Il nome è certo poco attraente, ma in realtà nasconde un connubio di prelibati sapori e raffinati accostamenti.
Formaggio e panna si mescolano armonicamente in una crema filante che dà il nome a questi gnocchi resi poi inconfondibili dal bianco tartufo di Alba.
Già Giovanni Vialardi, il famoso capocuoco di re Carlo Alberto, e poi successivamente di Vittorio Emanuele II, nel suo libro di gastronomia del 1854, il Trattato di cucina e pasticceria, li inseriva nel nuovo ricettario.
In quel momento infatti la cucina reale ripercorreva le orme di quella francese, allora molto in auge.
Gli gnocchi alla bava, con un nome sicuramente più raffinato di quello odierno, erano chiamati dal Vialardi “chenelli alla savoiarda”, appunto dal termine francese quenelle, che indica gli gnocchetti d’oltralpe.
Il nome così italianizzato forse era un riferimento e un omaggio alla Savoia, la storica regione dove l’omonima dinastia aveva avuto origine.
Vino consigliato: Barbera d’Asti.