose come possono riuscire solo a lui. Quando si assaggiano i suoi piatti si capisce anche il personaggio. Bobo si può permettere di giocare perché tanto nessuno dirà che lo fa per attrarre i clienti. Anzi, credo sia penalizzato dal suo essere uno “scoppiato” che cucina benissimo. Forse qualcuno ve lo indicherà come “quello fissato con il Che”, ma non è vero. È fissato con la cucina ed è un maestro.

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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