biologico falso

Biologico falso: dopo gli scandali ha senso perdere la fiducia nel bio?

Matteo Garuti

Negli ultimi tempi hanno fatto notizia alcuni casi di biologico falso, che hanno portato alla luce delle vere e proprie truffe. Queste situazioni sono particolarmente esecrabili, perché – oltre a danneggiare i consumatori finali – mettono a rischio la credibilità stessa di un settore sempre più rilevante, in chiave economica ma anche dal punto di vista etico, ambientale e sociale. Ci siamo già occupati diverse volte di biologico, come nell’intervista in cui il professor Accinelli ci ha spiegato perché vale la pena mangiare bio e nell’articolo sulla storia di questo tipo di agricoltura. Questa volta approfondiremo il caso più recente di biologico falso, cercando di capire se davvero ha senso perdere la fiducia in seguito a questi episodi. Infine, vedremo come destreggiarsi per fare acquisti biologici di qualità, senza spendere troppo.

 

Biologico falso: il caso sollevato da Report

Le truffe legate al biologico falso destano sempre un certo interesse, che rapidamente si trasforma in risentimento e sfiducia generalizzata nei confronti di prodotti quasi sempre più costosi rispetto agli omologhi da agricoltura convenzionale. Dopo aver sollevato alcuni casi relativi alle falle nella tracciabilità delle materie prime, la trasmissione televisiva Report ha mandato in onda un’inchiesta incentrata sulla falsa certificazione biologica del grano duro. La situazione esaminata ha fatto luce su falsificazioni, enti di certificazione disonesti e conflitti d’interesse apparentemente diffusi, in un sistema che contraffaceva quantitativi ingenti di cereali. Gli episodi più eclatanti riguardavano specialmente granaglie prodotte con uso di prodotti chimici nell’Europa orientale da aziende italiane. In seguito, queste derrate venivano certificate come biologiche e vendute in tutto il mondo. La truffa sul biologico falso dell’inchiesta di Report è stata individuata troppo tardi, quando ormai con il grano in questione era già stata prodotta, venduta e consumata, pasta esportata in tutto il mondo.

grano bio

Davvero non ci si può più fidare?

Quando si verificano situazioni della gravità e della portata di quella appena citata, è comprensibile che la fiducia dei consumatori di prodotti bio possa essere seriamente intaccata. Gli scandali sul biologico falso evidenziano quanto il settore, purtroppo, sia ancora troppo vulnerabile e attrattivo rispetto alle contraffazioni. Questo dipende dai grandi margini di guadagno che si possono realizzare facendosi pagare come bio prodotti che in realtà non lo sono. Il tema delle certificazioni, inoltre, è soggetto a criticità che si aggiungono al problema delle truffe. Come vedremo fra poco, per acquistare prodotti realmente biologici è necessario far proprie alcune conoscenze e seguire determinate linee guida. Detto questo, tuttavia, bisogna sottolineare che il vero biologico esiste ed è la forma migliore di agricoltura, come Gianumberto Accinelli ci ha dichiarato in un’intervista e come la stessa inchiesta di Report ha voluto puntualizzare.

Le azioni contro il biologico falso

Se i problemi evidenziati dall’inchiesta sono reali e seri, è pero vero che il sistema di controllo si è dimostrato in grado di bloccare o declassare gran parte dei prodotti contraffatti. Nel 2015 l’Ispettorato centrale di tutela della qualità e delle repressione delle frodi agroalimentari ha controllato 1.800 imprese – sulle circa 61.000 operanti – applicando 31 denunce penali. La prassi obbligatoria per le aziende certificate prevede una visita all’anno, a cura di uno dei soggetti certificanti. Federbio e Accredia, per efficientare la fase di controllo, hanno realizzato un nuovo sistema informatizzato per monitorare i dati delle aziende potenzialmente rivelatori di truffe, ovvero le superfici di terreno certificate, i quantitativi prodotti e le operazioni di compravendita. Secondo Federbio, questo sistema si sta già rivelando efficace e potrebbe evitare casi di biologico falso simili a quello trattato da Report. La nuova piattaforma informatizzata – che ha già avuto l’avallo di Coop, Esselunga, NaturaSì e dei principali mulini italiani – potrebbe presto essere impiegata da gran parte delle realtà certificate bio.

biologico

La crescita del bio in Italia

Gli scandali sul biologico falso, come detto, non possono screditare un settore sostanzialmente sano e in crescita. Negli ultimi anni il bio in Italia ha vissuto una grande espansione, arrivando a superare i 4 miliardi di Euro di giro d’affari, con un ritmo di crescita superiore all’8%. Nel 2016 sette famiglie su dieci hanno acquistato almeno un prodotto biologico. Molto rilevante è l’affermazione del bio italiano all’estero, che fra il 2008 e il 2016 è quadruplicato in termini di esportazioni. I numeri del biologico in Italia sono più che ragguardevoli, a maggior ragione se raffrontati con gli altri parametri economici nazionali.

