cioccolato di modica

Cioccolato di Modica, dopo 10 anni arriva il marchio IGP

Angela Caporale
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    Quando un’eccellenza dell’enogastronomia italiana conquista un riconoscimento internazionale, non c’è che da esserne lieti. Ed è il caso del cioccolato di Modica che, a partire dal 7 maggio scorso, può fregiarsi della certificazione IGP, Indicazione geografica protetta promossa dalla Comunità europea. La pubblicazione in Gazzetta ufficiale è giunta a conclusione di un percorso lungo e tortuoso che ha coinvolto più attori, dal Consorzio di Tutela agli Europarlamentari siciliani, affinché venisse riconosciuta l’originalità del prodotto ragusano.

    Cioccolato di Modica IGP: un percorso lungo quasi 10 anni

    cioccolato igp

    Era dal 2010, infatti, che il cioccolato di Modica attendeva questo riconoscimento che, tuttavia, al tempo non poteva essere attribuito a un prodotto che non fosse realizzato interamente con ingredienti del territorio. Va da sé che cioccolato e cannella, la base del cioccolato modicano, non possano essere definiti tali.

    A farsi portavoce delle esigenze dei produttori è stato un gruppo di europarlamentari siciliani, tra cui La Via, Giuffrida e De Castro che, nel 2012, sono riusciti a far approvare alla commissione Agricoltura del Parlamento Europeo una modifica del regolamento. Essa consente un ampliamento della possibilità di ottenere il marchio IGP anche a prodotti rappresentativi dell’area geografica, anche se non frutto di ingredienti altrettanto tipici.

    Molto soddisfatto Salvatore Peluso, presidente del consorzio del cioccolato di Modica che, come riportato da Il Sole 24 Ore, saluta con entusiasmo il riconoscimento che “ci permettere di impedire mistificazioni di un prodotto così antico, di cui abbiamo il know how da tre secoli. Servirà, inoltre, a difendere i posti di lavoro, la nostra storia e a dare un futuro ai nostri ragazzi.”

    La produzione, la commercializzazione e, soprattutto, l’export del cioccolato di Modica, infatti, pesa non poco sull’economia siciliana e l’auspicio è che il trend sia di crescita e apertura verso nuovi mercati. Attualmente sono 23 gli imprenditori e artigiani associati al consorzio, producono 12 milioni di tavolette di cioccolato all’anno e il fatturato sfiora i 22 milioni di euro.

    Ma qual è il segreto di questo cioccolato?

    Storia e produzione di un cioccolato unico

    Come abbiamo iniziato a svelarvi suggerendovi di portare come souvenir da un viaggio in Sicilia proprio questa delizia, la ricetta del cioccolato di Modica è approdata sull’isola da lontano,  più precisamente, dalla Spagna nel XVI secolo. L’origine, però, è ancor più antica: si tramanda infatti che furono gli Aztechi nell’America Precolombiana i primi a trattare in questo modo le fave di cacao.

    A fare la differenza sul territorio ragusano, secondo quanto raccolto dal consorzio di tutela, furano cinque cioccolatieri che, durante il Settecento, elaborarono la ricetta preservandola e legandola alla storia di Modica. Si parla, dunque, di Giuseppe Scivoletto, Antonino Lo Castro e suo figlio Angelo, Giuseppe Melita e Giacinto Scapellato.

    Il successo odierno deve parte della sua fortuna anche ad alcune famiglie di artigiani contemporanei, come Franco Ruta, ex proprietario dell’Antica Dolceria Bonajuto, considerato il vero e proprio padre del cioccolato di Modica. È stato lui, infatti, a partire dagli anni Novanta, a dare nuova vita alla produzione locale, lanciando di fatto questa tipicità in tutto il mondo e fino al riconoscimento del marchio IGP odierno.

    cacao e cannella

    Come si produce il cioccolato di Modica?

    La prima caratteristica del cioccolato modicano è la texture molto più granulosa rispetto a qualsiasi altro tipo di barretta. Questo effetto si ottiene attraverso un peculiare processo di lavorazione a freddo: i semi di cacao vengono lavorati a temperature non superiore a 40°C, insieme a zucchero grezzo o di canna e spezie di vario tipo, a partire dalla cannella. La granulosità della tavoletta di cioccolata è determinata dal fatto che, a queste temperature, i cristalli zuccherini non si sciolgono completamente, dando quindi questa consistenza unica al cioccolato di Modica.

    Nonostante la possibilità di aromatizzare in molte maniere diverse il cioccolato, è importante sottolineare che resta sempre molto elevata la percentuale di cacao che oscilla, solitamente, tra il 65% e il 99% per i puristi del fondente.

    L’auspicio è che il riconoscimento della certificazione IGP possa rappresentare uno stimolo per la produzione di questa delizia tipica, anche perché, come ci piace ricordare, abbiamo appurato che il cioccolato fa bene. Sapere che è possibile beneficiarne degustando un’eccellenza italiana, non è che uno stimolo in più. Voi conoscevate il cioccolato di Modica?

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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