Panettieri insieme per una filiera etica, condivisa e trasparente

Angela Caporale
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    Un nuovo modo di pensare il pane e di fare impresa è alla base della collaborazione del gruppo Forno Brisa & Friends, sei “speciality bakery” che hanno scelto di unire energie, risorse e progettualità per crescere insieme. Si chiuderà il 15 marzo la campagna di equity crowdfunding lanciata dalle sei insegne e coordinata dalla bakery bolognese che ha già raggiunto i 3,5 milioni di euro. L’obiettivo è ora superare i 4 milioni per poter velocizzare i percorsi di crescita e realizzare nuovi progetti, tra cui è già in cantiere la realizzazione di un mulino collettivo in Abruzzo, a due passi dai terreni dove già oggi viene coltivato il grano per Forno Brisa, Davide Longoni Pane e Panificio Moderno

    Il sogno è una filiera per i prodotti legati al pane – ma anche al caffè – equa e trasparente, che rispetti le specificità dei territori e anche le identità delle imprese che sono parte del gruppo. L’innovazione risiede nell’idea che, mettendo in comune i valori e le conoscenze, si possa crescere creando un modello di “imprenditoria orizzontale” di successo. Oltre a Forno Brisa, Davide Longoni di Milano e Panificio Moderno di Isera, a pochi passi da Trento, del gruppo sono parte Pandefrà di Senigallia, Mercato del Pane di Pescata e Mamm di Udine. Abbiamo intervistato Roberto Notarnicola di quest’ultima realtà per farci raccontare sogni e obiettivi di questo gruppo di panificatori che sta trasformando il settore.

    Forno Brisa & Friends: un equity crowdfunding per crescere insieme

    Di fronte al successo del proprio progetto imprenditoriale, anche nel settore del cibo, ciascuno si pone una domanda simile: come ampliarsi senza tradire la propria identità? L’equilibrio è complesso e, talvolta, la sensazione è che sia necessario scegliere una delle due opzioni. Ma rinunciare ai valori per l’espansione non è un’opzione per le sei imprese del settore della panificazione del gruppo promotore del crowdfunding Forno Brisa & Friends.

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    “Essere una public company”, ha spiegato Pasquale Polito presentando la campagna Forno Brisa & friends, “significa rinunciare all’idea tradizionale dell’impresa dove c’è un padrone: esistono dei soci fondatori, ma anche tutti gli altri soci che entrano diventano proprietari.” L’equity crowdfunding, infatti, è un sistema di investimento e raccolta fondi con regole e caratteristiche ben precise, in cui la trasparenza di obiettivi e risultati è chiave. “È forse il punto più alto di permeabilità e scambio dei clienti con le aziende” aggiunge Notarnicola. “Da un lato i clienti sentono la necessità di dire la loro su un’insegna tramite social o recensioni, dall’altra hanno anche desiderio di essere parte di una community. Spesso ciò viene espresso tramite un tag su Instagram, per esempio. Ci siamo detti, immaginando un dialogo con il cliente: visto che fa piacere essere parte di questo gruppo, perché non aiutarci a crescere? In questo modo sono le persone stesse a porter agire affinché il Mamm, come gli altri, non diventi un posto dove non tornare ‘perché non è più quello di una volta’… Sostenere realtà a cui ci si sente affini è affermare che mangiare è un atto politico, così come far crescere un’azienda in cui ci si rispecchia”.

    L’esigenza di occuparsi della filiera: i valori che uniscono le bakery

     “Siamo nati più o meno tutti nello stesso periodo, dal 2010 in poi, e abbiamo compiuto strade parallele” racconta il titolare di Mamm. “Grazie al movimento dei Panificatori Agricoli Urbani (promosso da Davide Longoni che abbiamo intervistato per Il Giornale del Cibo, ndr), ci siamo conosciuti come persone e come imprenditori. Così abbiamo scoperto che non ci univa soltanto l’idea di un’impresa con il duplice obiettivo del profitto e del valore per la filiera, ma anche la visione su ciò che volevano fare in futuro.”

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    Il futuro è, dunque, l’elemento chiave che ha portato le sei realtà a immaginare un modo nuovo di collaborare, tenendo insieme proprio il mix di artigianalità e crescita che ha fatto sì che, ciascuna nel suo territorio, diventassero un punto di riferimento. “Siamo partiti dal fatto che tutti abbiamo anche una divisione agricola e nel nostro percorso aziendale è emersa l’esigenza di occuparci della filiera. Essere artigiani” continua Notarnicola, “per noi significa dominare in termini di conoscenza tutti i passaggi della filiera. Non è una questione legata alla proprietà in sé né alla dimensione d’impresa, ma alla consapevolezza del prodotto, dell’ambiente e delle persone.” 

