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Digiuno terapeutico: come riprendere l’alimentazione?

digiuno terapeutico

Il digiuno terapeutico è una pratica che si sta diffondendo anche in Italia. Gli esperti e le ricerche sono sempre più concordi nell’esaltarne il valore depurativo, utile per ristabilire il benessere dell’organismo. Dopo aver parlato di diete estive, di idratazione e della possibilità di curarsi con il cibo, questa volta vedremo cosa mangiare dopo il digiuno, per riprendere al meglio le funzioni digestive.

Digiuno terapeutico: che cos’è?

Il digiuno terapeutico, se praticato correttamente e per brevi periodi, può essere un modo funzionale per depurare l’organismo. Per il corpo, infatti, è utile “riposare” l’apparato digestivo, con la possibilità di liberarsi dalle tossine. Ovviamente, digiunare non vuol dire portare questa pratica all’estremo o mettersi alla prova in modo sconsiderato. Il digiuno va svolto con coscienza e per un tempo limitato, possibilmente sotto supervisione medica. Questa pratica, inoltre, non richiede un’astinenza totale da tutti i tipi di alimenti. È importante sottolineare che non bisogna mai rinunciare all’acqua, specialmente in estate. Il digiuno è sconsigliabile per gli adolescenti e soprattutto per i diabetici.

Come agisce 

L’apparato digerente e gli organi che lo compongono – stomaco, intestino, fegato, pancreas e reni – agisce essenzialmente per digerire e assimilare il cibo che viene ingerito. Questo significa che se gli alimenti vengono introdotti con frequenza, come avviene di solito nell’alimentazione contemporanea, questi organi lavorano pressoché senza sosta. Il digiuno terapeutico, quindi, consente a tutto l’apparato digerente di riposare, dando anche la possibilità agli organi di ripulirsi da scorie, tossine e grassi in eccesso.

Come condurre il digiuno terapeutico

Per chi vuole sperimentare gli effetti del digiuno terapeutico è sempre meglio partire da una “pausa alimentare” che duri al massimo un giorno, dopo aver consultato un medico. Anche dopo avere preso confidenza con il digiuno, tuttavia, è sconsigliabile protrarlo per più di tre giorni consecutivi. Qui di seguito ecco alcuni consigli su come condurre un digiuno.

Prima e durante il digiuno

Dopo il digiuno terapeutico

L’interruzione del digiuno è un passaggio importante da non trascurare, per massimizzare l’azione depurativa e per non incorrere in inconvenienti legati alla digestione. Mangiare molto o troppo velocemente potrebbe provocare nausea e malessere, perciò è meglio riapprocciarsi lentamente e con criterio all’alimentazione normale. Considerando un digiuno di un solo giorno, ecco alcuni consigli.

Imparare dal digiuno

Il digiuno terapeutico non essere semplicemente un momento una tantum di recupero depurativo. Questa pausa alimentare, infatti, va sfruttata anche in senso educativo e percettivo, per rendersi conto del benessere pratico che una nutrizione più sana può generare. Per questo, alcuni accorgimenti sperimentati durante il digiuno e nei giorni di transizione possono essere introdotti nell’alimentazione di tutti i giorni.

E voi provereste il digiuno terapeutico? Avete delle esperienze da raccontare?

 

Altre fonti:
USDA – Food Composition Database

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