Il biologico non certificato

Oltre al fiorente settore del biologico certificato, esiste un’importante fascia di produzione biologica “di fatto”, che per diverse ragioni non è certificata. L’iter di certificazione, infatti, oltre a palesare le criticità riportate poc’anzi, è costoso e spesso risulta poco accessibile per i piccoli produttori. Chi decide di non certificarsi può farlo per ragioni economiche ma anche per motivi ideologici, come nel caso di Genuino Clandestino. Questa rete, diffusa in tutta Italia, va oltre il concetto di produttori associati, presentandosi come movimento di pensiero che si oppone alle logiche dell’industria alimentare. Chi aderisce a Genuino Clandestino applica quella che viene definita “autocertificazione partecipata”, un sistema di verifica basato sulle visite ai produttori, e quindi sul contatto diretto con le aziende e sulla fiducia nelle persone. Questo modello persegue l’autodeterminazione alimentare, e pur essendo discutibile propone prodotti artigianali e di qualità, a prezzi spesso più accessibili rispetto a quelli del biologico certificato.

 

Come comprare bio spendendo il giusto

produttore bio

Al di là dei casi – seppur gravi – di biologico falso, nel settore a prevalere sono i produttori seri, di cui ci si può fidare. Il sistema delle certificazioni, che è sostanzialmente affidabile, come abbiamo visto sta mettendo in campo nuovi strumenti per contrastare a monte il rischio di falsificazioni. Tuttavia, oltre a rivolgersi ad alcuni grandi marchi che indubbiamente offrono garanzie, chi vuole mangiare bio può non limitarsi a seguire scrupolosamente i canali “ufficiali” certificati, che spesso presuppongono comunque logiche produttive industriali e prezzi poco proporzionati. Come anche Genuino Clandestino dimostra, al di là dei circuiti della grande distribuzione esistono molti piccoli produttori che – talvolta a prescindere dalle certificazioni – offrono alimenti biologici di qualità a prezzi ragionevoli.

Dopo aver trattato il tema spinoso del biologico falso, ecco quattro semplici consigli per chi vuole acquistare bio in modo consapevole e partecipato, senza spendere troppo.

  1. Conoscere i produttori e visitare le aziende. Questo è il punto principale del vademecum e il modo migliore – in tutti i sensi – per approcciarsi al biologico e all’acquisto alimentare consapevole. Anche se la vita di tutti i giorni concede poco tempo libero, non troppo lontano da dove si abita è possibile trovare bravi produttori coi quali instaurare un rapporto di fiducia. Rifornirsi continuativamente dalle stesse aziende può anche garantire notevoli risparmi.
  2. Comprare nei mercati contadini. I mercati contadini – come quelli della rete Campagna Amica – si stanno diffondendo, e ormai è possibile trovarli nelle grandi città come nei piccoli centri. Questi appuntamenti sono ottime occasione per venire a contatto con le aziende, ma anche per acquistare senza accollarsi trasferte in campagna.
  3. Entrare in un gruppo d’acquisto solidale (Gas). Iscriversi a un Gas è un buon modo per limitare i costi e risparmiare tempo. La spesa si organizza con gli altri partecipanti del gruppo e la consegna da parte del fornitore è ciclica. Spesso basta una ricerca su Internet per trovare i gruppi d’acquisto sul proprio territorio.
  4. Autoproduzione. Chi ha più tempo e voglia, può cimentarsi nel fai-da-te, che in determinati casi può essere una scelta da considerare. Per i consumi di una o due persone può bastare una terrazza o addirittura un balcone. Gli orti, ad ogni modo, si possono anche affittare, magari insieme ad altri amici con il pollice verde.

Dopo questo approfondimento sul biologico falso e sui consigli per comprare bio, può essere interessante leggere la nostra intervista al professor Accinelli e i nostri articoli sui vini biologici, sul boom del bio cinese e sulla presenza di solfiti negli alimenti.

 

Fonti:
Report
Federbio
Osservatorio Sana – ICE 2016
Genuino Clandestino

Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

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