    Coerentemente con i valori che hanno tessuto la rete di relazioni tra i panificatori, nel momento in cui si è passati all’atto pratico è stato naturale per il gruppo orientarsi a una modalità di finanziamento aperta ed inclusiva. Pasquale Polito e Davide Sarti di Breaders srl (insegna commerciale di Forno Brisa) avevano già realizzato nel 2019 una prima esperienza di equity crowdfunding, e da lì l’idea di utilizzare lo stesso strumento, tutti insieme, con obiettivi ancora più ambiziosi. 

    Si immagina una crescita sana attraverso:

    • l’apertura di nuovi punti vendita (per ciascuna realtà nella propria area)
    • un percorso di digitalizzazione delle imprese artigiani appartenenti al gruppo
    • la creazione di un software gestionale adattato ai bisogni
    • la realizzazione di un mulino collettivo in Abruzzo

    Un Mulino Collettivo per far crescere la filiera

    Il mulino è senza dubbio il simbolo di questa campagna di equity crowdfunding perché rappresenta un elemento concreto che descrive l’approccio delle imprese alla filiera e alla materia prima. “Da alcuni anni” ci racconta il fondatore di Mamm, “i colleghi del Forno Brisa, di Davide Longoni Pane e del Panificio Moderno coltivano insieme in Abruzzo, regione d’origine di uno dei fondatori di Forno Brisa, oltre 100 ettari di terreno a grano. Da lì la necessità di completare la filiera.”

    Il grano di tutti i membri del team confluirà in Abruzzo? “No, la filiera del grano di Mamm ha un suo punto nodale a Zugliano, in provincia di Udine: non manderò il grano in Abruzzo, ma continuerò a lavorare con il mulino a 4 km dai campi con cui collaboriamo oggi. Ma la scelta di creare questo mulino collettivo ci permette di allargare il cerchio, rafforzare il senso di rete e coinvolgere anche i mugnai. È insieme a loro (e non in concorrenza) che vogliamo far crescere la filiera creando una mappa di puntini in tutta Italia in cui ciascuno è in relazione con gli altri.”

    Insieme per la digitalizzazione un modello di crescita sana

    L’altro elemento cardine della campagna di equity crowdfunding riguarda la digitalizzazione. “Siamo già sei realtà che condividono molto. Numeri, ricette, modelli di organizzazione e formazione sono già messi in comune, ma vorremmo fare un passo in più.” La creazione di un software gestionale significa fornire tutte le realtà di uno strumento comune, digitale e in cloud, che permetta di migliorare i flussi di lavoro, condividere con più facilità le informazioni e rendere più efficienti le singole realtà. “Con maggiori investimenti possiamo lavorare con consulenti e figure specializzate che possono farci crescere: il vantaggio di farlo insieme è che, unendo le forze, dividiamo i costi ma non i benefici.”

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    Notarincola parla di intelligenza diffusa nella rete, di mettere in comune strumenti e creatività in maniera tale che, questa collaborazione, possa essere un incubatore delle idee dei membri del gruppo e non soltanto. “Immaginiamo strumenti e percorsi collettivi che possano aiutarci ad identificare anche altre realtà interessate con cui lavorare insieme per arrivare sul mercato in maniera sostenibile dal punto di vista sociale ed economico.”

    Un modello di imprenditoria orizzontale che si contrappone all’idea del franchising, per esempio. “La presenza territoriale per noi è una forza. Francesca (Casci Ceccacci, titolare di Pandefrà) non deve aprire un Mamm a Senigallia, ma piuttosto lavoriamo con lei per aprire altri tre punti vendita sul tuo territorio. E così vale per tutti. Ragioniamo come una grande impresa restando piccoli, territoriali e indipendenti. Per questo il nostro è un rapporto basato sulla fiducia professionale e imprenditoriale.”

    Il valore della terra è restituito al consumatore attraverso il pane

    Il sogno è creare un filo rosso, diretto chiaro e trasparente, dalla materia prima al cliente, lungo la filiera del pane e quella del caffè. La bakery si pone ad un certo punto di questo percorso e svolge un ruolo molto preciso. “Noi vogliamo che sia chiaro che acquistare una pagnotta del nostro pane significa acquistare un prodotto realizzato con il grano coltivato in un determinato modo in un territorio, macinato da un mugnaio di fiducia sempre legato allo stesso territorio che racconta una storia.” 

    La campagna di equity crowdfunding di Forno Brisa & Friends si avvia alla conclusione, ma non si tratta che l’inizio di questa avventura che lega sei insegne della panificazione che con caparbietà stanno presentando un modo di intendere l’impresa, la collaborazione e la produzione diverso. Artigianale e innovativo, senza che una strada soffochi l’altra. 


    Immagine in evidenza di: ElenaBoronina/shutterstock.com

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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