Difendere le api significa anche proteggere la biodiversità e la produzione alimentare, motivi nobili che, al di là della sensibilità per questi insetti, spingono il mondo imprenditoriale e le amministrazioni nazionali e locali a intervenire. Si tratta di un tema di grande importanza per l’agro-alimentare, che recentemente sta registrando l’impegno di diverse realtà le quali, pur muovendosi in direzioni diverse, sono accomunate dalla fiducia nel ruolo della tecnologia.
Ma quali sono le iniziative avviate e che obiettivi si sono poste? Dopo aver approfondito la crisi del miele e delle api, con i danni dovuti alla diffusione dei pesticidi, vediamo quali sono le novità in questo settore di ricerca.
Tecnologie per proteggere le api

Le api soffrono minacce costanti alla loro sopravvivenza, dovute a fattori che mutano negativamente gli ecosistemi rurali e agricoli. L’abuso di antiparassitari, la crisi dei pascoli e la diffusione di parassiti e specie invasive colpiscono direttamente il loro habitat, che negli ultimi 25 anni, secondo WWF, ha perso il 25% di biodiversità delle specie. Le popolazioni di impollinatori, infatti, sono in progressivo calo ormai da tempo, una situazione che sta spingendo l’intervento pubblico e privato in loro difesa, considerando il ruolo fondamentale che svolgono per la produzione alimentare di base, oltre che per il settore del miele.
Il ricorso al progresso tecnologico può aiutare anche su questo versante: a questo proposito sono diverse le soluzioni innovative messe a punto per favorire la sopravvivenza e il recupero di queste preziose creature.
Considerando il quadro complessivo, la ricerca per le tecnologie a favore delle api sta seguendo quattro direttrici principali:
- Automazione diffusa negli apiari, con moduli mobili e droni.
- Previsioni integrate, incrociando dati su clima, fioriture, e salute delle api.
- Agricoltura sincronizzata con i calendari di impollinazione.
- Strumenti open-source, per rendere la tecnologia accessibile anche agli apicoltori hobbisti.
Alternative ai pesticidi e agricoltura amica delle api
La strada di primaria importanza punta alla riduzione dell’utilizzo di prodotti agrochimici letali o nocivi per le api, un percorso iniziato da tempo e che continua a progredire. I pesticidi RNAi di ultima generazione, ad esempio, come quelli prodotti dalla statunitense GreenLight Biosciences, colpiscono solo determinati parassiti. Utile è anche il supplemento nutrizionale a base di probiotici come il Lactobacillus per rafforzare il sistema immunitario delle api, studiato da BeeVit.
Difendere o ricostituire un ambiente dove le api possano vivere e prosperare è la soluzione apparentemente più intuitiva, come indicano le pratiche di agroforestazione, ma anche in questo caso la tecnologia offre un aiuto. Se i droni a semina intelligente, come quelli di BioCarbon Engineering, rilasciano semi di piante mellifere in zone difficili da raggiungere, la mappatura satellitare di BeeGIS contribuisce nella pianificazione di habitat favorevoli per la gestione sostenibile del territorio agricolo e forestale.
Monitoraggio intelligente degli alveari
Negli anni la miniaturizzazione dei dispositivi e l’aumento della precisione ha permesso di monitorare nel dettaglio le condizioni all’interno delle arnie. Tutto questo è alla portata grazie a sensori ambientali di temperatura, umidità, anidride carbonica e peso, ma anche a microfoni che captano rumori, come ronzii e vibrazioni, che indicano stress, fame o la preparazione alla sciamatura. Le bilance collegate a sistemi cloud, inoltre, monitorano la raccolta del miele in tempo reale. Nello specifico, il progetto israeliano BeeHero ricorre a sensori e algoritmi per tenere sotto controllo grandi apiari commerciali e inviare alert agli apicoltori, mentre la app Arnia Remote Hive Monitoring (Regno Unito) fornisce report dettagliati sul benessere dell’alveare.
Lotta ai parassiti delle api
Negli ultimi anni a minacciare sempre di più gli impollinatori sono state piccole creature come l’acaro Varroa destructor, che si attacca al corpo delle api succhiando l’emolinfa e indebolendole; in questo modo, l’acaro può anche trasmettere virus. Le infestazioni possono portare alla morte della colonia, non a caso si tratta del parassita con l’impatto economico più catastrofico per l’apicoltura.
Per contrastare questi acari, sono stati messi a punto dispositivi termici che riscaldano l’arnia a 42-45°C per un tempo specifico, un procedimento letale per i parassiti ma non per le api. Utilizzando telecamere ad alta risoluzione e machine learning si possono monitorare le api in entrata e in uscita, per rilevare intrusi sospetti o comportamenti anomali. Con il rilevamento molecolare, infine, si individua l’infestazione di acari prima che diventi evidente, ricorrendo a test rapidi tramite amplificazione del DNA. L’app svedese BeeScanning analizza le foto degli alveari per individuare il Varroa destructor tramite l’intelligenza artificiale, mentre ThermoHive si è concentrata sul riscaldamento controllato combinato con sensori.
