Charlotte domino

magnum.3
Un nome fascinoso ed un po’ misterioso per un dolce all’antica, dalla bontà assolutamente sincera. Ho trovato questa ricetta in un quaderno a quadretti grandi, di quelli delle prime classi elementari di una volta, lasciatomi in eredità da una Giacomina grandissima cuoca. Provatelo e non ve ne pentirete….Stavolta, le dosi sono per sei persone.
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Preparazione 2 ore
Tempo totale 2 ore
Portata Dolci e Dessert
Cucina Italia
Porzioni 4 persone

Ingredienti
  

Per la base:

per il ripieno:

Istruzioni
 

  • Procuratevi anzitutto un foglio di carta da forno od oleata, uno stampo rettangolare o rotondo, di lunghezza o diametro di circa 25 cm., a pareti lisce.
  • a) preparo uno sciroppo, mettendo sul fuoco, in un pentolino, un bicchiere d’acqua con quattro cucchiai di zucchero. Lascio bollire per cinque minuti e poi verso lo sciroppo in una scodella per lasciarlo freddare. Infine lo profumo con il liquore che ho scelto (secono me è meglio il rhum: li ho provati tutti e due, ma mi sembra che il rhum gli dia un tocco di coinvolgimento in più;
  • b) fodero lo stampo con la carta da forno od oleata;
  • c) inzuppo i savoiardi uno per uno nello sciroppo e li sistemo sul fondo e lungo le pareti dello stampo, sino a coprirne completamente la superficie. Se fossero troppo lunghi, prima di inzupparli li taglio a misura;
  • d) sciolgo il cioccolato a bagnomaria e lo lascio raffreddare; (lo sapete, ziiii, come si fa: si prende una pentola a bocca larga, non particolarmente alta, la si riempie d’acqua a metà e si mette sul fuoco. Poi si prende un altro pentolino, ci si mette dentro il cioccolato spezzettato e lo si immerge nella pentola grande a fuoco modico. Piano piano, il cioccolato si squaglia, come se l’aveste tenuto tra le dita)
  • e) lavoro il burro a spuma. Quando è bello gonfio, lo unisco alla cioccolata, mischiando dal basso verso l’alto con un cucchiaio di legno;
  • f) lavoro i tuorli d’uovo con lo zucchero, finchè, facendoli colare da un cucchiaio ricadano a nastro;
  • g) aggiungo alle uova il mix di cioccolato e burro, poi il liquore ed infine le chiare delle uova montate a neve fermissima;
  • h) verso il composto nello stampo, lo copro con uno strato di savoiardi inzuppati e metto lo stampo in frigorifero per almeno tre ore, ma sino a dodici;
  • i) sformo sul piatto da portata, tolgo la carta, stando attento a non rompere i savoiardi e decoro con i lamponi o le ciliegie candite, oltre a scagliette di cioccolato, che mi sono fatto avanzare ricavandole con un pialletto da dolci, prima di mettere la tavoletta a sciogliere. Questa è la ricetta originaria, modificata per una Sardegna nella quale la panna montata era ancora roba da marziani. Cioè, sino a circa il 1970 e forse anche un po’ più tardi. Poi, grazie allo spirito d’iniziativa di un paio di pasticceri, che non si fecero spaventare dalla necessità di buttare via bidoni di panna per almeno un paio d’anni, la panna entrò anche nel gusto locale. Ma la charlotte, nei luoghi dove la tradizione pasticcera è di antica data, vien fatta con l’uso della panna montata, al posto del burro e delle chiare d’uovo.