cucina kosovara

Burek, simbolo della cucina kosovara, e altre specialità da provare

Giulia Ubaldi
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    Anche la cucina kosovara, come quella albanese, risente molto delle forti influenze dei paesi con cui confina. Per questo ci sono numerosi piatti simili alla Bosnia, così come alcuni dolci macedoni, anche se con nomi sempre leggermente diversi. Ad esempio, troviamo spesso la brusceti, che sarebbe una sorta di versione kosovara della nostra bruschetta (anche se non lo ammettono). Detto questo, ci sono prodotti e piatti che sono propri solo del Kosovo, ma ricordiamoci che rischiamo di dimenticare e perdere qualcosa tutte le volte che tentiamo di definirla.

    La cucina kosovara e le specialità da provare 

    Prima di raccontarvi cosa mangiare in Kosovo, vi sarà d’aiuto sapere che provare la cucina kosovara, quella buona, vera, autentica, si può fare anche in altri luoghi, come ad esempio l’Albania. Questo perché dal Kosovo, soprattutto durante e dopo la guerra (che ricordiamo è finita solo nel 1999), molti kosovari sono emigrati verso il primo sbocco sul mare, ovvero sulle coste albanesi o nelle principali città come Tirana. E in questi luoghi, gran parte dei kosovari hanno aperto ristoranti, chioschi, baracchini, o i tipici market di cucina kosovara dove gustare i piatti e le bevande (in particolare una!) di cui vi parleremo oggi.

    Il Burek 

    burek kosovo

    Il Burek (insiema alla birra Peja, di cui parleremo dopo) è in assoluto il simbolo della cucina kosovara. In realtà anche questo piatto fa parte della gastronomia turca, dove lo troviamo come börek, ma ormai si è diffuso in tutti i balcani ai tempi dell’espansione ottomana. La preparazione non cambia, ovvero si tratta sempre di una torta salata con fogli sottilissimi di yufka, tipo pasta fillo. In Kosovo si trova ovunque, dai market alle panetterie, ma anche al ristorante, solitamente farcita principalmente in tre modi: carne e formaggio, verdure (in genere spinaci), e formaggio. E proprio sul formaggio, si apre un altro capitolo molto interessante della cucina kosovara.

    peperoni kosovo

    Rugova cheese 

    In Kosovo c’è ancora un’economia di sussistenza, molto più di quanto si potrebbe pensare. Infatti, non sono affatto poche le famiglie che ancora oggi si dedicano all’allevamento di mucche, maiali, galline e all’agricoltura. In particolare, coltivano i noti peperoni gialli, sempre presenti anche nella cucina kosovara così come vi avevamo detto in quella albanese, ma anche cetrioli, pomodori, insalate e così via. Per quanto riguarda la produzione casearia, uno dei formaggi più buoni e conosciuti è quello che si produce nel Parco Nazionale di Rugova, una regione montuosa a nord est di Peja, di cui vi parleremo a breve. Questa zona è antropologicamente molto interessante: basti notare dialetto, danze, musica, costumi, giochi tradizionali; insomma un’area culturale davvero tutta da esplorare. Non da meno per la produzione di formaggio, che di solito troviamo cotto in a wooden furnace, ovvero scaldato in antiche fornaci a legna.

    Pleskavic e pita

    La carne non manca mai. Oltre ai più conosciuti ćevapčići, con lo stesso impasto si prepara anche questo misto piatto che consiste in un insieme di agnello, maiale, vitello e manzo, presenti in dosi differenti a seconda delle varie ricette. Questo poi viene grigliato, condito con spezie e cipolle e servito ovviamente con la pita. Per quale motivo? Perché la pita è per eccellenza il pane del Mediterraneo, quello che troviamo dal Marocco all’Afghanistan, passando per Maghreb, Medioriente e Sud Italia. A proposito, lo sapete che è molto diffuso soprattutto in Calabria, in particolare a Vibo e Pizzo? Se siete interessati alle varie tipologie di pani italiani, vi consigliamo di dare un’occhiata alla nostra mappa.

    Trileqe, bakllav e fli

    Tra i dolci è molto diffuso il trileqe che sarebbe il tre latti, comune tanto in Sud America quanto in Albania e in generale nei Balcani. Altro dessert è il bakllav, che sarebbe sempre la declinazione locale del turco baklava, a base di pasta fillo, zucchero e frutta secca (di solito noci, pistacchi o nocciole). Eppure nel tempo si è diffuso un po’ ovunque nell’est, come baqlava in Israele o baklewa in Tunisia o baclava in Romania ma di base si tratta di una preparazione sempre molto simile. Infine c’è la torta fli, o flija, che consiste in diversi strati morbidi di frittelle tipo crêpe, con crema Kaymac, miele e yogurt. Si trova anche in Albania e in Macedonia, dove è chiamata Gjomleze.

    Birra Peja

    birra peja

    In Kosovo la regola vuole che si consumi birra Peja in continuazione. Infatti, andare in Kosovo e non berne almeno due (anche cinque o sei) al giorno sarebbe come non esserci stati. Questa birra, nata nel 1968, è un simbolo del paese, un orgoglio nazionale, visto che è conosciuta e bevuta ovunque. In particolare, dal 1971 in poi, è stata prodotta direttamente a Peja con un complesso industriale di 24 ettari; dal 2010, la società è stata privatizzata e sono stati fatti degli investimenti in nuovi settori di produzione, tecnologia, energia, infrastrutture, marketing e altri settori. Inoltre Peja è da visitare anche per altri tre motivi: è uno dei paesi più carini e meno turistici che ci sia; è sede del Monastero patriarcale di Pec, bene protetto dall’Unesco; e in ultimo, non per importanza, sempre a Peja si trova uno dei migliori posti dove provare la cucina kosovara, Kulla e Zenel Beut, un tempo chiamato “al Castello”.

     

    Allora, vi abbiamo fatto venire voglia di scegliere il Kosovo come meta alternativa per il vostro prossimo viaggio?

    Antropologa del cibo, è nata a Milano, dove vive e scrive per varie testate, tra cui La Cucina Italiana, Scatti di Gusto, Vanity Fair e le Guide Espresso. Il suo piatto preferito sono gli spaghetti alle vongole, perché per lei sono diventati un'idea platonica: "qualsiasi loro manifestazione nella realtà sarà sempre una pallida copia di quella nell'iperuranio". Nella sua cucina non mancano mai pistilli di zafferano, che prima coltivava!"

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