cibo e cultura

Una cena molto originale. Pessoa sul declino della gastronomia

Giuliano Gallini

Giuliano Gallini

L’incipit del racconto di Fernando Pessoa Una cena molto originale sembra dedicato ai miei amici della Università di Scienze Gastronomiche: “Fu durante la quindicesima sessione annuale della Società di Gastronomia di Berlino che il Presidente, Herr Prosit, fece il famoso invito ai suoi membri. La sessione era naturalmente un banchetto. Durante il dessert nacque un’accesa discussione sull’originalità dell’arte culinaria. Era un cattivo momento per tutte le arti. L’originalità era in declino. Anche nella gastronomia c’erano un declino e un indebolimento”.

Herr Prosit e l’originalità a tutti i costi

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Fonte immagine: nito / Shutterstock.com

Spero che durante uno dei loro rituali incontri non debbano mai giungere a una conclusione simile, e che il loro Presidente non se ne venga fuori, per uscire da una crisi della gastronomia, con una proposta come quella di Herr Prosit, che non vi anticipo altrimenti vi rovinerei il piacere della lettura. Fernando Pessoa è uno dei maggiori poeti portoghesi (Lisbona 1888-Lisbona 1935). Non si può dire fosse un ottimista o un entusiasta della vita, le sue parole sono sempre sospese tra il sogno e la realtà, sono dissociate e sono intrise di pessimismo. Ma l’ironia e l’umorismo non mancavano a questo grande autore: e un esempio ne è il racconto Una cena molto originale. Potete leggerlo anche sul web, in poco più di mezz’ora, durante un trasferimento in metro o una pausa di lavoro (oltre alle pause pranzo dovrebbero esserci le pause di lettura!). Poi mi direte se corriamo rischi simili.

Cuochi, ristoranti, ricette: l’arte culinaria al culmine della popolarità

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Intendo dire: siamo nell’epoca del massimo sviluppo della gastronomia. Cuochi in televisione, celebrazione di ristoranti stellati, i libri di ricette sono tra i più venduti, c’è una diffusa passione sia per la cucina in casa che per la curiosa ricerca dei ristoranti migliori, ogni giorno un’innovazione – nei metodi di cottura, nella ricerca delle materie prime o nel servizio. In Italia in particolare. Anche grazie a una Esposizione Universale come quella di Milano dell’anno scorso Nutrire il pianeta, Energia per la Vita.

Se l’interesse per l’alta gastronomia non diventa cultura alimentare

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Ma, si sa, spesso giunti al culmine di un percorso si vede la discesa, e inizia il declino. Soprattutto se il successo non si è tramutato in effettivi vantaggi per l’insieme della società, che nel caso della cultura dell’alimentazione dovrebbero essere: cibo più buono facilmente accessibile a tutti, e non solo ai ceti più abbienti; una filiera agroalimentare responsabile e sostenibile; minori sprechi; una informazione nutrizionale onesta e completa sia sui prodotti al supermercato che al ristorante; una maggiore attenzione a ciò che si mangia.

Voi cosa ne dite? L’attenzione spasmodica per l’alta gastronomia sta aiutando il progresso generale della cultura dell’alimentazione in Italia?

Scrittore di romanzi, lettore appassionato ed esperto del mondo del cibo e della ristorazione. Crede profondamente nel valore della cultura. In cucina non può mancare un buon bicchiere di vino per tirarsi su quando sì sbaglia (cosa che, afferma, a lui succede spesso).

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