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Perché il polline d’api è un ricostituente naturale? Risponde la nutrizionista

polline d'api

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    I cambi di stagione, insieme ai loro nuovi colori e sapori, possono sempre portare però anche i primi stati influenzali, oltre che un senso di stanchezza generale. Ecco perché, soprattutto in primavera o in autunno, può essere utile ricorrere a integratori alimentari, naturali e dagli effetti benefici, che supportino la consueta alimentazione, basata su verdura e frutta di stagione. In particolare, nei momenti di stanchezza psicofisica, il polline d’api può rappresentare un ottimo e inaspettato alleato, pur sempre sotto consiglio medico e nelle modalità più indicate per le proprie esigenze e lo stato di salute personali.

    Vediamo allora insieme le caratteristiche del polline, le sue proprietà e i benefici che apporta, anche grazie alla dottoressa Daniela Destino, biologa nutrizionista, che ce ne presenta meglio modi d’uso ed eventuali controindicazioni.

    Che cos’è il polline?

    Il polline è una sottile polvere presente sui fiori ed è il mezzo che ne permette la fecondazione, tramite l’intervento degli insetti, in particolare le api.

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    Rappresenta, anche, il nutrimento della covata nell’alveare, trasportato dalle api bottinatrici le quali, prima di passare da un fiore all’altro, lo immagazzinano, lo umidificano e lo trasportano all’interno dell’arnia. Qui, raggiunta la giusta maturazione, viene consumato dalle api nutrici e dalle larve. Si tratta, infatti, di un alimento proteico e benefico, motivo per cui gli apicoltori si sono inventati una “trappola” per il polline d’api, che permette di intercettarne una parte: così ai preziosi insetti non manca il nutrimento e all’uomo viene data la possibilità di godere delle sue proprietà.

    Scopriamole, a partire da un’analisi del contenuto nutrizionale del polline d’api.

    Polline d’api: un ricostituente naturale

    I singoli granuli di polline d’api sono delle miniere d’oro, dal punto di vista nutrizionale. Infatti, contengono tutti gli elementi necessari alla salute dell’organismo e allo sviluppo psico-fisico, come dimostra il fatto che le api lo scelgono come nutrimento d’eccezione.

    Vediamo quali sono le caratteristiche chimico-fisiche del polline d’api, tenendo conto che la sua composizione varia a seconda dell’impronta genetica di ciascun fiore.

    Un alimento completo

    Possiamo dire che il polline d’api è un alimento completo poiché contiene proteine, vitamine, grassi, aminoacidi, fibre, enzimi, carboidrati, tutti assimilabili dall’uomo.

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    In particolare:

    È facile, quindi, capire perché il polline d’api sia considerato un “antibiotico naturale”, come avviene per l’aglio. Approfondiamone proprietà e benefici.

    Polline: benefici e proprietà

    Il polline d’api contiene un patrimonio nutritivo quasi ineguagliabile: un cucchiaio è in grado di coprire, ad esempio, il fabbisogno vitaminico di una persona (eccezion fatta per le vitamine F e B4), motivo per cui è un ottimo alimento per evitare carenze. La presenza di tutti gli aminoacidi essenziali, oltre a venti dei ventidue alfa-amminoacidi di interesse alimentare, lo rende un integratore prezioso poiché queste sostanze svolgono importanti funzioni tra cui la sintesi proteica e ormonale, la produzione di energia e la trasmissione di impulsi nervosi.

    Il polline d’api, inoltre, contiene glucosio e fruttosio i quali, in sinergia con gli altri elementi, lo rendono una sostanza altamente energetica e tonica, utile sia per il corpo, sia per la mente, nei momenti di forte stanchezza. Ma vediamo più nel dettaglio tutte le proprietà.

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    Proprietà adattogene

    Il polline d’api è una sostanza con virtù adattogene, ovvero, è in grado di ridurre l’impatto di stress e agenti nocivi, migliorando la risposta dell’organismo ad eventi stressanti di varia natura: patologie, stili alimentari errati, stanchezza, stress emotivo.

    In particolare, il polline comporta benefici in quanto:

    Occorre precisare che non esistono ancora evidenze cliniche degne di nota sui benefici del polline d’api, tuttavia, molti sono gli studi sperimentali o condotti su animali, che stanno riscontrando performance positive.

    Polline d’api: studio pilota su quello di castagno nella provincia di Cuneo

    Per conoscere meglio il polline e i benefici che può apportare, l’Associazione Aspromiele e la Cooperativa Piemonte Miele di Fossano, hanno fatto analizzare dall’azienda Floramo di Rocca dè Baldi, del polline di castagno, offerto dall’Azienda Apistica Val Maira Polline per indagare alcune delle proprietà attribuite a questo tipo di polline, ovvero:

     

    Lo studio condotto dalla biologa nutrizionista Daniela Del Torchio, ha coinvolto 13 volontari e sono stati verificati gli effetti su diverse problematiche dopo 30, 40 e 50 giorni di assunzione, con dosaggi differenti. I risultati, per avere valore statistico, avrebbero bisogno di ulteriori prove e lo studio dovrebbe essere esteso a un campione più ampio. Tuttavia, quello che è emerso pare confermare i benefici del polline d’api.

    Infatti, lo studio sperimentale, come si legge sul sito dell’azienda fornitrice, ha evidenziato che:

    Alla luce di tutto questo, pur ricordando che prima di assumere qualsiasi integratore, seppur naturale, è bene rivolgersi al proprio medico, vediamo come consumare il polline d’api.

    Consigli di consumo e controindicazioni

    Il polline è considerato un integratore eccellente, soprattutto per chi segue una dieta vegetariana. Si può utilizzare a colazione per arricchire uno dei tanti tipi di yogurt o il latte, tuttavia il consiglio è quello di consumarlo la mattina, a digiuno. Generalmente la dose giornaliera è pari a un cucchiaio, da masticare bene, protraendo l’assunzione per circa un mese e ripetendola, eventualmente, più volte all’anno in concomitanza con i cambi di stagione.

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    Effetti collaterali: quando evitare di assumere il polline d’api?

    Il polline d’api può provocare reazioni allergiche in persone predisposte, attraverso prurito, arrossamenti, problemi respiratori, gonfiore della lingua o vomito. Se assumete polline d’api per la prima volta, il consiglio è quindi di iniziare con una dose bassa (la punta di un cucchiaino), da masticare molto bene, anche per facilitarne la digestione. Esiste, inoltre, una piccola parte della popolazione intollerante al polline che sviluppa effetti collaterali soprattutto a livello intestinale, con conseguente cattiva digestione o diarrea. In tutti questi casi il polline d’api, come qualsiasi altro alimento non “accettato” dal nostro organismo, andrebbe eliminato dalla dieta. Infine, salvo diverse indicazioni del proprio medico, il polline d’api va evitato in età pediatrica, in gravidanza e allattamento.

    Sapevate che il polline d’api è un ottimo ricostituente? L’avete mai provato?

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