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Il mango siciliano: un sapore esotico tutto italiano

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Di primo acchito, il termine “mango siciliano” potrebbe risultare alquanto estraniante. Abituati a immaginare questo frutto sotto i cieli dell’Asia tropicale o nelle piantagioni sudamericane, si fatica a pensarlo incastonato tra il blu del Mediterraneo e il profilo dell’Etna. Eppure, è proprio in Sicilia che il mango ha trovato un territorio incredibilmente favorevole. Il clima mite, i suoli fertili e la crescente curiosità degli agricoltori locali hanno fatto dell’isola un luogo ideale per coltivazioni esotiche che, nel giro di pochi anni, sono passate dalla sperimentazione di nicchia a un segmento agricolo in piena espansione.

Ma da dove nasce l’idea di coltivare il mango in Sicilia? E come sta andando?

Mango siciliano: una scommessa nata tra gli agrumeti

frutteto mango
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Le prime prove risalgono agli anni Duemila, quando alcuni produttori, in cerca di alternative alle colture tradizionali, hanno scommesso su varietà tropicali come mango, avocado e papaya

Inizialmente accolte con scetticismo, queste coltivazioni sperimentali si sono radicate con successo inizialmente lungo la costa ionica, tra Acireale e Giarre (in provincia di Catania), dove il microclima si avvicina a quello delle regioni subtropicali. La combinazione tra venti marini, esposizione solare costante e terreni di origine vulcanica ha creato un contesto ideale in cui il mango cresce senza troppe problematiche. Con il tempo, la coltura si è estesa anche nel messinese e in altre località lungo la costa tirrenica, delineando una nuova mappa produttiva che fino a poco tempo fa sarebbe sembrata inverosimile.

Ma quali sono le differenze tra un mango siciliano e uno di oltreoceano?

Le qualità uniche del mango siciliano

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Il mango siciliano ha peculiarità che lo distinguono nettamente da quello esotico e d’importazione. Per prima cosa, la raccolta avviene a maturazione naturale, direttamente sulla pianta. Questo consente di preservare tutta la complessità aromatica del frutto, che arriva al consumatore fresco, profumato e privo di quei processi forzati che spesso accompagnano il lungo viaggio dei mango esteri. 

Le varietà più diffuse sull’isola — tra cui Kensington Pride, Keitt e Tommy Atkins — offrono una gamma di profumi, consistenze e sapori che si adattano sia al consumo fresco sia all’utilizzo in cucina. Oltretutto, la produzione locale consente di ridurre l’impatto ambientale legato ai trasporti intercontinentali. In poche parole, il mango siciliano è sinonimo di sostenibilità e consapevolezza.

Ma siamo sicuri che sia davvero tutto così rose e fiori?

I limiti di una filiera in evoluzione

Non mancano, naturalmente, gli ostacoli. La giovane età della filiera del mango siciliano si riflette in alcune fragilità strutturali: mancano ancora reti di distribuzione solide, centri di trasformazione specializzati e strategie di comunicazione adeguate a valorizzare il prodotto. Inoltre, la coltivazione del mango richiede competenze agronomiche specifiche, una gestione attenta delle risorse idriche e la capacità di affrontare le fluttuazioni del mercato e le incombenti sfide legate al cambiamento climatico. Problematiche non da poco, se si considera che i coltivatori in questione sono piccolissimi produttori.

Tuttavia, l’entusiasmo di questi ultimi, in particolare delle nuove generazioni, si traduce in iniziative cooperative, consorzi locali e progetti di filiera corta che puntano a consolidare il settore e ad aumentare la consapevolezza del consumatore.

Detto ciò, passiamo all’argomento saliente: l’utilizzo del mango siciliano in cucina.

In cucina con il mango siciliano

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Questo inedito fiore all’occhiello del Made in Italy può essere gustato da solo, come spuntino rinfrescante nelle giornate calde, oppure come dessert naturale a fine pasto. È un frutto versatile, ricco di antiossidanti e vitamine, e lo si può apprezzare nella sua semplicità: basta sbucciarlo e tagliarlo a fette o cubetti per assaporare la sua dolcezza e il suo profumo intenso. Oltre alla polpa, anche il succo ha trovato spazio nelle abitudini di chi cerca bevande fresche e salutari: centrifugati, estratti, smoothie e macedonie lo vedono protagonista, spesso insieme ad agrumi o frutti di bosco.

Ma il mango coltivato in Italia sta ottenendo una certa rilevanza anche in ambito gastronomico. In aggiunta ai vari utilizzi appena elencati, lo si può usare come elemento fresco e aromatico capace di bilanciare la sapidità marina in un’ottima tartare di gambero rosso. Si sposa con formaggi a pasta molle, con carni bianche in salsa agrodolce, ma anche con pietanze ispirate alla cucina nordafricana e mediorientale. 

In pasticceria ha un posto assicurato in preparazioni come gelati, mousse, crostate, semifreddi e creme. E in ambito artigianale si moltiplicano le produzioni di liquori e conserve che ne sfruttano la dolcezza naturale.

E tu hai mai assaggiato il mango siciliano?

Immagine in evidenza di: Valentyn Volkov/shutterstock

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