Dipendenti dell'impresa agricola Pappaluga

Pappaluga, l’impresa agricola che coltiva inclusione e felicità

Angela Caporale
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    Pappaluga era la parola, inventata da Carlo quando era piccolo, per apostrofare i suoi fratelli durante i normali bisticci di una famiglia numerosa. Oggi, è il nome di un’impresa sociale e coraggiosa che, attraverso l’agricoltura, permette a persone con disabilità, come lo stesso Carlo, di ottenere il diritto di costruire una vita; una vita in cui il loro valore è riconosciuto, una vita felice. “Pappaluga” – spiega Davide Macchi, papà di Carlo e fondatore della Farm – “rappresenta tutte quelle caratteristiche che ognuno di noi ha e che ci rendono unici”. Come i dipendenti di questa impresa agricola sociale “bioinclusiva” che ci descrive proprio Macchi.

    Pappaluga Farm, molto più di un’impresa agricola

    Dipendente dell'impressa agricola Pappaluga

    PH Angela Caporale

    “Per raccontarti della storia di Pappaluga devo raccontarti anche parte della mia”. Inizia così la chiacchierata con Davide Macchi, per conoscere questo progetto sperimentale che trova casa in un bosco a Gemonio (VA), tra il Lago di Varese e il Lago Maggiore, oggi sede di un’impresa agricola sociale che coltiva secondo i principi della permacultura e dell’agricoltura biodinamica, impiegando 14 persone con disabilità, soprattutto di tipo cognitivo, intellettivo e relazionale.

    L’idea di Pappaluga parte dall’esperienza personale di Macchi che, nel 2001, diventa allenatore sportivo di ragazzi con autismo nell’ambito delle Special Olympics e poi, nel 2005, papà di Carlo, un ragazzo disabile cognitivo. “Mio figlio ha una famiglia che gli vuole bene, ma non tutti sono così fortunati. Con questo progetto vogliamo restituire qualcosa alla società”.

    L’inclusione è reale e guarda al futuro dei ragazzi con disabilità

    Pappaluga si distingue per il suo modello di inclusione innovativo. È quello che Macchi ci racconta come “adozione a distanza del disabile in azienda”. Si tratta del frutto di una collaborazione con la Regione Lombardia che consente alle aziende obbligate per legge ad assumere persone di categorie protette di stipulare una convenzione con Pappaluga. È la Farm inclusiva, quindi, ad assumere questi lavoratori, “adottati” dalle aziende partner. Questo permette di inserire le persone nel contesto lavorativo senza che le aziende si facciano carico direttamente delle assunzioni. 

    Questa “adozione a distanza” non si limita ad una collaborazione formale, ma avvia dei processi di comunicazione e relazione tra Pappaluga e le aziende che organizzano insieme eventi ed esperienze di team building permettendo a sempre più persone di assaggiare i prodotti della Farm, ma soprattutto di conoscere le persone che, con entusiasmo, li coltivano. 

    Dai colloqui al campo, in un’ottica di inclusione e sostenibilità

    Dipendenti dell'impresa agricola Pappaluga

    PH Angela Caporale

    Attualmente, Pappaluga conta 14 dipendenti, 4 tirocinanti e 3 educatori, tutti assunti con contratto nazionale dell’agricoltura. Il processo di onboarding (dal colloquio all’inserimento in azienda) è meticoloso e curato nei minimi dettagli. “Una psicologa specializzata” – racconta Macchi – “seleziona i candidati attraverso almeno due colloqui iniziali. Se il candidato è ritenuto idoneo, segue un tirocinio di circa tre mesi”. Durante questo periodo, la psicologa lo accompagna con colloqui mensili e trimestrali, offrendo supporto continuo per garantire un inserimento efficace e sereno. “Ci prendiamo cura delle persone, assicurandoci che trovino il loro posto e siano felici del lavoro che svolgono” – spiega Davide.

    Pappaluga non si limita a creare opportunità lavorative, ma punta anche all’eccellenza nella produzione agricola. “Produciamo cibo di alta qualità, che viene fornito anche a ristoranti di prestigio come Seta a Milano con lo chef Antonio Guida, diventato un vero e proprio amico di tutti noi di Pappaluga” – aggiunge Davide. Tra le specialità coltivate troviamo fragole di bosco, cipolla di Breme e pomodorini vesuviani, prodotti seguendo i principi della permacultura e dell’agricoltura biodinamica. 

    La sostenibilità è al centro del progetto Pappaluga. L’azienda utilizza tecniche avanzate per il riutilizzo dell’acqua piovana, creando bacini di raccolta fatti a mano che infiltrano l’acqua nelle falde. “Questo metodo innovativo permette di irrigare le colture in modo ecologico e sostenibile, senza l’uso di stock di riserva d’acqua” – specifica il presidente.

    Realizzarsi attraverso il lavoro della terra

    Dipendenti dell'impresa agricola Pappaluga

    PH Angela Caporale

    Pappaluga è un ambiente di lavoro che favorisce la crescita e la realizzazione personali. “Nessuno si vergogna di ciò che è” – afferma Davide. “La nostra azienda è pensata principalmente per persone con disabilità cognitive, intellettive e relazionali, ma stiamo includendo anche chi ha disabilità motorie per ruoli amministrativi. C’è grande ignoranza su questo tipo di disabilità, ma noi crediamo che la consapevolezza e la conoscenza possano vincere la paura e la diffidenza verso ciò che è diverso”.

    Le persone che lavorano alla Farm hanno background difficili, ciascuno diverso dall’altro, e trovano qui uno spazio finalmente libero e felice. “Costruiamo un progetto di vita vero, che permetta a queste persone di vivere una vita magari diversa dallo standard, ma comunque felice” – dice Davide. “La felicità è contagiosa a Pappaluga, e ridere è una parte fondamentale della vita quotidiana nel podere”.

    Pappaluga è un esempio di come l’agricoltura biologica possa combinare il rispetto per le persone e l’ambiente con la produzione di cibo sano e di alta qualità. “Solo nel bello esiste la dignità delle persone” – conclude Davide, riassumendo perfettamente la filosofia che guida questa speciale impresa agricola sociale.

     


    Immagine in evidenza di: Angela Caporale

     

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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