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Spreco alimentare: la legge italiana per contrastarlo sarà efficace?

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Anche in Italia la lotta allo spreco alimentare può finalmente beneficiare di una legge specifica, recentemente approvata in via definitiva dal Senato. Ci siamo occupati più volte di spreco alimentare, a partire dai numeri sconfortanti del fenomeno su scala globale. Questa volta approfondiremo gli aspetti della nuova legge, presentandone le caratteristiche e confrontandola con l’analoga normativa francese.

Spreco alimentare: la legge italiana

Il 2 agosto 2016 il parlamento italiano ha approvato definitivamente la legge antispreco, impostata per favorire il recupero, le donazioni solidali e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaci. La normativa ha l’obiettivo di ridurre gli sprechi nelle varie fasi della filiera, partendo dalla produzione e dalla trasformazione, fino alla distribuzione e alla somministrazione degli alimenti. Questa legge può essere considerata un’eredità concreta del dibattito sull’alimentazione intrapreso con Expo 2015, che ha prodotto la Carta di Milano.

Cosa prevede la legge antispreco

Per intervenire contro lo spreco alimentare, la legge italiana punta sugli incentivi e sulla semplificazione della burocrazia, che finora ha ostacolato sensibilmente il recupero di cibo. Il concetto di partenza è semplice: chi non butta sarà premiato.

Ecco i principali strumenti per combattere lo spreco alimentare introdotti dalla legge:

Spreco alimentare: la legge francese

La Francia è stata la prima nazione al mondo a dotarsi di una normativa contro lo spreco alimentare, contribuendo indubbiamente ad accelerare l’iniziativa italiana ed europea su questo tema. La legge francese, approvata nel febbraio 2016, presenta similitudini ma anche significative differenze rispetto a quella italiana, a partire dal concetto di fondo per contrastare lo spreco alimentare. Se la legge italiana si basa sugli incentivi e sulla semplificazione, in Francia si è scelto di seguire la strada degli obblighi e della penalizzazione, con un’impostazione più rigida.

La normativa francese si concentra soprattutto sugli sprechi che avvengono nella produzione e nella distribuzione alimentare. Per i supermercati di almeno 400 metri quadri vige l’obbligo di donare i prodotti prossimi alla scadenza alle organizzazioni caritatevoli, oppure di trasformarli in mangime per animali o in compost. Al fine di creare questo ciclo di recupero, per i supermercati è istituzionalizzato l’accordo con le associazioni caritative. Chi non adempie a questi obblighi è punibile con ammende fino a 75mila Euro e reclusioni fino a due anni. Sono previste sanzioni anche per chi distrugge volontariamente prodotti ancora utilizzabili, generando spreco alimentare. La legge francese, inoltre, indica le azioni per prevenire ed evitare lo spreco – anche inserendole nel percorso scolastico – e modifica le normative sulla responsabilità dei produttori sulla merce difettosa.

Le due leggi a confronto

Confrontando la legge approvata in Italia con quella francese, si possono fare alcune considerazioni. Apparentemente la normativa adottata in Francia può sembrare più netta e coraggiosa. L’impostazione basata sugli obblighi è più severa, inoltre lo spreco alimentare in base a questa legge è considerato a tutti gli effetti un reato.

La normativa italiana, invece, mira a favorire le buone pratiche basandosi unicamente sugli incentivi. Nel caso dei supermercati, ad esempio, la scelta sulla destinazione dell’invenduto e delle eccedenze resta soggettiva e non vige alcun obbligo. Inevitabilmente, le attività economiche agiranno considerando la convenienza, anche se in questo senso si dovrà tener conto dei vantaggi d’immagine che si potranno ottenere evitando lo spreco.

Ad ogni modo, non ci sono prove che dimostrino l’efficacia maggiore di una legge rispetto all’altra e ad oggi non ci sono ancora dati per verificare i risultati, anche perché le due normative sono molto recenti. Tuttavia, si può ipotizzare che nella lotta allo spreco alimentare la legge migliore sarà quella capace di unire saggiamente l’incentivazione e la repressione. Detto ciò, è importante che la legislazione antispreco maturi e si diffonda, affermandosi come principio ideale e come strumento valido per combattere lo spreco alimentare.

Dopo questo approfondiremo sullo spreco alimentare e sulla legge per contrastarlo, può essere interessante leggere i nostri articoli sulle iniziative antispreco, come i frigoriferi solidali e una petizione che ha aperto la strada all’attuale normativa italiana.

Fonti:
Senato della Repubblica Italiana
Senato della Repubblica Francese

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