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5 cose da sapere se invitate a Cena un Bolognese

Invitare a cena un bolognese

Bologna la dotta, la rossa, ma soprattutto la grassa! Ma guai a farglielo notare, eh! Perché Bologna (e per metonimia il bolognese) l’è un bel po’ permalausa, e non molto avvezza alle critiche! Ma mettetegli davanti un bel piatto di tajadela al ragò o una bel paninasso con la murtadela (che come insegnano i salumieri integralisti non ha i pistacchi, occhio!) e potrete parlargli di tutto: anche di quando il Bologna era in serie B!
Ci sono però certe cose che, se vorrete Invitare a Cena un Bolognese, non dovrete fare mai e poi mai! E non parlo della solita battuta su quanto sia bello “andare in giro per il colli bolognesi”. No, ormai siamo abituati a questo e ad altro!

Siete già in ansia da prestazione per questa prova culinaria, vero? Allora vi tranquillizzo subito: perché, dopo l’esordio di “invitare a cena un pescarese”, il successo della guida per il commensale catanese e i suggerimenti per cenare con i cugini riminesi, ecco che oggi abbiamo per voi un articolo bazza. Vi diremo, infatti, cosa fare, ma soprattutto, cosa non fare se dividete la tavola con un Bolognese Doc.
Un piccolo indizio ve lo diamo subito: cominciate a lasciare i cibi leggeri e dietetici in dispensa, ché al bolognese gli piace ad magnèr...

Fonte immagini: facebook.com/MortadellaBologna

Invitare a Cena un Bolognese: 5 cose che dovete sapere


Questione di etichetta:
Al bulgnais par tott

Fonte immagine: 2.bp.blogspot.com/

Partiamo dalle basi: se volete Invitare a Cena un Bolognese ci sono alcuni termini che dovrete assolutamente conoscere. Ecco quindi un breve, ma utilissimo, glossario sui più comuni (e meno compresi) termini bolognesi usati a tavola:

Ma ora, bona fare chiacchiere! Torniamo a noi, che si sa: “Äl ciâcher i én ciâcher e äl tajadèl i s mâgnen” (“Le chiacchiere sono chiacchiere e le tagliatelle si mangiano”).

 

Mo Brisa metter ‘l ragò sugli spaghetti

 

Diciamolo una volta per tutte: il ragù è una cosa seria! Non si può pretendere di ottenere un buon ragù se non si passano almeno 48 ore davanti ai fornelli! Ovviamente sto scherzando: ne basteranno “soltanto” una decina! Ed è proprio per questa sua complessità di realizzazione che non si può pensare di utilizzare questo prelibato condimento per ogni tipologia di pasta.
In poche parole: smettiamola di mettere il ragù sugli spaghetti. L’abbiamo già detto in questo articolo sul cibo italiano all’estero, ma vale la pena ribadire la questione. Il ragù va con la tajadèla!

 

Al lasagn: cl’è bona solo se l’è tamugna 

C’è chi ci mette la mozzarella, chi l’uovo sodo, altri addirittura il salame! Per carità: non c’è cosa peggiore per un bolognese che essere invitato a cena e trovarsi davanti a un piatto di “lasagne” ripiene di ogni cosa. Davvero.
Si può chiudere un occhio sulla sfoglia (che dovrebbe essere verde, per inciso!), ma sul condimento non si discute: ragù, besciamella e parmigiano sono gli unici ingredienti ammessi!


Perchè diciamoci la verità, il bolognese, sotto quello strato da radical chic fatto di atteggiamenti modaioli, ama le cose semplici….ma tamugneE cosa c’è di meglio di una bella teglia di lasagne, calda di forno, da consumare avidamente dopo un aperitivo in centro? Magari all’Osteria del Sole o, per i più fighetti, da Zanarini sotto al Pavaglione.

 


Al Turtlèn
: mai con la panna, chè l è prôpi tristo

Io vi do un consiglio: se volete Invitare a Cena un Bolognese non azzardatevi a nominare la questione della maternità del tortellino! Che sia nato a Modena o a Bologna non vi deve interessare: pensate solo a cucinarlo nel modo giusto, ovvero con brodo di cappone e assolutamente mai con la panna, perché altrimenti “l’è prôpi tristo”!

Se, infatti, l’argomento tabù di ogni invito a cena è il calcio, per il bolognese è il tortellino. Forma, consistenza, dimensione: tutto, di questa sublime e ineguagliabile pasta, deve essere perfetto. Meglio se opera di una vera sfoglina: una di quelle zdaure che inizia a stendere la sfoglia alle 5 del mattino, insomma!

 

Cotoletta alla Milanese? Mochè, Mochè, Mochè

Fonte immagine: Flickr.com
Autore: Yuichi Sakuraba

 

Cotoletta alla Milanese? Mochè, Mochè, Mochè (espressione idiomatica per definire qualcosa che non è di nostro gradimento)!
Se state pensando a un buon secondo di carne, non potete che cimentarvi nella preparazione della famosa (e brensa) Cutulàtta a la bulgnàisa: carne di vitello, prima fritta in strutto e successivamente immersa in brodo di carne, ricoperta con prosciutto crudo e formaggio, e cotta, infine, in forno.

“C’la penza tà da sciupér cumpagna al bursi dl’acqua chèlda ad Bepi ” (che la pancia deve esplodervi, come le borse dell’acqua calda gonfiate da Beppe Maniglia).

Fonte immagine: radionumberone.it

Per i non bolognesi: parliamo di Beppe Maniglia, idolo delle piazze, anzi della Piazza, che da 30 anni rallegra i pomeriggi della domenica bolognese con le sue esibizioni musicali e non. Per approfondimenti, vi invitiamo a leggere la sua pagina Wikipedia (si, ha anche una pagina su Wikipedia!)

Ve l’avevo detto di lasciare gli ingredienti dietetici in dispensa, no?

Al dmagna, ogni Bolognese diventa Zdaura

Fonte immagine: facebook.com/MortadellaBologna

Ma il vero lato della bolognesità, lo riconosci tra le mura domestiche. Lì, dove tacchi alti, giacca e cravatta e abiti alla moda lasciano il posto al grembèl. E come il codice d’onore delle zdaure comanda, spazio al matarèl, al cuchèr e a un bel chiletto di strutto (che non si sa mai!) e via che si comincia a spadlèr!
Non importa che tu sia avvocato, medico o ingegnere. Quando il sole della domenica sarà alto nel cielo, nulla potrà impedire al bolognese di mettersi ai fornelli… e ed tafièr, s’intende!

 

E dulcis in fundo…

 

 

Se il vostro ospite, a fine pasto, vi chiederà una pinza non rallegratevi: non vuole sdebitarsi della vostra ospitalità riparandovi il lavello!
Vi sta solo chiedendo di concludere la cena con uno dei dolci tipici della cucina bolognese: la pinza, per l’appunto. Si tratta di un dolce di pasta dura, ripieno di morbida mostarda di frutta!

Come avrete capito, Invitare a Cena un Bolognese non è un’impresa semplice! Già vi immagino mentre, presi dalla disperazione, esclamate in pieno stile bolognese: “Se Stavolta la va bèn, a vag a pì fén a San Locca” (“Se mi va bene questa volta, vado a piedi fino a San Luca!”)

Ma no, non siate agitati. Le cose a Bologna vanno fatte in polleggio! Noi Bolognesi, ci adattiamo: in fondo sappiamo che Ôgni ca’ un’usanza, ôgni blîguel la sô panza” (“ogni casa la sua usanza, ogni ombelico la sua pancia”).

 

 

 

 

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