Pesche secche (pilardha de pessiche)

LauraSardegna
Mi ricordano la mia infanzia, la campagna, il profumo delle pesche e le giornate di fine estate.Mia nonna sempre indaffarata ne preparava tante, per conservarle d'inverno. Servivano come colazione o merenda, accompagnate da altra frutta secca.Naturalmente non si buttava via, nemmeno la mandorla della pesca, si mangiava pure quella. La mandorla del nocciolo della pesca, contiene la vitamina b17 o amigdalina o laetrile, una sostanza antitumorale; però non è una vera e propria vitamina.E' contenuta anche nelle mandorle amare e noccioli di albicocco.
3 da 2 voti
Preparazione 1 ora
Tempo totale 1 ora
Portata Dolci e Dessert
Cucina Italia
Porzioni 4 persone

Ingredienti
  

Istruzioni
 

  • Aprite le pesche a metà, eliminate il nocciolo, mettetele a seccare sopra delle tavole di legno o graticci di canne e copritele con dei teli a trama larga.
  • Esponetele al sole nelle ore più calde della giornata, dalle 10 alle 5 del pomeriggio, e riportatele in casa la sera, perchè l'umidità può rovinarle.

Note

Le pesche secche in sardo si chiamano pilarda de pessiche o di pesche.La pilarda di pesche si conserva in sacchetti di carta, per un lungo periodo, appesi in un luogo asciutto, buio e arieggiato.La d di pilardha si pronuncia un po' strascicata.