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Osterie d’Italia 2022: arriva la Guida di Slow Food sugli indirizzi da non perdere, da Nord a Sud

osterie ditalia 2022

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    Sono 246 le super-osterie d’Italia che hanno meritato la Chiocciola che Slow Food assegna alle insegne che si distinguono per la qualità della proposta gastronomica. È disponibile, infatti, la Guida Osterie d’Italia 2022, attesissima come ogni anno da tutti gli appassionati di buona cucina della Penisola.

    Oltre alle Chiocciole che indicano i locali da non perdere, sono altre 1467 le realtà recensite dall’editore, che da sempre è attento a un approccio al food “pulito e giusto”. Scopriamo insieme tutte le novità e gli indirizzi da appuntarsi per pranzi e cene imperdibili per l’anno nuovo!

    Osterie d’Italia 2022: la Guida di Slow Food

    La Regione d’Italia che si conferma in vetta alla classifica con più locali premiati è la Campania con 23 Chiocciole, seguita da Toscana e Piemonte ferme a 22 e, poi, Puglia ed Emilia-Romagna con 19. Ma nel complesso la Guida dà un segnale di rilancio per il settore della ristorazione, fortemente condizionato dalla pandemia, e l’auspicio è che si possa ripartire proprio dalle osterie come modello sostenibile di offerta gastronomica rivolta anche al turista gastronomico.

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    In occasione della presentazione al Piccolo Teatro Strehler di Milano, Eugenio Signoroni, uno dei due curatori della Guida, ha commentato: “”L’ottimo risultato delle osterie, anche quando messe a confronto con altre realtà del settore ristorativo, è un diretto riflesso della struttura delle stesse. La maggior parte infatti sono locali gestiti a livello familiare o amicale, il che ha permesso una flessibilità e un adattamento notevole durante periodi di grande cambiamento come quello appena vissuto, perché liberi da logiche economiche molto più rigide, impostate. Un altro elemento è dato dalla peculiare accoglienza di questi luoghi, facilmente riconosciuti dal pubblico. Non per ultimo, resta il fatto che le osterie siano (e siano anche riconosciute) come luoghi più accessibili, nel prezzo come nel servizio, nel modo di porsi, nella cucina. Come già dimostrano i numeri della Guida 2022, siamo convinti che quello dell’osteria sarà il modello ristorativo che meglio reggerà.”

    Gli fa eco l’altro curatore, Marco Bolasco, che guarda all’anno che verrà con fiducia: “Il 2022 sarà l’anno della riscossa e la pandemia lo ha già dimostrato: la prova di resilienza che le trattorie e osterie italiane hanno dato dimostra quanto queste siano la vera spina dorsale della ristorazione italiana.”

    Come sono cambiate le osterie in Italia?

    La presentazione della Guida di Slow Food è occasione per fotografare l’evoluzione e i cambiamenti delle osterie. Luoghi che rappresentano la cucina genuina, la convivialità e il contatto con il territorio e che si dimostrano sempre più apprezzati anche dai palati gourmand. Sono 120 in più rispetto al 2020 le realtà recensite tra le Osterie d’Italia, molte delle quali aperte proprio durante la pandemia.

    L’emergenza Covid-19 ha avuto anche altri effetti sulle osterie visitate dalla rete di critici, anonimi, di Slow Food. È calato generalmente il numero di coperti e sono cambiati gli orari di apertura, allo stesso tempo sono invece cresciuti i dehors e, complessivamente, anche i prezzi medi. Quest’ultimo è un aspetto che i curatori hanno voluto evidenziare senza intervenire, ma descrivendolo come un trend generale. Soltanto nei casi in cui si paga effettivamente più della media è stato inserito un simbolo che lo indica al lettore.

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    Su questo tema e, più in generale, sul valore della sostenibilità in osteria si è soffermato anche Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, che si è rivolto proprio a osti e ostesse: “Il più importante auspicio che vi faccio per questa ripartenza è di cogliere l’opportunità di educare i vostri clienti a rispettare i tempi del lavoro e i ruoli all’interno del vostro locale. In questi giorni si dice che non si trovano camerieri, ma alla base ci deve essere dignità del lavoro, riconosciuta a tutti i ruoli e non solo ai cuochi blasonati. Affinché il vostro lavoro sia sostenibile dovete fare in modo che duri nel tempo ciò che avete costruito, a partire da una vita gratificante, dalla possibilità di conoscere il territorio e di creare legami forti con i produttori della vostra zona”.

    Tutti i premi della guida Osterie d’Italia

    Prima di scoprire tutte le realtà a cui è stata riconosciuta la Chiocciola quest’anno, parliamo dei sei premi speciali assegnati quest’anno. Il premio per il Miglior Oste va in Toscana, a Il Grillo è Buoncantore a Chiusi, in provincia di Siena, dove Tiziana Tacchi è, secondo Slow Food, una delle cuoche che incarna meglio l’idea di oste-attivista.

    Miglior giovane è l’Epiro di Roma, la Miglior carta dei vini è quella del Consorzio di Torino. Premiato il Lerchner’s in Runggen di San Lorenzo di Sebato, in provincia di Bolzano, per la miglior interpretazione della cucina regionale e l’Arrogant Pub di Reggio Emilia per la dispensa, fornita di prodotti eccellenti per profondità, attenzione al territorio e identità.

    La novità più interessante di quest’anno? Il Columbus Capri di Anacapri (NA) a cui viene riconosciuta la capacità di offrire, in un contesto turistico, una ristorazione coerente con i principi di Slow food. “Columbus” si legge nelle motivazioni, “è il luogo ideale per gustare la cucina isolana con tante materie prime che provengono dai campi di proprietà presenti sull’isola: legumi, tra cui l’eccellente cicerchia di Capri, e olio evo ‘Oro di Capri’ sono i punti di forza di Vincenzo Torelli”.

    Le Chiocciole Regione per Regione

    È giunto il momento di prendere carta e penna, esplorare le migliori Osterie d’Italia della Guida di Slow Food e programmare i prossimi viaggi, vicini o lontani.

    Piemonte

    Liguria

    Lombardia

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    Trentino

    Alto Adige Südtirol

    Veneto

    Friuli Venezia Giulia

    Emilia-Romagna

    Toscana

    Umbria

    Marche

    Lazio

    Abruzzo

    Molise

    Puglia

    Campania

    Basilicata

    Calabria

    Sicilia

    Sardegna

    Alcune di queste osterie sono già tra le vostre preferite?

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