Intelligenza artificiale, modelli automatizzati e selezione genetica
L’intelligenza artificiale sta entrando in ambito agro-alimentare con un impatto dirompente sull’organizzazione e la gestione del lavoro. AI e big data, infatti, analizzano dati climatici, agricoli e ambientali per prevedere fioriture, infestazioni o condizioni critiche per le api, mentre il machine learning può elaborare anni di dati da apiari per prevedere l’insorgere di patologie. La tedesca Apic.ai usa videocamere e AI per monitorare il traffico delle api, correlando dati con uso di pesticidi e fioriture e BeeWise gestisce l’apiario in modo automatizzato, regolando il clima interno, combattendo il Varroa destructor e raccogliendo miele autonomamente.
La selezione genetica rappresenta un’ulteriore possibilità per ottenere api resistenti: l’impiego di microchip e codici QR consente di tracciare le regine e monitorare la genealogia delle colonie. Il modello di simulazione biologico di ApisRAM, invece, aiuta a prevedere l’effetto delle sostanze chimiche sulle api.
Le iniziative nell’Unione Europea
Sono diverse le iniziative finanziate dall’UE e i brevetti innovativi legati alla protezione delle api, ecco una panoramica in sintesi.
- Il progetto B-GOOD (2019–2024) ha puntato sui sensori smart per raccogliere dati su salute, clima e comportamento delle api, con l’obiettivo di sviluppare strumenti digitali a supporto dei decisori politici per una gestione sostenibile degli apiari.
- Con SmartBees (2014–2019) l’obiettivo era selezionare geneticamente api europee più resistenti alle malattie e catalogare le razze locali europee, oltre a tracciare le linee guida per l’allevamento selettivo sostenibile.
- PoshBee (2018–2023) ha studiato l’impatto combinato di pesticidi, patogeni e malnutrizione, utilizzando modelli ecotossicologici e analisi dettagliate sugli impollinatori.
- IoBee (2018–2020) si è dedicato al monitoraggio wireless open-source per arnie, ricorrendo a dispositivi a basso costo pensati per essere accessibili anche ad apicoltori non industriali.
I progetti italiani
In Italia, in particolare, la difesa delle api è al centro di numerose iniziative che combinano innovazione tecnologica, ricerca scientifica e tutela della biodiversità. Ecco una panoramica delle principali attività in corso.
Partendo come startup agritech per lo sviluppo di sensoristica per il monitoraggio degli alveari, 3Bee è cresciuta fino a diventare un’azienda naturetech conosciuta nel mondo. Di recente si è concentrata sullo sviluppo di Element-E, la prima piattaforma ambientale basata su dati scientifici che consente ad aziende, enti locali e parchi naturali di migliorare il proprio impatto su natura, biodiversità e clima. Questa risorsa è stata realizzata in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (ESA), per soddisfare le crescenti esigenze di regolamentazione da parte delle imprese, che devono rendicontare la propria ricaduta sul territorio di riferimento secondo standard normativi rigorosi. Altre importanti collaborazioni con aziende private sono state avviate, mentre prosegue l’impegno per affinare ulteriormente strumenti e dispositivi.
Arnie digitali, AI, genetica e biodiversità
La startup trentina Melixa ha sviluppato arnie digitali modulari che monitorano in tempo reale parametri come temperatura, umidità, peso e suoni all’interno dell’alveare. Questi dati permettono agli apicoltori di intervenire tempestivamente in caso di criticità e di prevedere la resa del miele. Un progetto pilota, in collaborazione con Co.Di.Pr.A. Trento e ITAS Mutua, utilizza queste arnie per supportare una polizza assicurativa basata su dati oggettivi, migliorando la gestione del rischio per gli apicoltori.
Apicoltura Urbana, in collaborazione con la società norvegese BeeFutures, impiega l’intelligenza artificiale per monitorare la salute delle api e l’ambiente circostante. Attraverso sensori e analisi dei dati, è possibile rilevare la presenza del parassita Varroa destructor e intervenire con trattamenti termici controllati, riducendo l’uso di sostanze chimiche.
Il progetto Beenomix in Lombardia si concentra sulla valorizzazione genetica dell’Apis mellifera, utilizzando tecnologie genomiche per selezionare colonie più resistenti alle malattie e ai cambiamenti ambientali. Parallelamente, la Carta di San Michele all’Adige (Trento) promuove la tutela delle sottospecie autoctone di api mellifere in Italia, come l’Apis mellifera ligustica e l’Apis mellifera sicula, sottolineando l’importanza della conservazione della biodiversità apistica.
Api come bioindicatori ambientali e apicoltura urbana
Le api, inoltre, vengono sempre più utilizzate come bioindicatori per monitorare la qualità dell’ambiente. Attraverso l’analisi del polline raccolto e dei comportamenti delle api, è possibile ottenere informazioni sulle condizioni ambientali e sulla presenza di inquinanti. Questi dati sono utili per valutare l’impatto delle attività umane sull’ecosistema e per promuovere pratiche agricole più sostenibili.
In diverse città italiane, sono stati avviati progetti di apicoltura urbana che integrano le arnie negli spazi verdi cittadini. Queste iniziative non solo contribuiscono alla conservazione delle api, ma offrono anche opportunità educative per sensibilizzare la popolazione sull’importanza degli impollinatori e della biodiversità.
Immagine in evidenza di: Anatoliy Cherkas/shutterstock