In Palestina questa ricetta viene comunemente chiamata
Mutabbal Batinjam, che potremmo tradurre come “
crema di melanzane profumate o speziate”. Questa buonissima salsa, caratterizzata dal profumo affumicato delle melanzane cotte alla fiamma, è conosciuta anche con altri nomi - ogni Paese ha il suo e a ogni nome corrisponde qualche variante nella ricetta: Baba Ghanoug, che tradotto diventa “un padre viziato da troppe coccole” ed in cui non si utilizza la tahina ma si aggiunge melassa di melagrana, peperoni verdi o pomodori; oppure è famosa anche come Caviale di Melanzane. Tutti nomi, comunque, sottolineano la prelibatezza di questa ricetta.
Attenzione a non cedere alla tentazione di chiamarla “Hummus di melanzane” per via della tahina, presente in entrambe le ricette, e la consistenza cremosa: “Hummus”, infatti, in arabo significa letteralmente “ceci” ed in effetti in Palestina viene chiamato anche “Hummus bi tahine” ovvero “ceci con tahine”.
Mutabbal Batinjam viene servita insieme ad un pane rotondo e gonfio, chiamato khobez, ma molto più conosciuto con il nome greco Pita.
Solitamente la tavola palestinese viene imbandita con le Meze, una sorta di aperitivo composto da tante salse come appunto il Mutabbal ed anche l’
Hummus, olive, olio con za’atar (una miscela di erbe e semi tipica palestinese a base di timo), peperoni verdi in salamoia, Falafel,... Una deliziosa esperienza è quella di intingere pezzettini di pita nelle cremose salsine palestinesi e così passare il tempo chiacchierando e condividendo una tavola vibrante di mani alla ricerca della più gustosa salsa in cui intingere quell’ultimo pezzettino di pane…. che non sarà di sicuro l’ultimo!
La particolarità del Mutabbal è il suo
aroma affumicato, che si ottiene cuocendo le melanzane alla fiamma, cosa non particolarmente difficile in realtà, ma che richiede un po’ di tempo e pazienza, soprattutto per ripulire i fornelli!