Plant Jammer, l’app per combattere lo spreco alimentare domestico
Si è molto parlato in questi mesi dell’arrivo anche in Italia di Too Good To Go, un’interessante applicazione per smartphone che consente ai ristoratori di mettere in vendita, a prezzo ridotto, i cibi che a fine giornata andrebbero nel cestino. Un modo virtuoso e gustoso per contribuire, grazie alla tecnologia, alla riduzione degli sprechi alimentari, un tema che sta a cuore a molti, sebbene la situazione complessiva in Italia non sia migliorata in maniera significativa nel corso dell’ultimo decennio. Secondo i dati raccolti dal progetto “Reduce”, infatti, sprechiamo ancora 2,2 milioni di tonnellate di cibo all’anno.
Sono tanti gli attori che contribuiscono e sostengono questa lotta, basti pensare all’impegno in prima linea di molti chef, compreso Massimo Bottura, all’attività di divulgazione dei food blogger come Lisa Casali, alla legge anti-spreco promossa nella scorsa legislatura dall’On. Gadda, da noi intervistata. Scopriamo, dunque, a che punto è la lotta contro gli spreco alimentare in Italia e cosa possono fare i cittadini grazie alla tecnologia. Oltre a Too Good To Go, infatti, esistono anche altre applicazioni contro lo spreco alimentare, tra cui Plant Jammer, da poco disponibile sia su Android che su iOs, che punta tutto sulla creatività in cucina. Prima di capire come funziona, vediamo però gli ultimi dati a proposito dello spreco alimentare in Italia e perché questa app potrebbe esserci utile!
Spreco alimentare in Italia: il punto della situazione
Sono stati presentati lo scorso febbraio, a Roma, i dati del “Waste Watcher 2019”, osservatorio di Last Minute Market con Swg, che sottolineano come attualmente in Italia si sprechino ancora diverse tonnellate di cibo, sia nella fase di produzione e distribuzione, che a livello domestico. Complessivamente, lo spreco alimentare di filiera e quello delle famiglie arriva a 15 miliardi di €, una cifra che corrisponde allo 0,88% del PIL.
L’Osservatorio ha analizzato anche la percezione e le opinioni degli italiani a proposito: il 72% degli intervistati ritiene che la strada da percorrere sia quella dell’educazione alimentare. Per il 26% un packaging tecnologico può fare la differenza, mentre il 20% auspica che vengano adottate delle misure legislative per incentivare la lotta contro gli sprechi e sanzionare i comportamenti poco virtuosi.
È rassicurante, tuttavia, osservare come rispetto dal 2014, anno della prima rilevazione, le abitudini siano molto cambiate. In quell’anno, infatti, un italiano su due ha ammesso di gettare via il cibo ogni giorno, nel 2018 solo l’1% del campione ha dichiarato di sprecare quotidianamente. Due italiani su tre confermano che questo accade una volta al mese o anche più raramente.
La strada è ancora lunga, come sottolinea Andrea Segrè, presidente e fondatore di Last Minute Market, commentando i dati del Waste Watcher: “La percezione degli italiani è ancora poco consapevole della necessità di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico. Eppure è questo il punto, la prevenzione degli sprechi alimentari deve partire da noi, nel quotidiano delle nostre vite, perché mangiare è un atto di giustizia e di civismo: verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo.”
Plant Jammer: ricette homemade contro gli sprechi
Plant Jammer, un’applicazione da noi scoperta durante la fiera Seed & Chips 2019, ci ha incuriosito perché si può utilizzare direttamente in casa e stimola la creatività per evitare gli sprechi. Non ha l’obiettivo agevolare gli acquisti né consente di recuperare una cena last minute, ma piuttosto aiuta ad incanalare la creatività in cucina e ad evitare di sprecare quanto si è già acquistato.
Il funzionamento è molto semplice e l’usabilità molto intuitiva, sebbene in lingua inglese. Tramite l’interfaccia dell’app, si inseriscono gli alimenti che si trovano in casa: Plant Jammer li combinerà per suggerire ricette semplici da preparare. Il primo step è, infatti, quello dell’ispirazione: possiamo scegliere una preparazione da sperimentare a partire dagli alimenti di stagione, oppure dal tipo di cucina che preferiamo oppure dal tipo di piatto che vorremmo consumare. È possibile, in questa fase, inserire alcuni filtri, per esempio selezionare gli alimenti di cui effettivamente disponiamo in casa.
Le ricette sono pensate ad hoc, ma le funzioni di Plant Jammer non finiscono qui: l’app propone, infatti, anche una varietà di abbinamenti che possono ispirare il piatto oppure la prossima spesa. A partire da un cibo, Plant Jammer suggerisce quali sono gli altri ingredienti con cui sta bene.
Ancor più interessante è la funzione della “Gastro-ruota”. Si tratta di un piccolo schema di guida all’assaggio che aiuta a pensare come uno chef, abbinando i sapori, le consistenze e gli aromi, per realizzare in casa piatti sempre più elaborati. La ruota funziona anche “al contrario”: se notiamo, infatti, un difetto nel piatto, possiamo aprire l’applicazione e farci aiutare a bilanciare il sapore per salvare la cena.
Infine, esistono delle funzioni specifiche di Plant Jammer pensate per aiutare l’utente a bilanciare il pasto sia per chi segue un regime alimentare normale che per chi non mangia determinati alimenti, per scelta oppure per questioni di salute. È possibile inserire dei filtri, ad esempio “Vegetarian diet” oppure “Lactose free”, e automaticamente tutti i piatti proposti rispetteranno le nostre esigenze.
App contro lo spreco alimentare: quali sono disponibili in Italia?
L’Italia è, dunque, un paese virtuoso rispetto al tema degli sprechi alimentare e sono molto spesso sono proprio i singoli cittadini ad aver preso consapevolezza che possono fare la differenza. Plant Jammer non è la sola applicazione che possiamo utilizzare; abbiamo già parlato di Too Good To Go: iscrivendosi e accedendo alla app, è possibile acquistare la “Magic Box” da un determinato esercente, sarà lui a inserire l’invenduto o ciò che andrebbe sprecato quel giorno. Certo, c’è la sorpresa del contenuto, ma questo sistema piace sia ai ristoratori, perché evitano di buttare del cibo, che ai consumatori, perché consente un concreto risparmio. Un pasto può costare, in media, tra i 2 e i 6 euro.
Altrettanto conosciuta è MyFoody che consente di mappare i locali, i supermercati e i ristoranti della zona scoprendo, direttamente sull’app, quali sono i cibi in scadenza. In tal caso, non resta che recarsi al negozio e acquistare a prezzi ribassati quello che sta per essere buttato, ma è ancora perfettamente commestibile.
Ratatouille, invece, è basata sull’idea della sharing economy. Quando ci si rende conto che in frigo ci sono cibi che non riusciremo a smaltire prima della scadenza, si possono inserire sulla app e donare a chi ne ha più bisogno in quel momento.
Conoscevate Plant Jammer? Avete mai utilizzato questa o altre applicazioni pensate per combattere lo spreco alimentare? Se siete curiosi, non vi resta che prendere il vostro smartphone in mano e sperimentare quella che più vi ispira!