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5 Cose da non fare se invitate a Cena un Romano

Invitare a cena un Romano

Se avete pensato di invitare a cena un romano, a regà, state già ‘nfognati. Perché pure se ve sete vennuti l’anima non è detto che farete un figurone, anzi, aspettatevi di pija ‘sto palo.
Con i suoi 2769 anni di storia, er Colosseo, er Cupolone, i Fori Imperiali, gli artisti di piazza Navona e la pizza ar taglio dello Zozzone, l’amatriciana, la gricia, la carbonara, la pajata, la coratella coi carciofi, i carciofi alla giudia, i carciofi alla romana, la cacio e pepe, er filetto de baccalà, er supplì, la pizza ar taglio, il panino di Testaccio, il panino con la porchetta de Er Buchetto e tutta la miriade di primati storici, artistici, spirituali e commestibili che rendono Roma Caput Mundi…, se avete pensato davvero che invitare a cena un romano sia un’impresa da poco Nun ve bagnate la capoccia che ve se gonfia la segatura (non siete dotati di una grande intelligenza).
Piuttosto, preparatevi ai suoi commenti laconici, e nun v’azzardate a fare una delle 5 cose qui sotto elencate, ché se j’e parte ‘a brocca ve apre come ‘na sdraio e ve chiude come ‘na graziella…

Fonte immagine: tripadvisor.com

Invitare a cena un Romano: 5 cose da non fare

1. Non parlare di calcio se non sai se è aquilotto o lupacchiotto

Come per il pescarese, il catanese, e per il 98,5% degli italiani, per lui il calcio è una cosa seria, ma attenzione, prima di abbandonarvi a commenti sul campionato, chiedetegli dov’è nato. Non è legge, ma meglio che annà de notte, perché in linea di massima il romano:

2. L’Amatriciana e la Gricia con la Pancetta

Andiamo subito alle questioni serie. La Pancetta…, a regà, la Pancetta se invitate a cena un romano è fondamentale. L’Amatriciana nun se fa con la pancetta, se fa col guanciale.
La Gricia, se fa col guanciale.
‘A carbonara se po fa’ con la pancetta affumicata.

L’Amatriciana con la Pancetta è un insulto al genere umano, n-u-n  s-e  p-o’ f-a’! Perché se vi va bene du forchettate gliele dà pure per educazione, ma è più facile che sbrocchi e vi dica (giustamente): “a li mortacci tua! Ma che è sta pecionata? Ja’ a dai ar gatto ‘a matriciana co’ la pancetta! ”.

La morte sua poi (ma questo si sa…) sono i bucatini, altrimenti chiamati, dagli antichi osti romani, abbotta straccioni.
Insomma seguite i nostri consigli, fatelo sta’ na crema (rendetelo felice) e vedrete che co’ na sniffata se ne magna quattro.

3. L’aglio nell’Amatriciana e nella Gricia

Le ricette tradizionali non accettano l’aglio nell’Amatriciana e nella Gricia. Le varianti sono ammesse solo se potete permettervi di mettere Cracco dietro i fornelli. A lui forse potrebbe dire, per rispetto ed educazione, che l’aglio in camicia nella Gricia è da paura, ma dentro di sé, probabilmente, due o tre parole in rima all’anima de li morti sua gliele dedicherebbe lo stesso…

4. La Carbonara con la Panna

Con la Carbonara ci dovete andare piano, mica ve ne potete uscire buttandoci l’uovo sbattuto dentro!  C’è una proporzione tra bianchi e rossi che dev’essere rispettata: ce vanno più rossi che bianchi.  E non vi azzardate a pensare di farla con la panna, che una bestemmia culinaria come questa supera pure gli insulti alla madre… È ‘na cloaca proprio, e se vi dice “ma che te sei fumato le pagine gialle?” c’ha pure ragione!

E poi er grana, regà, er grana va bene con la pasta ripiena, va bene se te voi fa’ un risotto…ma sull’ Amatriciana e sulla Carbonara NUN CE VA: CE VA ER PECORINO ROMANO, possibilmente con la lacrima. Quello sì che je l’ammolla (funziona particolarmente bene…)!

5. Chiamare la pizza bianca “focaccia”

ché focaccia ce sarai te e tre quart da’a palazzina tua! Se chiama pizza bianca! A Roma è SACRA e attenzione, deve esse scrocchiar ella. Si poi la spacchi e ce metti dentro du fette de mortadella…è ‘na poesia! 

Fonte immagine: guideaurearoma.it

Infine: niente birra industriale e non ti offendere mai. Prendilo così, è ‘n tajo!

Mettetevi in testa che a Roma, ormai, pure i pachistani vendono birre della Madonna: non pensate quindi di potervene uscire con una birra industriale, ché se la birra non è artigianale fate proprio la figura dei pezzenti! Se poi volete riparare offrendogli uno spritz per aperitivo non sorprendetevi se gli si dipingerà in volto un’espressione di sdegno perché co ‘o spritz, lui, se fa i gargarismi se fa…

Inoltre, state allo scherzo e prendete i suoi commenti caustici con l’ironia che meritano. Ma soprattutto, imparate a distinguere le considerazioni che indicano gradimento da quelle finalizzate a notificarvi che je siete calati (la sua considerazione nei vostri confronti è notevolmente diminuita). Vogliate quindi perdonare il riferimento ad espressioni scurrili, ma se volete conservare la sua amicizia ci sono cose che dovete assolutamente sapere. Nella fattispecie, se un romano, mangiando la pietanza che avete preparato vi dice “Eh sti ca**i” non illudetevi. Vi sta chiaramente dicendo che non ha gradito. Al contrario del commento enfatico “Me c**oni”,  che utilizzerà per esprimere il suo gradimento.

Infine, se mai doveste accorgervi che il vostro amico romano se magnerebbe ancora puro er ripieno de le budella (ha ancora un appetito tale da voler mangiare persino il cibo già digerito), o se dovesse chiedervi se avete cucinato co’ ‘a padella d’ospedale (intendendo che ciò che avete cucinato lascia alquanto desiderare…), addolcitegli la bocca co’ du belli maritozzi con la panna e passa la paura!

Secondo voi, c’è ancora qualcosa che dobbiamo sapere prima di invitare a cena un romano? Lasciateci i vostri suggerimenti in un commento!

 

 

 

 

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