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magnum.3
Assieme a diverse altre (mangiarbianco, torta di riso, frittelle di riso, polenta fritta e così via) questo piatto lo preparava mia Nonna Pina (non quella delle tagliatelle: quella mi sa che è un po’ fasulla, mentre la mia era assolutamente doc), che aveva imparato a fare questo budino, a sua volta, da sua Nonna. Il che ci riporta grossomodo, andando a ritroso nel tempo, a circa la metà del 1700: Voltaire era nel pieno della sua produzione, non gastronomica ma, comunque, di qualche pregio; stava per avere inizio una Rivoluzione, quella Francese, che avrebbe letteralmente cambiato il mondo. E Nonna Virginia, la mia bisavola, insegnava a sua nipote come fare un budino buonissimo, con poca spesa e tanto, ma tanto gusto. Non ho mai chiesto, a Nonna, cosa usasse l’Antenata per dolcificare. Non certo lo zucchero semolato od ancor di più quello raffinato: era ancora troppo presto. Forse adoperava sciroppi, o s’arrangiava con zucchero di canna. Allora, la mia Famiglia aveva abbastanza soldi, e quindi se lo sarebbe potuto permettere. Voi, abbiate pazienza, usate quello che avete a disposizione. E’ buono lo stesso…
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Preparazione 2 ore
Tempo totale 2 ore
Portata Dolci e Dessert
Cucina Italia
Porzioni 4 persone

Ingredienti
  

Istruzioni
 

  • Separo le chiare delle uova dai tuorli e tengo questi ultimi da parte;
  • sbatto le chiare sino ad ottenere una consistenza molto dura;
  • vi mescolo delicatamente centocinquanta grammi di zucchero, sempre girando le chiare montate con il cucchiaio, dal basso verso l’alto;
  • verso la montata in uno stampo per budini - magari decorato, se vi piace di più - imburrato e spolverizzato di zucchero;
  • cuocio a bagnomaria per una ventina di minuti;
  • preparo una crema con i rossi d’uovo, cento grammi di zucchero, il latte e la buccia di limone ben lavata;
  • quando il budino è cotto, lo lascio riposare per quattro-cinque minuti, lo sformo su un bel piatto e ci verso sopra la crema.